LA CUCINA ITALIANA 1934
1 Ottobre 1934-XII LA CUCINA I TAL IANA 29 Miele straniero in Italia Un bisogno fortemente sentito di a- limenti zuccherini è istintivamente suggerito da una necessità fisiologica che una recente esperimentazione nel campo della biochimica ha dimostra- to di una utilità indiscutibile nel bi- lancio del dicambio materiale di pa- recchi animali e particolarmente nel- l'economia del corpo umano. Lo zuc- chero è un alimento riparatore e di- namogeno; tanto è vero che venne a- dottato nella alimentazione del solda- to, dello «sportmann» che sottopone il suo corpo ad esercizi ed a prove piuttosto prolungate, riparando e fornendo nuove energie per combat- tere i così detti «veleni della fati- ca». E' notorio che altri animali, co- me l'orso, l'elefante, il cavallo, il ca- ne, sono avidi di zucchero e di sostan- ze zuccherine, perchè l'istinto gliele suggerisce, come rldonatricl di forza; ed è questo istinto, apparentemente ghiottone, che spinse i primi orsi spe- lei a scacciare le api da loro alveari, per cibarsi del miele, e che l'omo tro- glodite imitava, diventando in certe plaghe, come 1 Lilibei dell'isola Trl- nacria, dei veri melipaghi; così lo era ancora il Battista, precursore di Cri- sto, che si cibava nel deserto di mie- le e di locuste. Così, pure, alcuni ofl- diani ed anche vari insetti spe- cialmente lncettorl come le api e le formiche, e dipteri come le mosche, e via dicendo — che prediligono il succo dolce dei fiori, come quella dei melianto, o vengono attratti di pre- ferenza sul miele e sullo zucchero. Questa piccola dimostrazione ci ver- rà perdonata, volendo noi dimostrare come lo zucchero e le sostanze zuc- cherine contenute nel miele, nel nèt- tar del fiori, e nelle polpe e succhi dei frutti, e nei chicchi di alcune graminacee, ecc. ecc., sia stato a pro- fusione sparso dalla mano benefica della Natura, come quello che è tanto necessario alla economia animale, e di cui una gran parte entra nella composizione chimica del tessuto liqui- do del sangue ed in quello delle fibre muscolari. Dunqe se il lorismo alimen. tare dei vari popoli è tanto ricco di vivande dolci __ specialmente a base di miele, «he fu 11 dolcificante prede- cessore di altri saccariferi, e dei glu- cosi moderni _ vale questo a com- provare quanto la dolcezza materia- le degli alimenti si accordi e s'into- nizzi con le dolcezze metafisiche — sia d'ordine morale che sentlmentalo — che accompagnano le feste ed eb- brezze del loro riti e cerimonie solen- ni istituite secondo 1 loro costumi tradizionali. Abbiamo accennato fisiologicamente sull'alta portata degli alimenti zuc- cherini. e particolarmente sul miele, che rappesenta anche per noi in Ita- lia, un dolcificante di prima necessi- Alle amiche gentili che ci procurano nuove abbonate alla CUCINA ITALIANA la nostra Amministrazione inviera' ben volentieri picicol dion graziosi , proporzionat i la nuomer dei gl abbonament i nuiov ceh ic saroann siat procurat i Dirigere le rimesse e la nota degli abbonamenti nuovi alla Amministrazione del Giornale d'Italia ROMA, Palazzo Sciarra. tà ed assai diffuso in tutte le classi sociali. Sarà bene, ora, porre in rilievo, che tra le importazioni che ancora grava- no sulla nostra bilancia commerciale e che nulla giustifica perchè i corri- spondenti prodotti sono offerti dal mercato nazionale, vengono segnala- te quelle relative al miele e ai dolci Dall'Austria, Spagna e Germania en- trano ancora rilevanti quantitativi del primo e in misura ancora più sensibile dalla California che nel triennio 1930-32 ci ha inviato ben 50 mila casse di miele vergine per un valore di 20 milioni di lire. Nè si trat- ta di tipi peculiari a quei Paesi ma per la massima parte di miele di fio- ri d'arancio e di flore montane, come se le nostre Alpi e riviere fossero restate spoglie di agrumi e di piante aromatiche e non più atte ad ospi- tare api. Cosi per le frutta e le scorze can dite, le marmellate e le confetterie, che nel quinquennio 1927-31 sono sta- te importate per 50 milioni di lire Nel 1932 l'Italia ha importato per 5500 quintali di prodotti dolciari fi- niti; nell'anno decorso la situazione >• migliorata quantitativamente ma ncn può essere ancora considerata soddi- sfacente; nel primo bimestre del 1934 s i ha anzi, per qualche voce, ad esem- pio, il cioccolato, un lieve incremén- to risDetto al corrispondente nerio<f> del 1933. Si può notare _ e vero — che tn tutta questa partita di prodotti a fianco della importazione esiste una notevolissima esportazione, ma il fat- to riconferma appunto la assoluta inutilità di acquistare all'estero, dal momento che la produzione nazionale ha raggiunto tali progressi da poter varcare e diffondersi oltre i confini malgrado le difficoltà dei mercati, le barriere doganali e i contingentamen- ti sempre più severi. Il consumatore italiano — squisita- mente fascista, e fedele interprete della magnanima volontà del nostro Duce — deve con la sua comprensio- ne aiutare in questa difficile — ma non imposibile — battaglia, che si riassume nell'inderogabile necessità di esportare di più, naturalmente importando meno; che è ragione di vita p di r ) ro3 r , w ' "> — tut ta la no- stra economia nazionale. c e s a l e a l d a n i P RE NU P R AON Z Pubblicammo già nei numero dello scorso mesa il bando di un nuovo Concorso che la Cucina Italiana indi- ce fra le abbonate e lettrici del no- stro giornale Ripetiamo qui, in succinto, i dati principali. Si tratta di dare la distinta di una colazione o di un pranzo di Natale, da servire a sei persone, avendo a di- sposizione: 1) Due capponi; 2) L. 12 in contanti. Naturalmente in questa somma non ci rientrerebbe il dolce, ma la Cucina Ittaliana si impegna di regalarlo alle ventiquattro abbonate che avranno mandato le migliori distinte. Il termine utile per l'invio delle di- stinte scade il 31 ottobre. Nel prossimo nùmero saranno dati i nomi dei componenti la Giuria. Tutte le ricette premiate saranno pubblicate sulla Cucina Italiana. Nella cifra stabilita di 12 lire non deve essere compresa nè la spesa del gas. nè la spesa del vino, Per ogni schiarimento rivolgersi al- la Direzione della Cucina Italiana, in Roma, Palazzo Sciarra.
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