LA CUCINA ITALIANA 1934
28 • LA CUCINA ITALIANA 1 Novembre 1934-XIII IL MEDICO IN FAMIGLIA LE CURE DI UVA Molto si è scritto e molto si è detto spe- cialmente in questi ultim; anni sulle cu- re di uva. In Italia particolarmente, paCse produttore d; ottime qualità di uve da tavola, un notevole impulso è stato dato al consumo di questo frutto, che al va- lore alimentare e alle qualità saporose, unisce un'azione terapeutica in qualche caso veramente sorprendente. Le qualità terapeutiche e nutritive del- l 'uva sono state di volta in volta dai vari autori minutamente studiate e le conclu- •ioni hanno tutte confermato le basi scien- tifiche e quindi la serietà delle cure uvea- li. Si può dire però che nemmeno qui, cogli studi fatti, l'argomento sia esaurito; perchè, in questi ultimi tempi, le indica- zioni dell'impiego dell'uva si sono andate notevolmente ampliando, tanto da meri- tare una specie d; revisione sotto l'aspet- to delle basi scientifiche oltre che della pratica. Conviene innanzitutto considerare l'u- va sotto due differenti aspetti e cioè: L'uva come alimento. L 'uva come agente terapeutico. Le cure mal fatte La distinzione è più che mai necessa- ria anche perchè troppo facilmente i ma- lati confondono il mangiar uva con la cu- ra di uva. Capita infatti ogni giorno di udire ammalati, che dicono di aver fatto una cura di uva senza averne tratto be- neficio, oppili« 'lamentano in seguito alla cura comparsa di disturbi e di fenomeni di intolleranza. Se ci s; assicura del mo- do con cui la cura è stata eseguita sj con- stata che il malato, il più delle volte, per iniziativa propria, ha fatto uso di qualità di uv e poco adatte ingerite in quantità enormi e ¡n ore inopportune. A questo proposito si ricordi che se molte sono le indicazioni delle cure di uva. non manca qualche controindicaziò,- ne e questa aH'infuorj di quelle, che pos- sono essere le intolleranze individuali. Perciò se l'uva consumata sia pure larga- mente come frutto può essere considerata come un ottimo mezzo di nutrizione gene- rale, le cur e di uva debbono essere sot- tratte all'empirismo in citj dapprima fu- rono avvolte e, fissate in modo preciso le indicazioni e le modalità, eseguite sotto la guida e col controllo del medico. Scelta delle uve La scelta delle qualità di uve da usai» si ha, come si è detto, grande importan- za. L'uva da preferirsi è l'uva bianca non troppo dolce e non aspra, a buccia sotti- le. Ili genere nelle uve da tavola del commercio se ne trovano parecchie qua- lità che rispondono a questo scopo. Il tipo classico rimane sempre il Chasselas Bianco con i vari equivalenti, italiani. In mancanza di uva bianca può essere usata l 'uva nera sempre non eccessiva- mente dolce, nè aspra, ma a buccia sot- tile. Una cer*n. importanza può pure ave'- re il luogo «<• consumazione e il metodo di c ons e r va t i l e. Gli antichi „»edici, che si valevano lar- gamente delle cure di uva, consigliavauu ai malati di portarsi al mattino nelle vi- gne a mangiare l'uva bagnata di rugia- do e questo sistema è ancora talvolta praticato in qualche stazione di cura. Effettivamente i risaltati attenua u- sando questo sistema sono migliori, ma una spiegazione non è cosa facile. Da qualcuno 1 ì stata prospettata l'ipotesi di una maggiore attività de; fermenti ap- punto in queste ore. Un qualche vantaggio hanno in ogni, caso, praticato così la cura, i molteplici coefficienti igienici, che cj offre la vita all'aria aperta specialmente nelle ore mattutine. L'uva, presa a domicilio, invece déve essere colta di recente, tenuta in am- biente non: troppo freddo e lavata rapi- damente con acqua tiepida prima dell'u- so'. Coli queste modalità si ha il-mezzo, di vigilare sull'uso e sulla regolarità del- le razioni. • I pasti di uva. che corrispondono mag- giormente allo scopo di ottenere: benefici effetti possono esser così suddivisi : Ì-.) pasto alla mattina a digiuno; 2.) pasto ai' pomeriggio verso" le 17. Le quantità d; ogni pasto si aggirano fra i aoo e Soo gr. ili media. Conviene che la razione del mattino sia più abbondante di quella del pomeriggio. Bipogna pur,e sorvegliare attentamente che liei primi giorni non si abbiano di- sturbi. In questi casi bisogna ridurre la quantità a modestissime proporzioni, an- che a pochi acini. Particolare cura di ve essere posta nel- la consumazione che deve avvenire lenta- mente; spremendo accuratamente la buc- cia contro il palato, in. qualche caso ma- sticando e inghiottendo anche completa- mente un certo numero di acini. Durante la cura è necessaria una accu- rata toilette della bocca per prevenire di- sturbi dentari stomatiti, ecc. E' utile pur e l'uso di qualche dentifricio alcalino dopo i pasti. L'uva studiata così nella intima costi- tuzione chimica e azione fisiologica, deve uscire dalla modesta figura di frutto da tavola per entrare nella categoria degli agenti terapeutièi. A questo scopo già da molti anni sono stati dedicati lavori da molti studiosi, i quali cosi ne delinearo- no le proprietà: •1.) Aumento della diuresj con dimi- nuzione del grado di acidità dell'urina; 2.) Funzione blandamente lassativa sull'intestino con spiccata favorevole a- "zione sulllè fermentàioni intestinali; 3.) Azione d,¡ risparmio delle materie albuminoidee, diminuzione della funzio- ne disissimilatrice dell'azoto, che permet- te un risparmio ed una riserva di calorie sotto, forma di grasso che s; fissa nell'or- ganismo ; 4.). Aumento della secrezione biliare con forte attivazione della funzione epa- tica; 5.) Diminuzione del valore assoluto e relativo dell'acido urico, in proporzioni che, a seconda della quantità di uva in- trodotta, possono variare dal 12 al 15%. Indicazioni terapeutiche , Per queste proprietà la cura d'uva tro- va un buon numero di indicazioni tera- peutiche, e già da molti anni con suc- cesso è stata praticata: 1.) Nelle lesioni dell'apparato dige- rente (gastriti acide, stipsi atoniche, coli- ti croniche tossiche, ecc.); .2.) Nelle lesioni epatiche e delle vie biliari (angiocolite catarrale, congestioni epatiche, ecc.) ; 3.) Nelle malattie- del ricambio (got- ta, uricemia, obesità, diabete) ; 4.) Negli stati di deperimento orga- nico e di lieve anemia; 5.) Nelle lesioni dell'apparato uro- poietico. E' superfluo soffermarci a citare osser- vzaioni e studi su queste diverse indica- zioni, a noi preme sovratutto richiamare l'attenzione sull'importanza, alle volte capitale che può assumer e il regime uveale nelle alterazioni dell'apparato uri- nario specialmente nelle nefriti con ri- tenzione uremica e clorurica, con o senza ipertensione arteriosa. Concludendo: sempre maggiori sono le appHcazioni dell'ampeloterapia e sempre più precise si vanno facendo le indicazio- ni per la cura: applicata razionalmente in luoghi ove abbondi l'uva adatta, e spe- cialmente ove possa essere attuabile un competente controllo dei suoi effetti, le cure d'uva saranno sempre più di rnag gior aiuto per il medico pratico e per il diototerapista. E non escludiamo che al tre possibilità e nuovi successi siano ri- servati all'uso delle uve in altri stati morbosi e in diversi periodi dell'anno. Dott. ELVEZ IO MELOCCHI Dott. WA L T ER MELOCCHI (Dalla Rivista « La Salute e l'igiene nella Famiglia »). 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