LA CUCINA ITALIANA 1934

Mangiar meglio, spendere meno Giornale, di gastronomia per famiglie e buongustai N. i ì - ANNO VI • i® Dicembre 1934 -XIII ROMA — Palazzo Sciarra - ROMA TELEFONI: N. 62041, 62042, 62043, 62044 ESCB IL x® D'OGNI MESE Ogni n um e r o Cen t . 5 0 F O f l D f l T H I C E : D E L I A N O T A M I Abbonamento annuo . L. 5,30 » » Estero > io — INSERZIONI: l',. 4 AI, MILLIMETRO RIVOLGERSI AMMINISTRAZIONE GIORNALE D'ITALIA Poesia del vecchio Natale Questo nostro giornale, che può sembrare, a chi non ne conosca lo spirito animatore, esclusivamente dedicato a tutto ciò che forma il benessere materiale dell'esistenza, è invece imo dei periodici che più strenuamente abbiano combattuto per mantenere viva la luce di quel- lo che è la più alta poesia della vita: l'integrità della famiglia e la santità del focolare domestico. Le nostre lettrici lo sanno, e sentono quest'orgoglio con noi. Il progresso ha in pochi anni trasfor- mato la faccia del mondo: le gior- nate sono dense di lavoro; gli an- tichi concetti e i ritmi antichi sono sconvolti: le ore, che trascor- rono troppo rapide, non sono più sufficienti a far tutto ciò che vor- remmo; la vita è diventata troppo breve e veloce per permettere la dolcezza di una sosta. Ma c'è qualcosa che tutta la scienza del mondo non è riuscita a sopprimere; c'è qualcosa che da millenni sopravvive, immutato, a tutto ciò che passa, si trasforma e si perde sulla terra, ed è questo vecchio cuore della nostra gente, che non sa, che.non vuole mutarsi! * » * E' sopratutto il cuore delle no- stre mamme quello che non muta, che non muterà mai. E' sopratutto quest'immenso generoso cuore del- la mamma nostra che fa sì che non si perda nel mondo questa poe- sia della vita, questa che è la de- bolezza e la forza dell'umanità: questa struggente dolcezza di ri- trovarci, dopo tanto cammino, tan- te lotte, tanta amarezza di scon- fitte e tanto orgoglio di vittorie, nelle braccia un poco tremanti del- • v- la mamma nostra, sul suo cuore commosso, che ancora, dopo tanti anni; ha quel battito lieve che ci cullava da piccoli, quando il suo cuore era.il nostro cuscino. Dovunque c'è una mamma e un figliuolo, lì è certamente un mi- racolo. Per questo il Natale ha un si- gnificato così profondo fra noi ! Nel ricordo del miracolo di Be- tlemme, sopravvive intatta, da se- coli e secoli, la delicata poesia di questa solennità; sia nelle case dei ricchi, sia in quelle più umili. E vengono, di lontano, ad uno ad uno, i figli che la vita ha divelto dal seno materno, per scagliarli nelle lotte e nelle conquiste : la ma- dre li vede ritornare vicini, e ad uno ad uno li benedice, prima di farli sedere alla tavola che essa stessa ha preparato, dove brillano le vecchie care stoviglie adoperate nelle grandi occasioni, e dove o- gnuno ritrova la dolcezza di un ri- cordo lontano. Amiche lettrici, voi che volete bene a questo giornale, siete certo in gran parte in questo stato di grazia: quasi tutte avrete un bam- bino 0 avrete una mamma; e la tenerezza di queste cose l'avete »•nel cuore. Non è per questo che ho scritto queste righe che non sono d'occasione. E' per ringra- ziarvi della vostra collaborazione e del vostro affetto; è per rendere a voi il merito che è vostro : di aver sentito questo giornale come un amicò disinteressato, che ha voluto aiutarvi, non solo a supérare pic- cole difficoltà economiche, ma so- pratutto a raggiungere quello che è più difficile ottenere: un'atmo- sfera di sana e serena letizia nella vostra casa. E' questo che il vostro giornale vuole rimanere per sempre per voi: un amico. Il quale vi augura oggi il più felice Natale: benedetto da Dio, e dalla tenerezza delle per- sone che amate. Così, per sempre. aell voestr ameich iÄnameiil Q 1593 all CU: C I cast L 50,3

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