LA CUCINA ITALIANA 1934
W TtA CUCINA ITALIANA i Dicembre 1934-XIII more con un barcaiolo, un gior- no, tanti mai lustri fa, sul finire del secolo decimonono.,. * * * Quest'anno la sorte me ne ha ri- serbati tre, (non di barcajuoli, in- tendiamoci: di calendari!), mode- sti ma graziosi. Vedete questa cu- cinetta olandese, colla bimba che lavora intorno alla farinata di ave- na e uva passa e zucchero e pi- noli, e il bimbo che si diverte a far girar le lancette dell'orologio, col dito, tanto per sentire la voce stan- ca, velata, come di campana lon- tana, che ha il vecchio pendolo. C'è un gattino bianco che aspet- ta, ai piedi del tavolino. « Qualco- sa — pare che pensi —•• cascherà ». E così è la vita, per noi. Anche quando ci sembra che ormai tutto sia stato detto: quando pare che ormai ogni cosa debba correre co- ine su due rotaje prolungantisi al- l'infinito, parallele e monotone, noi troviamo sempre in noi stesse la forza misteriosa che ci fa alzare il musetto verso un quid ignoto •— insperata fortuna? milioni della Lotteria di Tripoli ? sorriso di bim- bo? chi sa? — con questa incon- fessata speranza : « qualcosa ca- scherà ». Ma ecco una mensa da mattino di Natale, come ogni famiglia ita- liana dovrebbe avere. Sei piccoli a tavola (per tacer del cane, come dice Jerome K. Jerome). La sesta, piccola, veramente, non è ancora assisa, ma si avvicina con un bric- co pieno di cioccolata fumante. In- torno, i giocattoli avuti la vigilia (si vede che sono della vigilia, per- chè son sempre in buono stato), le pupattole, la carrozzina.... Com'è sorridente il desco, e che aria di serenità spira da questa ac- colta di creature leggiadre! Cosi Vorrei, mamme, che fossero tutte Je vostre creature: liete e serene. Vorrei che in ogni casa, specie in questi giorni festivi che si avan- zano a gran passi, carichi di ricor- di, di sogni e di rimpianti, i bimbi fossero sani e felici, le madri sor- ridenti e tranquille, i padri sod- disfatti... Purtroppo la vita non è sempre così rosea per tutti. Ma io, ami- che lettrici, vi mando il mio augu- rio sincero, perchè le vostre case non conoscano il dolore, i vostri bambini non conoscano il pianto: e su tutti e per tutti la Provviden- za stenda le sue braccia divine, benedicendo e allietando. Questo calendariuccio, di eviden- te inspirazione germanica, reca in- vece la immagine di una bam- binuccia che scrive. Cosa scrive, questa bimba? Gli auguri alla Si- gnora Maestra? Un saluto all'ami- ca lontana? 0 la lettera che il bab- bo dovrà trovare, con la solita aria di sorpresa, sotto la salvietta, al pranzo di Natale? _ A giudicare dalle carte che riem- piono il cestino, e dalle macchie cu
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