LA CUCINA ITALIANA 1934

LA CUCINA ITALIANA ma la sardina, freschissima, smagliati allora, la devj mangiare sulla gratella, possibilmente all'aperto, che spande un acre odor e di selva. Se le friggi sane o spinate sarà bene appunto che tu l e tenga un poco in quell'acqua acidulata di cui ti han dato la ricetta; ma è altresì vero che se le getti in padella appena pescate non te ne accorgi o trovi almeno che qualcosa hanno conservato anch'esse della loro nobiltà d'origine. II buongustaio. Ma il pan grattato sull'uovo è una ca- micia greve sulla carne delicatissima del- l'acciuga di cui devi Sentir subito il &a- pore, ciò che ottieni appunto inciprian- dole appena di farina per asciugarle di più e intingendole poi nell'uovo via via che le getti nella padella colma d'olio. Fritte a questo modo ti diventano color d'oro e sono deliziose. Si fanno dunque spinate anche le sar- dine che non hanno la stessa delicatezza di coteste loro cugine in secondo grado, Le sardine e le acciughe sono essen- zialmente pesci da friggere. Si «scapano», avendo cura di torcer la testa sul tron- co perchè vengan fuori le interiora; si squamano, si asciugano con cura, e, infarinate, Sj" gettano nell'olio bollente. Un fritto più fin e si ottiene aprendole dal dorso, intingendole nell'uovo sbattu- to dopo averle asciugate, e avvolgendole in pane grattugiato. caw<> di) profumo invade il vostro salotto quan« do servite il «Tè A l i . Sonori teneri germo- gli, le.delicate foglio- line dalle punte do- rate dei purissimi Tè delle piantagioni ita- liane di Tijbitoe che si dischiudono; - libe* ratio la loro fresca e delicata fragranza e il loro squisito sapore. OELLEJeiANTAGtONI .OEULO,STATO fi GlAVA m/X£$TQ PIUETU&GQ^ LQ&mzq* 8 • te?M

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