LA CUCINA ITALIANA 1934

1 Dicembre 1934-XHI LA CUCINA ITALIANA iti novembre) e col piede di metallo smaltato in azzurro, mentre la cupo- la è inargentata a strisce opache co- lor argento. E' un modello che racco- mando alle più ingegnose delle abbo- nate, che lo possono riprodurre con un lume dal semplice sostegno di le- gno dipingendolo in oro ed azzurro e scegliendo il colore argento pel pa- ralume a pagoda. Pure molto decora- tivi sono certi cubi di tutte le gran- dezze, da posarsi su mobili 900 e su cui . porre un oggetto artistico.... di cui c'è solo l ' imbarazzo nella scelta; sta- tue decorative, delfini, pesci, cavalli stilizzati. Pratici da donarsi a chi possiede una biblioteca, sono certi ele- fanti massicci stilizzati per reggere diritti dei grossi libri. Una padrona di un elegante salotto andrebbe in esta- si davanti a certi piatti da parete color cobalto ed oro, lavorati a pun- ta d'agata... quella di una modesta sala da pranzo e di un piccolo s a e t - tino preferirebbe uno di quei mille piccoli oggetti che non sono mai trop- p i - b u g i e pòrta-candele in ceramica colorata, con vasetti, porta-sigarette, porta-cenere^ bomboniera analoghi, vassoi porta-antipasti in legno con il piano superiore ( formato da varii vassoi di cristallo) girevole; candelie- ri viola ed oro con piatto attaccato, pronti per essere « montati » ad elet- tricità, cubi in terraglia scura, con un buco dove mettere una graziosissi- ma pianta di edera giapponese, lumi da campagna e da giardino a candela protetta da vetro, certi « c i nque pez- z i » da bambini, compreso un minu- scolo porta-uovo, decorato gaiamente, delle scatole bomboniere, f ra cui ma- gnifiche quelle di porcellana candida con un filetto d'oro zecchino ed un bocciodo di fiori d'aràncio — dei poggia-carte, un delizioso gingillo do- ve le spine dei cactus sono tutte d'oro su porcellana bianca. Venendo a quei preziosi doni che al- lietano la mensa, of friamo agli amici appassionati del « bridge » certi gran- di bicchieri da bibita, decorati con cuori, fiori, quadri e picche; of friamo certi servizi! in cristallo al piombo di f orma esagonale prismatica, servi- zìi colorati, di' gran moda; of friamo dei servizii complèti da bicchieri, ri- cordando che adesso va H tenr Pi- tica svasata, con dei grandi tagli a coste, e che le coppe ai spù» J ..:-.:ite vanno bassissime, se il servizio a cui appartengono è a cal ice; vango della organdis ricamato di una tovaglia; altro dono potrebbe essere un servizio da « macedonia » in cristallo bianco e nero, o di gelato, giallo aran- cione rigato a macchina, od uno di quei tavolini laccati in colore vi- vo, che constano di un vassoio, c o » un congegno semplicissimo ed eterno; oppure in quei tavolini laccati a ro- telle, di facilissima manovra, preziosi per portare dalla cucina o dall '« of f i- ce » i servizii eleganti, oppure anche per sparecchiare rapidamente un sa- lotto, quando la padrona di casa dà il permesso di ballare. Ho poi ammi- rato un tavolino-spogliatoio che con- siglio alle amiche come regalo al loro mari to; è piccolo, laccato, smontabi- le, ha un posto per mettere la cra- vatta, i gemelli, l 'orologio, per appen- dere la giacca e per mettere ben ste- si i pantaloni. Sarà preziosissimi in camera da toletta o da letto, prepara- to col vestito da sera, ed anche fa- cilmente potrà essere portato in viag- gio od in campagna. Doni modernissimi che le gentili mani femmini li possono preparare con poca spesa sono bluse, cravatte, vestiti interi da mattina, da giorno • ed anche da sera, giacche a tre quarti ed a sei ottavi, gol fs, ecc., lavorati a ferro o ad uncinetto, la gran moda invernale... poi tovaglie grandi e pio- cole in organdis, cuscini. Infine, come mio dono di Nata- le, metto qui la descrizione di un lavorino faci l issimo e semplicissimo, ma di gran figura e che si presta c o- me regalo. Si prenda dell 'organdis in due tinte (bianco e giallo, bianco e color pesca, bianco e azzurro) e si ri- taglino due « tondi » dal diametro di cm. 42. Si taglino poi due liste dello stesso organdis alte trenta centime- tri e lunghe un metro e venti. Si cu- ciano nel senso dell'altezza e si ap- plichino al « tondo », dopo averle rica- mate in bianco a punto passato o a punto ad ombra; bastano cinque o sei ricamini sulla lista lunga. Infine, ot- tenuta una borsa, si mette una guaina e vi si passa un nastro. Serve benis- simo per camicie da notte, per un corredino di bebé, per lo scialle della nonna ecc. ecc. Volendo fare una cosa più elegante, si opera nello stesso mo- do, solo si ricamano quei cinque o sei «mot ivi -» in colore vivo, si passa, In- vece di un na. .'o. un cordone dello stesso colore del ricamo, misto ad ar- gento e si metta questa (che i f ran- cesi chiamano « pochette ») in una cesta di vimini, con manico della stes- sa misura, che sarà stata dipinta a smalto in nero e nel colore del rica- mo. Il manico va nero; si avrà cosi con piccola spesa, una bella cesta da lavoro. Buon Natale e sereno 1935 a tutte E. MOROZZO DELLA ROCCA R i s p o n d o a l l e a b b o n a t e Frate Lupetto. — Ho risposto nell'arti- colo «regali» ad una delle sue ccrtesi do- mande. Quando i festeggiati sona bitabi o giovanetti, e quando si sappia eh« tutti gli intervenuti ad un piccolo ricevi- colle sue candele della tinta stessa, su dei candelieri di cristallo? Altra nov'ìtà: dei vaporizzatori da porre sopra gli elementi del termosi- fone, alcuni piatti, altri lunghi a gan- cio, che in estate possono trasformar- si in porta-fiori simpaticissimi; un piccolo sostegno d'argento che porta sei grosse spille finite con una cilie- gia, per mangiare le ciliegie sotto spi- rito ; delle oliere in ceramica, coll 'e- guale spargi-sale, e porta stecchini. Un dono gradito a chi ama il tè potrebbe essere quello di una teiera bruna di terracotta (che, scaldata con acqua bollente, vuotata e messovi il tè, fa sì che le foglioline incomincino ad aprirsi in quella calda atmosfera e che diano poi tutto il loro profumo) ; altro dono potrebbe essere uno spec- chio da tavola, in radica di noce, su cui si specchiano dei fiori in porcel- lana; della rose o delle cardenie di porcellana, deliziose a vedersi f ra lo f orma così detta « d i flauto», altissi- me e strette, quando il servizio non abbia « piede ». L'ultima moda è quel- la del cristallo ghiacciato, neppur pa- rente di quel « ghiacciato » a bitorzo- li, con cui erano fatte le fruttiere ed i vasi da spumante degli anni pas- sati. E quale dono più pratico dì un ser- vizio da tè (quelli modernissimi sono in pasta col piattino tutto d'un colore e colla tazza bianca nell'interno e co- lor avorio con un bordo di colore al- l 'esterno; le zucchiere e le biscotterie finiscono in un bottone) o di uno da tavola (in pasta tutta d'una tinta)

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