LA CUCINA ITALIANA 1934
LA CUCINA ITALIANA Vn signore, immerso nella lettura del giornale *i accorge, un po' trop- po tardi, che è già passato il suo tram. Tenta allora correndo di rag- giungerlo alla seconda fermata, ma, proprio quando è lì lì per prenderlo, gli sfugge nuovamente. Lo stesso il destino vuole che gli succeda alla tersa, alla quarta ed an- che alla quinta fermata, finché, an- sante e sudato si trova davanti alla porta di casa. — Si può sapere che t'è successoì, gli chiede la moglie. — Niente, cara; ho fatto tutta una corsa dall'ufficio a qui per raggiunge- re il tram; in compenso ho rispar- miato mezza lira. — Vedi, caro, le cose si fanno iene o non si fanno. Almeno se ti met- tevi a correre dietro un taxi, rispar- miavi sette lirè. Problema: Pierino è stato a pranzo dagli- ili e la mamma gli domanda: — Quante persone vi erano a ta- vola? — Quattro: La zia, lo zio, ed, lo. — Ma allora eravate in tre soltan- to, replica la madre. — No! Eravamo in quattro e Cera (fate attenzione!) la zia, lo zio, ed, io. E non riuscite a risolvere questo problema? Eppure è tanto semplice: .. »Pierino era un bugiardo. Il Papà — Caro, dove hai preso quella bella vela nera f Pierino — Nei tu»ì pantaloni, papà. Scommetto che nessuna delle nostre gentili lettrici è capace di citare cin- que giorni della settimana senza no- minare nè U lunedì, nè il martedì, Uè il mercoledì, nè il giovedì, nè il venerdì, nè il sabato e neppure la dOVIGTiiCCL Ma se è tanto semplice: l'altro giorno, ieri, oggi, domani, dopodo- mani. • • » La signora Antonietta sta accomo- dando nel vassoio una pietanza quan- do sente il marito che grida: Aiuto, ho perduto il portafoglio; anzi me io debbono aver rubato in autobus. So- no rovinatol • La moglie, accorsa dalla cucina, e- sclama: Calmati, il tuo portafogli è di là sul cassettone di camera da letto. , Ma credi non lo sapessi? risponde il marito; volevo soltanto spaventarmi per farmi passare questo maledetto singhiozzo. Lo sapete perchè i pesci sono go- losi? Perchè hanno sempre l'acquolina in bocca. * • » In un Hotel. Il viaggiatore: Ma lo sa direttore che è proprio impossibile rimanere un solo minuto nei gabinetti di quest'al- bergo? Sono pieni di mosche. Il direttore: Caro signore, bisogna andarci al mezzogiorno soltanto. — E perchè? — Tutte li mosche sono a « tabie d'hòte ». — Mamma, se mi dai dieci lire vorrei comprare un calamaio a papà. — Ma che ideaf Papà ne ha già uno. •— Sì, ma gliel'ho rotto io, stamani. A tavola. L'uomo ehc amava parlar figurato: — Creda signora che ieri, dopo quel- la lunga gita mi sentivo così stanco, cosi spossato, che giunto a casa mi sono gettato su un giorno inutile e vi son rimasto tre ore. 1?1 ... (su un dì... vano). » * « Il padre: Ginetto, interrompi di ta- re le lezioni e vieni a tavola che il pranzo è pronto. La madre: Lascialo stare: l'ho pu- nito io. Il maestro si lamenta per la sua orribile calligrafia ed io, per ca- stigo, gli faccio copiare «La Divina Commedia» che dicono i ' s scritta • I' Direttore Responsabile UMBERTO MOT ARI La Gallina Ouaida un po' piccolo FANNY DINI, redattrice che cosa fa tuo fratello in quella posi- ...;.. — sionef Stàbilimehto Tip. del «Giornale (l'Itali»* II Galletto Fa del nudismo, mammà... ROMA • Corso Umberto, Palazzo Sciarra
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