LA CUCINA ITALIANA 1934

24 LA CUCINA ITALIANA N. 2 — 15 Febbrio 1934-XÜ I gran eli Papa Urbano VII non era un gran mangiatore; o, per lo meno, non esage- rava, come alcuni suoi eminenti prede- cessori, nelle dolci venie della tavola. Sua Santità amava piuttosto, diciamo il vero, veder mangiare Molti troveranno strano ciò; tuttavia io credo che si possa sufficentemente giustificare questo— amor« platonico pei la tavola, quando si tratti, ben inteso, di una tavola buona, ricca e bella. Se poi si aggiunge che i banchetti offerti da papa Urbano VII, pei soddisfare tale sua peculiare tendenza, erano quasi sem- pre eccezionali, e cco spiegato in un certo qual modo l'interesse che potevano pro- vocare. Ritornando, quindi, a papa Urbano VII diremo che un bel giorno egli decise di regalare alla storia un avvenimento il quale andasse ad arricchire, la già ricca serie degli aneddoti pantagruelici. E invece rimase strabiliato lui.. Pas- siamo al fatto. Sua Santità, dunque, chiamò il proprio maggiordomo segreto e gli ordinò di con vocare in Vaticano, per un grande ban- chetto, che doveva commemorare non cii ricordo qual e avvenimento storico o religioso, le più grandi « forchette a d'I- ta, i a. L.e j-randi «forchette» che risposero all'appello da tutta Italia e convennero al banchetto del papa, furono dodici in tutto. Quello che bastava del resto, per combinare una bella ed allegra tavolata. Tutte faccione di luna p'ena, ben lar- dellate e rosee: tutti bei pancioni tra- ballanti e mascelle formidabili e piccoli denti bianchi e robusti. C'erano, fra i banchettanti, due famosi cavalieri di veu- tuia, di quelli abituati a mangiarsi » morsi, tra un duello e una battaglia, qualche cosa come mezzo tnonton P o un bu"n quarto di giovane vaccina. C'erano anche tre fraticelli, i quali — lo confessa rono — da circa quindici anni non riusci vano più a vedersi la punta dei piedi, per via della pancia che impediva loro la visuale, t un paio di pizzicagnoli di una piccola Corte dell'alta Italia, che, a starli a sentire, detenevano il campioua to europeo ai... resistenza manaucatoria. Un solo convitato fra tutti ì dodici, era magro e allampanato come la Morte, con due e noimi piedi e una leggera gob- ba verso la spalla destra. Si trattava di un certo sonatore ambulante chiamato c Bacchetta e, che era venuto a piedi da un paese del Veneto. Quando Sua San tità lo vide, poco mancò che non lo escludesse senz'altro dal banchetto, st non altro pei non assumersi responsa bilità... sulla sua salute. Fu iniziata la serie delle portate coi) un lunghissimo spiedo, recato da otto paggi, su cui erano infilzati dodici gras si igneliini di latte: uno per ciascun invitato. Si trattava dell'antipasto, il qua le inaffiato da alti e grossi boccali di Frascati, fu consumato distrattamente, con noncuranza, quasi senza che nessuno Se ne accorgesse La gara (ci eravamo sondati di dire che questo banchetto, uelle intenzioni di papa Urbano, era una vera e piopria gn ra, con un numero prefissato di portate e con un premio di iooo scudi per il vin citore) si dimostrò ben presto, però, al quanto difficoltosa. Infatti sp dopo l'an tìpasto furono divorati con sufficente di sinvoltura, da ciascuna « forchetta d'Ita Ha », otto fagiani alla cacciatore, cinque chilogrammi di patate arrosto, una por- chetta, venti grossi cefali dell'Adriatico • tira piselli, un pasticcio di cacciagione 'iatori delia storia liucuore, dovette ritirarsi in buon ordine. H cosi, uno dopo l'altro, compresi i capitani di ventura e i tr e fratoni, un- dici convitati lasciarono mestamente la tavola, rinunciando per forza maggiore ai banchetto per terminare il quale, se- condo ie modalità imposte dal pontéfice, occorreva consumare ancora quattro o cinque portate non indifferenti, accompa- gnate dalle adeguate libazioni. I/unico convitato che non si mosse dal suo posto e, fra il generale attoni- mento, Seguitò placidamente a masticare, fu Bacchetta l'allampanato, cadaverico sonatore ambulante, il quale, ingoiando carne su carne, legumi su legumi e trangugiando boccali di vino tutto d'un fiato, giunse serenamente alla fine vin- cendo la gara. Figurarsi la soddisfazion^ di papa Ur- bano. Lui contava, sì, di divertirsi allo spettacolo di una costernazione generale, ma non avrebbe mai immaginato di po- ter assistere a un tale clamoroso finale, uni"o in tutta la storia conosciuta della gastronomia. _ Quando Bacchetta, quindi, bevuto l'ul- timo boccale e asciugatasi l'eccezionale bocca, si portò davanti al Pontefice, che aveva assistito allo svolgersi del ban- chetto stando seduto 6U di una grande poltrona, papa Urbano, consegnandogli i mille scudi e congratulandosi con lui, volle chiedergli un suo parere sulla qua- lità de! pranzo, per sentirlo almeno... sospirare o confessare la terribile fatica che aveva dovuto sopportare. Ma Bacchetta pareva tutt'altro e i e sofferente, o, comunque affaticato. Vol- gendo verso il papa un volto placido e «ereno, gli rispose: — Santità, sono io che debbo congra- tularmi. E' stato un pranzo davvero a modo, proprio come si dice che la di- screzione ed jl buon gusto insegnino: poco, ma buono.. BRUNO '34 che pesava tre buoni chilogrammi e una testa di vitello con tartufi, il tutto inaf- fiato da parecchi litri di vini diversi, arrivò un momento in cui qualcuno co- minciò a dar segni di sazietà, eppoi di svogliatezza e, alla fine, sebbene a ma- Tutte le famìglie che possiedono: Buoni Tesoro - Venezie 3,50 % - Crediti Fondiari - Ob- bligazioni San Marino - Napoli -, La Masa - Croce Rossa - Dante Alighieri, ecc., lasciano MILIONI DI LIRE flOfì RISGOSSI L'Agenzia a L'Utile» provvede subito alla verifica dei titoli. Mandare i numeri, con L. 2,50 per verifica e spese; oppure abbonarsi al Giornale quindicinale L'UTILE, « Rivista delle Estrazioni » che fa la verifica passata e futura. A B B ONAME N TO A NNUO I TAL IA Li re 10 —• ES TERO Li re 20 Scr ivere: Agenz ia L ' UT I LE 14 via Fe l i ce Casati MI LANO (11S)

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