LA CUCINA ITALIANA 1934
1« tini», è cosa assai complicata, che rie- sca difficile anche a operai del mestiere, ta ogni modo - tentar non nuoce - e per tendere più facile la riuscita occorre adoperare il cioccolato cosi detto co- p e l "'Minuzzarla alla meglio con un col- tello e scioglierla in u n rec idente sta- gliato a bagno-maria, ma ad acqua Zna tiepida. Appena sarà leggermente sciolta, avendo cura àx rimestare adagi- no con spatoletta di legno, mettere il re- c l i e n t e su ghiaccio e lavorare lorternen. te fino ft ^«audo il composto tende a Ì S d w t a : allora rimettere immediata- £ e £ e 1 bagno-maria tiepido e riniesco- a sciogliersi prende l b d luddo glassare, allora, e non de bagno-maria, g i bombo«,, ^ / T c o ' p e r è stato deposto su di un I R . p e t o oleata deve già essere f f £a (; txx^rkzsr* addetto riesce a regolare » Sono sicura che la cortese • r v * t , del competentissimo cav. Mature d f t v e r a celebntà del ramo), « f ^ J * disfatto U nostro a b b o n a t od ^ e t i ana l i però deve essere un ratnnatis L o buongustaio, poiché, non contento di prepararsi da 8 è i dolci di cioccolata S v S l prendere P ^ e il. g r a t t a c a p o* Tireoararsi la pann a artificiale : cosa cotn- p l i c a t a e tanto più sconsigliabile oggi, dato che in qualunque angolo più re- moto. si può trovare buona panna o fior d i s ! e a t ma i , servirsi di quella in scatole di purissima produzione italiana, che può sostituire degnamente e decorosa^ mente il miglior « lattemiele » Si evita così anche la complicazione della mac- chinetta «ad hoc » Già : ma questi con- sigli vanno bene se chi li ha richiesti è _ come io ho supposto - un epicu- reo che si diletti e vanti di prelibate auto - preparazioni gastronomiche. Non andrebbero più bene per niente se, in- vece, iì nostro abbonato fosse, puta ca- so uu cuoco. Sia gentile, sig. G. G. : mi levi la cu- riosità 1 T P Roma. — Lei dev'essere una gran brava massaia se vuol sapere in qual modo potrà conservare agrumi « frutta a buccia dura (arancie, limoni cedri, fichi d'India, mele, pere) La ringrazio della domanda poiché la mia risposta potrà riuscire utile oltre che a lei anche a molte altre lettrici Il sistema è il seguente: < Prendere sabbia molto fine e renderla asciuttissima al calore, possibilmente in forno; poi farla raffreddare bene e di- sporne uno strato in un recipiente <m permeabile. La Erutta deve esservi collocata in tua niera da ev i tare il contatto dell 'una con l 'altra Attenzione che il lato del pedun colo (naturalmente già tolto) si a messo in siù Ricoprire coti a'tra sabbia e, m lendo, continuare a strati. Rammentarsi che la conservazione non avverrà se la «abbia non sarà perfetto niente secca ABBONATO C 79-11514 Pavese (N=t pol i). _ t'anrmiiv'strazione del Giornal«- •arà certo grata al suo generoso slancio Si, signora, suo marito sarà felice se Ella acquisterà i suoi abiti SE,, H aat IRONIA - Via Condotti, 12-13 pei cui Si dice pronto a, raddoppiare il prezzo d'abbonamento ritenendo tarsi in- terprete di tutu gb abbonati «poiché l'atual è tropepo mi te»; ma non si of- fenda se le diamo dell'Illuso. 11 successo del nostro giornale è costituito m gran pai te proprio dalla mitezza del prezzo. 1« giorno in cui questo venisse raddop- piato quante simpatie di meno! La Cu- cina Italiana, applica il gran principio d'economia: Massimo lenunnento con minimo mezzo. Ess a non vuoi essere una d e l l e solite riviste Si è proposta daU i- nizio ai «USdeliziarsi, di Sai gridare al miracolo, costando assai meno di tutte le altre, pur con un materiale superiore, oltre Che originale e utilissimo. Per fortuna il pubblico ha capito, ha apprezzato e moltissime sono le gentili persone che. come lei, ci manifestano il proprio entusiasmo... fino a i punto da adottare sulla soprascritta la dicitura che lei h a usata: «a l la simpatica, gen- tile e utile Cucina italiana ». , Passando ad altro: Le ricette pei con servare i piselli vennero pubblicate nei numeri di novembre 1930 e giugno 1931 che le spediamo a paite. M. V. O. Roma. — Le trascriviamo, relativamente al suo rilievo sulle arance soffici, la lettera del cav. Giannoni, in- segnante alla Scuola Gastronomica di Fi renze : « Gentilissima Sig.ra Notari, Leggo nella piccola» posta de L<? Cuci na t Lanana ciò che un riguarda per le > Arancie soffici ». La ricetta è giusta; non scrivo ricette se non provate e quindi sicuro della riuscita. Le ho fatte anche alla Scuola e alcune alunne che le hanno fatte a casa mi ri- ferirono ottima la riuscita II segreto è di montare e lavorare molto il composto (tuorli d'uovo e zucchero), le chiare a neve ben dure, e non riempire del . tutto l'arancia in modo che quando gonfia esca poco fuoci del guscio Ossequi. G. Giannoni », A. V. Roma. — Non ha tutti 1 torti: Giacché molte sono le persone che scri- vono a « Delia » e qualcuna, come ha fatto lei, la cerca al telefono presso il Gioì nate d Itutia, non sarebbe male far sapere agli abbonati che essa (quantun- que romana e trasteverina, per giunta) non risi»de a Roma, e rendere noto l'in- dirizzo al quale dirigere la corrisponden za che là riguarda personalmente. Se tale notizia può rappresentare una seni plificazione pei Lei e per altre abbonate, m'affretto a dar 1 o: «Villa M/isstmn * T.a tanta di Monza O+tima la sua idea di aggiungere nel le sriecial ; tà regionali, la indicazione eli quel le trattorie specializzate per certi piatti folcloristici in ogni città. Se non che, tutti crederanno trattarsi di réclame a pagamento,' mentre come die« il Poeta: Sempre al ver che ha faccia dì menzogna Dee i'uom chiudei la bocca quant' ei \puote Perocché senza colpa }a t vergogna. M. C. - Cagliari. — Si rivolga al cava- l iei Brugnatelli, direttore della Libreria Bocca a Milano, che saprà certamente indicarle dove acquistale il libro di Ga- stronomia francese eh» le interessa. L. M. - Cuorgnè. — Le pesche scirop- pate quest'anno non le riescono bene ? Se, per altro, tutte le altre volte il suo metodo dette buon esito, mentre come lei c'informa, « solo quest'anno sono di gusto acre e sembrano sostanze fermen- tate », non è da attribuirsi il cattivo ri- sultato al metodo della confezione; cliè, se così fosse, sarebbero riuscite male anche gli altri anni. In fatti, la ricetta che lej adotta « non f a una grinza ». Che dipenda dalla qualità delle pesche? Comunque, eccole un'altra buona ri» cetta classica, che potrà sperimentare: <t Prendonsi belle pesche colte un po' avanti la loro maturità, si leva la loro lanuggine fregandole dolcemente con un pannolino, si forano in seguito con un a.go , in più luoghi gettandole man ma- no nell 'acqua fredda. Si mette nel me- desimo tempo al fuoco, in un bacino, sufficiente quantità di sciroppo e allor- quando esso è bollente, si versa sul le pesche, che si ha cura di affondare dol- cemente, con tino schiumatolo, finché cessano di rimontare. Allorché le medesime sono sgocciolate si fa cuocere ancora lo sciroppo in buo- na consistenza e si getta bollente sopra le pesche accomodate in una terrina; bi- sogna aver cuia che lo sciroppo sia in quantità bastevole anche le frutta siano coperte. Dopo 24 ore, si ritirano per accomo- darle in un recipiente adattato; si chia- rifica lo sciroppo, se non è perfettamen- te limpido; in fine, allorché esso è cotto a suo punto e raffreddato s; mescola con tre parti di alcool a 22 gradi ; si filtra il liquore, se è necessario, e si versa nel recipiente che tiene le frutta. Queste sono pronte peT mangiare dopo quindici giorni M. T Orvieto. — La sua lettera è così carina, che verrebbe voglia di ri- produrla, ma j troppi elogi, che vi sono per me, me lo vietano. Mi limito a dirle: , & grazie », per la parte che mi riguarda e ad informarla che giro alla Direzione e Amministrazione a Rom a il suo desi- derio fd»' <N"«to già in corso di esaudi- mento) dell'indice. (Che io lo trovi giu- sto, non è il caso di esprimerlo, poiché
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