LA CUCINA ITALIANA 1934
N, 3 — 15 Marzo 1934-20T LA CUCINA ITALIANA 13 GU I DA P E R L A G I O V A NE S POSA Econom. ia.. e buno guost In sui si paria di un giovanissi- mo sposo, di una giovanissima spasa, di m calè matta tino e dell'avarizia di certi mariti.,. Vói conoscete corto la storia di quel giovanissimo sposo, clic lasciando, su- bito dopo la prima notte di matri- monio. la sua giovanissima sposa a letto, si era precipitato in cucina a fare il caffè. Poteva n essere le sette di mat t ina, e la spesa, che lo sent iva almanac- care intorno al bricco, aveva riat- taccato un pisolino, in cui, come in un'opera moderna, r iappar iva di tan- to in tanto un leit-motiv: questo: — Decisamente n matrimonio per- mette di fare una quant i tà di scoper- ta interessanti. Mio mar i to è l 'uomo più servizievole e premuroso d' Ital ia Ce Colonie). Ón! come son felice... fe- lice... felice... Quand' ecco che f inalmente la por- ta della cucina si riaprì, e il mar i to comparve, recando trionfalmente in mano una tazzina e un bricco di caf- fè bollente. — Ha visto la cocca bella eterne fanno i mari tini buoni? — domandò (perchè a quell 'epoca della vita co- niugale la moglie non si chiama che cocco bella, al l ' anagrafe del l 'amore). — Sei un tesoro! — rispose con- vinta la sposa, passando dal la ter- za, persona cerimoniosa all 'affermazio- ne diretta p. categorica. — Bene! D'ora in avanti, tut te le matt ine, alle sette in punto, la cocca bella si alzc*V f arà il caffè, e *ie por- terà una tazza al suo mari t ino buono, che resterà a letto a dormicchiare un quarto d'ora di più. E il tesoro sa- rai tu. « » » Questo umile episodi^ di un debut- to coniugale mi tornava a mente l'al- tro giorno, mentre leggevo una let- tera che una nostra cara abbonata, sul punto di sposarsi, ha indirizzato a Nina. « Come potrei fare, domanda la ignota amica lontana, per organizzare la mia vi ta futura in modo che non ci siano noie, brontolìi e rimproveri, per le spese di casa? Avvezza a sen- tir tut ti i giorni, le lamentele di, mio padre, che casca sempre dal le nuvole quando gli chiediamo i soldi per la spesa, vorrei possibilmente evitare il bis... » L' abbonata si illude. Sperare di tro- vare un uomo, anche il più ricco, il più generoso il più intel l igente e sim- patico, muni f ico e indulgente, che non caschi dalle nuvole e magari dal la stratosfera, quando l a mogl ie gli chie- de i soldi per le spese di casa, è fol- l ia pura. L'uomo, definisce il Fanf a- ni, è un « Essere ragionevole e par- lante». Ma il vechio Fanf ani si è di- ment icato di aggiungere: e bronto- lone. Fuori di casa, e libero, l 'uomo può non deve scoraggiare nessuno. L'uo- mo brontolai in generale, un Po' per posa, e un po' per scaricarsi, quando viene a casa, di tut ta l 'elettricità ne- gat iva di cui si è car icato facendo 1 suoi affari, lavorando, discutendo, e magari divertendosi, fuori. Brontola, si scarica: poi gli passa. Certo, a poter fare come quello spo- so dopo la pr ima not te di matrimo- nio: a poter indurre il mar i to a oc- cuparsi, per un giorno o due, del la spesa domestica, della scel ta dei cibi e delle mille quisquilie in cui si pol- verizza l'assegno familiare... Bastereb- bero 24 ore! Uscito di casa coll ' intenzione di di- mostrarci oow ie si fa a fare gli acqui- sti senza dilapidare un capitale, jl ma- rito tornerebbe col portafogl io vuoto, e un furgone dietro. Gl i avrebbero da- to tali impiombature, gli avrebbero fat to comprare tanta roba inutile, che la vogl ia gli passerebbe, per tut ta la vita, di protestare contro il caro-vi- veri casalingo. Poiché questa, purtroppo, è cosa Ir- realizzabile, lasciamo che i mar i ti brontolino, e cont inuiamo a fare, se- renamente e coraggiosamente, il no- stro dovere di sposine econome e pre- videnti. La vi ta è bella, anche se è un p : 3' dura. Bisogna lottare. Ma riu- scire ad assolvere la propria missio- ne: costituire il conforto e il soste- gno dei nostri car i: dare ad essi il benessere nel la famigl ia, la dolcezza dei nido, nelle piccole indispensabili necessità quotidiane, del la tavola, del- l a casa... questo è veramente una grande e nobile cosa... essere ¿Jnche un animale grazioso e sorridente. Coniugato brontola. Prendetelo quando è alio stato sel- vaggio, con un anello inf i lato nel na- so, come i bovi, e un gonnellino di banane intorno al la vita, come Jo- sephine Baker: brontolerà perchè tro- verà che il prigioniero arrostito non è cotto appunt ino: prendetelo quan- do porta la caramel la, veste all'ul- t ima moda, (con stoffe che intel ligenti industriali inglesi fanno fabbricare a Prato in Toscana, e ci rimandano poi gravate delle spese doganali) e par la coli 'erre di gola: brontolerà egual- mente, se non per via del prigionie- ro, almeno per via dell 'arrosto. — La contessa Tre Stel le! Quel la è una signora che dirige bene la sua casa! Ma questo minimo comun denomi- natore — il brontolio — che af fratel la gli uomini sotto tutte le latitudini, R I C E T TE DI C U C I NA C A S A L I NGA SOGLIOLE RIPIENE Se vi rimanessero delle sogliole - intere già fritte, un po' grandette, fate loro una incisione longitudinale, cioè dalla testa alla coda, da un lato solo, togliete la spina, con diligenza, (ricordatevi sem- pre elle la spina di un pesce fresco deve rimanere tutta intera, e non_ spezzarsi alla più lieve trazione: la spin a che si spezza appena si tocca rivela la scarsa freschezza' del pesce), ed al suo posto mettere un ripieno di pangrattato, prez- zemolo trito, odor d'aglio e di cipolla se non vi spiacciono, il tutto intriso con olio, mettetele sulla graticola dalla parte non incisa e rosolatele. Servitele fredde con fette di limone. Si può pure mettere le sogliole ripiene in tegame con pochissi- mo brodo di pesce o di vino bianco, e dar loro una fugace^ bollitura, tanto per- chè si riscaldino. v , ARROSTO ACCOMODATO Quando invece vi è rimasto un pe;«o di roost beef, specialmente se è poco *ot-
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