LA CUCINA ITALIANA 1935

1 Aprile 1935 - XIII I.A CUCINA ITALIANA 18 COMAZIO Sono stato a prendere il the, la set- timana passata, dai conti Malpieri di Malversa in quella loro casa sull'Au- relia che han fatto costruire per un capriccio di donna Clementina, stan- ca del silo severo palazzo romano, troppo vasto ormai per una famiglia come la sua che si è sparpagliata pel mondo. I conti di Malversa, sono, in realtà, delle persone molto simpatiche. Lei sopratutto, una donna sui trentacin- que anni, alta, bruna, un po' giuno-i nica, ma con un'espressione di bim- ba che casca dalle nuvole con quei\ suoi occhioni di cielo, ha un fascino aZ quale non ti sottrai. " Piace, oltre che per la sua bellezza, per i modi, la vivacità con cui parla, il brio, le cose sensate che dice quasi sempre a metà, perchè si diverte a volgere in riso le cose piii serie. Ha forse un torto, quello d'insistere sulle sue attitudini per la letteratura, co- m'ella dice parlando di un suo volu- me di versi — Coserel le di Sévres — composto quand'era ancora in colle- gio non so più da che Suore aristo- cratiche che la incoraggiavano su quella strada. Ma. non è escluso • che ripensandoci meglio rida dei suoi stessi sonetti, che chiama modesta- mente fiori appassiti. — Come me — soggiunge dicendo una piccola bugia. — Ma perchè, , Contessa — le do- mando — con quel vostro palazzo ro- mano che aprivate al più bel mondo della Capitale preferite questa solitu- dine campagnuola? — Che volete che vi dica, amico mio: forse sono diventata melanco- nica. — Alla vostra età... — Invecchio. . — Devo dirvi che non è esatto? — Per carità, Giorgio, lasciamo da parte i complimenti. — Il Conte non è in casa? — No mio marito è rimasto l'orso che conoscete. Sa che il lunedì radu- no qualche volta i miei amici e non gli par vero di approfittarne per ri- tuffarsi in città. Sarà qui per il pran- zo. Rimanete con noi? Non è neces- sario che torniate a Roma a cam- biarvi: siamo , in , campagna: qui è abolita l'etichetta. Trovo una scusa plausìbile, ma en- trano in quel momento con la figliola ch'era scesa a riceverle, quel frugolo di Matilde con donna Marta e la con- tessina Silenzi, e me ne pento subito. Ci servono il the in una grande sa- la del primo piano, le cui finestre si aprono su di un balcone d'angolo da cui domini il mare della pianura. Quando sei arrivato, quel dado « coi buchi alle finestre» e gli abbeveratoi al posto dei balconcini calcinosi sul- la facciata verdolina, t'era sembrato una gabbia; ma la casa, dentro, am- pia, luminosa, arredata con molto buon gusto, attenua il tuo sdegno. Guarda su quel mobile in fondo, ch'è un autentico impelo, se quella spe- cie di « storta » d'aCuminio con cui l'artista ha creato una donna del •900 come l'ha veduta lui, attraverso i fumi del suo cervello, non è diven- tata una cosa graziosa. Miracoli della padrona di casa. The intimo. Siamo davvero in po- chi, oggi, tanto che la contessimi Si- lenzi propone un bridge. Ha lanciato Videa, ma la distrae un pasticcino che mangia con calco- lata freddezza per coglierne tutte le sfumature e sente ora il bisogno di far lezione. Non è una saccente, tut- t'altro, ma le lettrici conoscono la sua cultura e non ignorano come ella sia una parlatrice che incanta. Lo sà. Sà, fra l'altro, d'avere una voce calda, armoniosa, pieghevole e... si ascolta. L'ascoltiamo con godimen- to anche noi. Quando ha finito ripro- pone il bridge, ma è quasi l'ora dì pranzo. 1 GIORGIO DI T ORR E B RUNA. Evitate gli attacchi reumatici. Tutti gli artritici d e b b o no f a r e una cura di Urodonaf a d ogni c amb i amen- to di s t ag i one. . .. In segui to a c i rcos t anze spec ial i, ( surmenage, ec ce s s i va a l iment az i one, stato sedent ar i o, vi ta a g i t a t a, vecch i a ia precoce} il s angue si s o v r a c an ca di a c i do urico. Immedi atamente compa r i r anno : reumat ismi, mal di reni, rene l la, sciat ica, che a lungo anda r e, minacc i ano la s a ute. La cura di Urodona l, lo spec i f i co ant iuret ico per e c c e l l enz a, a l l ont ana I pericoli del l 'artritismo, e l iminando i residui che cont i ene il s a n g ue e sopratut to i cristalli di a c i do urico. ,. . . Reumatizzati, ev i tate l ' impi ego g i orna l i e ro di sali minerali purgat ivi i dual i, anche se presi a pi ccole dos i , al la l unga po s s ono irritare I intestino, t eme te il sal ici lato di s oda e i der ivati da l sal ici lato che f a nno pe r de re la memor i a, a f f a t i c ano lo s t omaco e dep r imono il cuore. Imp i ega te t 'Urodonal che è stato aut or i z za to da molti anni d a tutte le Commi ss ioni 1 _l»i • hKexAift 1-4» friiHr* GRATIS, Chiedete il libro del 0' E. Faiwe "PERCHÈ IL SANGUE CARICO 01 A C I DO URICO RAPPRESENTA UN PERICOLO" indirizzando ai laboratori dell' Urodonal,l8,Vta Trivulzio, MILANO. 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