LA CUCINA ITALIANA 1935
N. 16 LA CUCINA ITALIANA 1 Aprile 1935 - XI II sto è Via del Quirinale 22. Il paese di Acone (c'ie conta ciroa seicento abitan- ti) è frazione del Comune di Pontassie- ve, a diciotto chilometri ua Firenze. MARIA BASSI. — Credo ch e s'adope- ri l'acido muriatico, ma le confesso che non sono pratica di una materia che esu- l i da « signorilità » come questa... IGNARO. Ho risposto al medesimo quesito nel numero di febbraio. Auguri ai fidanzati. ABB. 29326 - Cagliari. — La direttrice di questa rivista è la prof espressa Dini e non io. Passo la sua domanda alla iollaboratrice della rubrica cucina. Ec- cole una ricetta di biscotti fini, leggeri e saporiti. Pesi quattro uova e ì'-> mesco- li intere col loro peso in zucchero; uni- sca il lor,. ; -so in farina, butti il com- posto in una teglia od in un recipiente quadrato ur.t di olio, burro o strutto, vi metta sopra un pizzico di anici e fac- cia cuocere in forn 0 fino a che sia bion- do e rassodato. Allora capovolga il reci- piente su di un taglie ; tagli delle fet- tine lunghe sei o ette centimetri e lar- ghe un .itimetro e torni a metterle in forno sino a che i biscotti siano croccanti e biondiriimi. ISONZO. — Oocl trattato non esiste, ma chissà e non ne scriva proprio io.. Contro la polvere c's si attacca a mobili ed al ferro battuto serve l'aspira- tore elèttrico che, col soffio o coll'as- sorbimento, ne toglie ogni traccia. I mo bili « a spirito » si puliscono con dell'o lio, misto alla q-iin' 1 parte del suo vo- lume di strolio, passandovi poi sopra a lungo con un panno di vera lana. La argenteria si pulisca benissimo con ac- qua e sapone; pei si lucida con un pan- no di lana o coli; cosidetta i pelle di Dante ». Dopo aver servito l'antipario, il suo domestico porti la scodella della minestra col relativo piatto; quindi ella prepari l a tavola con solo piatto per l'an- tipasto. Gli specchi si pul iscalo uno straccio umido e poi si asciugano con dei pezzi di giornale; è il sistema spic- cio, economico ed «i l iacissimo MARILENA. — Nel numero 7 dello scorso anno ho scritto un capitolo inti- tolato a Nozze d'oro » da cui ella potrà ricavare le informazioni che desidera per le sue nozze d'argento, cambiando in argento quello che là era messo di color oro. Ella vesta in velluto grigio argenti, regali argentei confetti, guarni- sca la tavola con fiori ed animali d'ar- gento o, se non li possiede, con delle ninfee leggere di metallo argentato, che ha l'apparenza d'argento e che sono mol- to di moda. Ordini la stessa distinta del- la sua colazione di nozze. Auguri di cuore. GIUSEPPINA^ DALL'A. — Sempre nel- la buona società il dolce va servito pri- ma della- frutta e del formaggio, alme- no fino a Roma... So che a Napoli, in- vece, preferiscono rimanere colla bocca dolce... MARIA L. P-, Bari. — Quanto è cara e quanta gioia mi ha dato colla sua lettera ! Vedrà che si troverà benissimo a Bari, cit- tà signorile, ospitale e intellettuale. Pen- so che noi, mogli d'impiegati e di mili- tari, dobbiamo una visita alle mogli dei superiori dei nostri mariti (visita che fa- remo col marito) ed, a nostra volta, ri- ceveremo nel modo più cortese le signo- re dei dipendenti suoi. Per avere un otti- mo liquore di ciliegie, migliore dell'esoti- co cherry brandy) con poca spesa e poco « impazzimento », tagliam 0 cortissimo il gambo a delle ciliegie mature, ma noa rotte, empiamone un fiasco fino ali . pa- glia esterna, scuotiamolo b^ue ed em- piamolo fino al collo con zucchero in po l ve» mettiamo una garz-, invece di un tappo e teniamolo quaraii \ giorni in dispenca al buio. Filtriamo il liquido, mangiamo le ottime ciliegine e, se il li- quore non ei sembra abbastanza forte, aggiu •giamor; qualche cucchiaio d'al- T U T T E L E O P E R A Z I O N I DI B A N C A E D I B O R SA A L LE MIGL IORI COND I Z I ONI SEDE CENTRALE E UFFICIO CAMBIO MILANO - P .zza F . Cr i spì u - MILANO TELEFONI: Dal N 81540 all'81549 1 cool perissimo a < gradi. Ma ciò gene- ralmente, non occorre. E, giacché siamo in argomento, le dirò che mettendo le grosse ciliegi? mature sotto alcool e co- gnac in parti eguali, si ottiene un liquo- re eccellente e si hanno per più di un anno delle cili-~ie durissime e sapori- tissime. I miei fi_ Ioli — ormai giova- notti — l i i aciano la mano; io le invio tante c o s e affettuose. GIOVANE AMICA. — « Quando un gio- vane mette la camicia bianca col collo inamidato ? ». Nella buona società soltan- to di sera, quando sia vestito di scuro; nel prossimo numero parlerò dei tè ser- viti in camera da pranzo. Cordialità. ROSETTA. — Il suo fidanzato vuole che la loro futura tavola sia preparata non colla solita tovaglia, ma con i « ser viti » tipo americano, cioè con tovagliet- te al posto d'ogni invitato e nel centro della tavola stessa, ed ella si consiglia con me, dato che ai « serviti » non sono annessi i tovaglioli. Se ella ha comperato .dei serviti tut- ti a rete, prepari dei rettangoli di spessa tela cerata da mettervi sotto, e dei ret- tangoli di amoerro bianco, che faranno da trasparente, e dei tovaglioli (50 per 50) di grossa tela o di canapa, con un piccolo motivo pure a rete ; con i « ser- viti j> di lino o di canapa ricamati in varii modi, prepari dei tovaglioli dello stesso tessuto, con un «motivo » analogo. Le tende pel suo salottino Luigi XVI , vanno col « capriccio » dell'epoca nell'e- guale stoffa dei mobili; i cuscini vanno di seta nei colori tenui, i soprammobili, — bronzi, candelabri, orologi, porcellane — potranno essere da lei richieste alle amiche desiderose di farle un dono di suo gusto; chieda anche qualche piccolo specchio da parete e delle ci appliques » a cui far applicare la luce elettrica. Ho pensato come a conciliare » un sommier in questo salotto, ma ho visto che è im- possibile. Se a lei serve assolutamente farvi dormire qualcuno, ricorra a certi letti pieghevoli, da rizzarsi la sera. Per ammobiliare la sua minuscola anticamera, giacché ella conosce quel mio libro, adot- ti il mobile a vari usi che vi ho descrit- to; con una bella tenda, con una « co- pertura » della porta d'ingresso, con una sedia (se ci sta) un quadro di fiori o con una xilografia avrà un ambiente minu- scolo m a simpatico e signorile. Auguri affettuosi. VECCHIA ABBONATA. — Ma si; una signora s'alza, nel suo salotto, prende la bottiglia di un liquore e l'offre ad un amico, senza preoccuparsi di tovagliolo e di piattino! Evita poi sempre i tova- glioli di solo pizzo, dove . m c'è modo di pulirsi la bocca. Grazie del suo con- siglio alle abbonate sul modo di guerni re la tavola; io però l'ho modificato, preoccupandomi di non bucare il bel pia- no di radica della tavola stessa, o pen- sando che vi sono delle tavole e dei ta- volini col piano di cristallo. Ho fatto preparare un « tondino » in legno di cin- que centimetri di diametro, ci ho messo tre sottili e resistenti fili di ferro doppi, ben fermati al legno; quando ho dei fiori — tipo tulipani _ il cui gambo si possa « infilare » nel fil di ferro, lo « in- filo », nascondendo poi il tutto con ra- moscelli d'asparagus o di felce. L'effet- to è graziosissimo. Trovo che il rosolio di cedrina (erba Luisa) riesce eccellen- te col suo sistema, togliendo cioè, la co- sta alle foglie e tenendole quindici gior- ni in alcool e unendo, dopo i quindici giorni lo stesso peso di zucchero, sciol- to nello stesso peso di acqua ? Grazie di tante parole carine. ELENA MOHOZZO DELLA BOCCA
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