LA CUCINA ITALIANA 1935

•» 1 Giugno 1935-XIII li'A CUCINA ITALIANA 9 Sempre del tè I servizi da tè di argento (uno dei più pratici e graditi doni di nozze) constano del vassoio, della lattiera, della téiera e dela zuccheriera. Spes- 30 vi è unita una caffettiera, perchè così lo stesso servizio è a doppio U VJ, e spesso, per eliminare la spe- sa più grossa, il vassoio è In bel legno — per lo stile 900 — in ra- dica di noce, cai semplice bordo d'argento, sagomato nel medesimo stile della téiera. Allora, spesso, gli altri pezzi — eccezione fat ta della zuccheriera, — hanno il manico di legno analogo. Sarebbe desiderabi- le che tutte le caffett iere e le tele- Vassoio girevole re avessero degli « isolatori » in osso od in legno, allo scopo di non bruciarsi le dita versando le bevan- de, ma l'argenteria antica ne ò. sprovvista. Allora, bisogna ricorre- re a qualcosa... che non sia il biut- 1 n pappagallo verde, di origine teu- tonica, che si vedeva qualche anno f - — per esempio ad alcuni «dop- pi» di panno bianco in forma di petali di fiore d'ala di farfalle. Bisogna cercare che anche il copri- teiera sia di buon gusto; esso può avere la forma solita p. cappuccio, b^n foderato di vera lana, oppure, più modernamente, essere fatto a maglia — tipo berretto — della giu- sti" misura della teiera, con uno spacco per lasciarne passato il collo, a due doppi, lavorato colla lana più sc.ffice e calda che ci sia sul mer- cato. Per renderlo poi carino, basta applicare un mazzetto di fiori di t 'nte Vive ed intonate, lavorati an cbc- essi a ferri. Per impedire che una goccia di té coli dalla teiera e macchi U to- vaglia, ci son 0 d e i minuscoli rotol ; d: caucciù, che si attaccano al collo do'la teiera mediante un legamento metallico e che costano pochissimo; guedfcv caucceiù può essere attac- cato ad un minuscollssimo ramo di olivo o di vischio d'argento, picco la cosa carina che si presta molto per dono di Natale o Capodanno e c'io dà ad Una tavola da tè un tono gf Etile di raffinatezza. Quando una signora non possiede il completo servizio d'argento, ma hi la teiera e la zuccheriera, ado- peri pel latte e pel succo di limone (se lo preferisce alle fette di limo- ne) qualsiasi piccola brocca di Mu- rano o slm.il Murano di colore into- nato o di cristallo bianco; quando nulla possegga d'argento,adoperi 11 completo servizio di terraglia, maio- lica o porcellana annesso alle tazze. Il classico « samovar » — che si vede e si usa ancora nelle famiglie signorili e tradizionali — è in rame dorato o inargentato. Esso può be- nissimo venir sostituito da un bol- litore a spirito, quando non si pos- sano adoperare le più moderne e pratiche teiere elettriche. Il rame si usa poco, ma, chi possiede un bolli- tore di rame sbalzato a mano e an- tico, una bella teiera di rame, l'ado- peri e, unendovi una tovaglietta co- lor ruggine o castagna dorata, delle tazze color avorio, avrà un insieme originale e punto banale. Vanno mol- to le ceramiche multicolori, specie quelle di Pordenone dai colori festo- si, per giardino o per terrazzo, per mare, per montagna o per campagna, e allora si abolisce il servizio d'ar- gento e s'adoperano — per le mu- nizioni di bocca -— i piattini eguali al servizio. A proposito di piattini è bene ricordare che quando Si ser- ve il té in salotto, essi non debbono es.st re necessariamente eguali — co- s i impossibile quando si tratti di servizi antichi ed autentici — ma avere una certa somiglianza di for- mi e di colore. In campagna vanno puie quelli di vetro o di quelle com- posizioni dai colori vivacissimi. Le marmellate, il miele,la mostar- da, si possono servire in piccole coppe eguali, in vetro da poche li- re —oppure anche diveise, potendo cosi usufruire le bomboniere avute in dono negli ultimi anni; se, inve ce, si vuole Un recipiente più gran- de si compera eguale alla brocca del latte e del limone, con un sotto- piatto eguale, sempre per creare ur.ii raffinata armonia. . Col burro, col miele ecc, si servo no sempre dei biscotti 'semplicissi mi, del pane abbrustolito o quei de Jiziosi panini chiamati « sconea » o p&nini scozzesi di cui ecco la ricet-' ta: Impastale g. 125 di farina fi- nissima con 30 gr. di burro, g, 25 di zucchero, g. 20 di lievito artificiale un pizzico di sale e quanto latte t as ta a tenere morbida la pasta. Su ridere, ricavare dei dischi roton- di, dorarli con uovo battuto e cuo- cerli al forno. Al momento di ser- virli (vanno serviti caldissimi) a- pririi nel mezzo e metterci con svfel- t02z;t del burro freschissimo. Il burro — che è molto apprezza- to nell'ambiente straniero — deve essere freschissimo e di qualità su- periore; va portato in tavola a pa- netti interi, su di un piatto di cri- stallo o di vetro, preferibilmente di ferma rettangolare, con un coltelli- Vassoio girevole pronto pcfc il caffè-i no dal manico di madreperla o, più modernamente, con un coltello —- spatola di vetro. Quando si serve il burro, si deve mettere al posto di ogni invitato un coltellino eguale a qu i lo che sta sul piatto del burro, e pcrre qua e là delle piccole salie- re con sale finissimo ben levigato, e dei minuscoli cucchiaini di oorno. Fer abbrustolire bene il pane, si sceglie del pane tutto mollica — il solito « pane a cassetta », oppure del- le pagnotte di pane bigio e saporito — s'inumidisce leggerissimamente e si pon e su di una graticola che sarà bene serva unicamente a questo scopo — oppure s'adoperano certe graziose e praticissime graticole e- leHriche, che s'adoperano, seduti al- la tavola da tè. Si tenga bene a mente, mangiando il pane abbrusto- lito, di farlo a bocca chiusa, por- tando alla bocca dèi piccoli bocconi, pr," evitare scricchiolii e rumori po- co simpatici, di masticare lentamen- te a bocca errheticament.» chiusa e di pulirsi bene l e labbra che fácil- mente restano con qualche minusco- la traccia di unto o di marmellata. I panini ripieni, freschissimi e di piccole proporzióni, si portano alla bocca colla mano, facendone due «

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