LA CUCINA ITALIANA 1935
6 LA CUCINA ITALIANA 1° Luglio 1935-X H I Consigli a Rosetta SOGNI DI MAMMA Fra tante faccenda consuete ed in- consuete, oggi iio latto tutto xi gior- no la massaia al cento per cento: ed ora mi riposo, in poltrona, mentre Rosetta, seduta di fronte a me, in- treccia le ultime maglie di una ca- sac-china di lana bianca, che farà parte del corredino del suo baby. E' molto brava, la mia vicina, nei lavori a maglia. Essi le fioriscono f ra le mani con sorprendente rapidi- tà. Ec co qui. Ieri questa lana era tut- ta ravvolta in un soffice gomitolo. In poche ore Rosetta ne ha cavato fuo- ri un minuscolo indumento immaco- lato che è un amore. Il giubbettino è finito e la futura mammina lo contempla con soddisfa- zione indicibile. Lo ripiega, se lo stende sulle ginocchia e vi preme su il palmo di l la destra, come per spia- narlo. Poi lo spiega di nuovo, infila due dita in ciascuna manica (si di- rebbe che ci fossero già dentro due piccole braccia infantili) e me lo fa ballonzolare davanti agli occhi, per- chè lo contempli a mia volta. I o lo prendo, lo palpo dolcemente, lodo la freschezza e l'unitezza della maglia, poi glielo rendo. E mentre lei si accinge ad involgerlo in una carta velina, le dico, con un sospiro di rammarico. — Sapesse come la invidio, Roset- ta! Darei un so che cosa per avere la sua abilità. La risposta è modesta: _ E' tutta questione di pratica! — Ma la pratica si acquista con l'esercizio. Ed io mi sono cosi poco esercitata nei lavori a magl ia! Ho fatto qualcosa da piccola: due cinto- li di cotone greggio che andarono a cingere i casti polpacci d'una mia vecchia zia nubile, nemica delle giar- rettiere: tre o quattro solette senza garbo nè grazia ed un paio di calze a righe rosse e blu per la mamma. Rosetta non crede ai propri orec- chi — Rosse e blu? — Davvero. - E le donne infilavano le gambo in calze di quel genere? — Allora erano di moda. — Oh, che brutta moda! Bruttissima. Dopo quel paio di calze rosse e blù, dunque, non volli fare altro. Stop! Le esortazioni della mamma non valsero a vincere la mia ribelle avversione ai ferri da cai. za. Porse io credevo che la macchi- na la cui produzioni», si era ormai imposta in commercio, a.vrebbe se- gnato il definitivo tramonto della maglia fatta a mano in ogni e qua- lunque sua applicazione. Guardi inve- ce oggi, e non da oggi soltanto, con quanto impegno le - nostre massaie confezionano dietro i consigli della moda, sciarpe, abiti, pulìower, pan- ciotti, casacchine, berretti di tutte le fogge. Ed anche guanti. L' inverno scorso ne ho veduti dei bellissimi, a quanta varietà di maglie in quei la- vori! Stelle, conciglie, trafori delicati rilievi capricciosi e graziosi. Che sod- disfazione deve essere intrecciare maglie, con mano leggera ed esperta in un indumento destinato a ripara- re dal freddo una persona cara! O Rosetta: se avrà una figliuola, le dia, sì, un'educazione ed un' istruzione in armonia coi tempi: ne facc ia una ragioniera, un'avvocatessa, una scien- ziata. Se crede, di addestrarsi ai ci- menti del nuoto, dell'aviazione, del- l'atletismo... Rosetta protesta: — Che cosa dice mai? — Vada dietro ai tempi. Ma non trascuri, dicevo, d' insegnarle a fare la calza. Appena la sua piccola sara in grado di adoperare i ferri, le co- minci il famoso cintolo di cotone greggio, fatto solo di magl ia a dirit- to. E da quella strisciolina sottile, l 'accompagni pian piano, con un pazienti ma tenace... allenamento (guarda dove va a cacciarsi la ter- minologia sport iva!) in quel vasto campo della pratica, ove maglie len- ti o strette, a diritto o a rovescio, si alternano coi calati e coi cresciuti nelle ingegnose combinazioni dalle quali nascono tanti soffici ed utili in- dumenti maschili e femminili. Rosetta mi domanda, con aria di malizia: — E se madamigella non ne voles- se sapere? Se, dopo due o tre lavori- ni di nessun conto, dicesse anche lei: — Stop! Come una certa signora di mia conoscenza? E, mentre io mi stringo nelle spal- le, si mette a ridere di un riso f re- sco, limpido, squillante, nel quale ri- trovo un'eco della sua gaiezza d'un tempo. Perchè ora è tanto cambiata, povera Rosetta. Pallida, dimagri ta più lenta nelle movenze, ha negli oc- chi il riflesso d'un pensiero segreto, d'una dolcezza languida che spiritua- lizza il suo bel visino emaciato. Sof- f re spesso per un malessere strano, impreciso, snervante che sopporta senza mai lagnarsi, per amore di quello o di quella che ne è la causa innocente. Di una cosa sola si cruc- cia: di non poter più andare a far la spesa al mercato. Il marito novi glielo consente: non vuole che si strapazzi. — Faremo economia in qualche al- tro modo — le dice. — E, per co- minciare. vorrebbe acquistare le provvigioni all'ingrosso. Ma Rosetta si oppone. Ri trova tutta la sua ener- gia ¡per convincerlo che il profitto su cui f a assegnamento è illusorio. Ed io non posso darle torto. Troppo so che l 'avere a disposizione, in quan- tità. considerevole,' grassi, generi co- loniali e di pizzicheria, costituisce un soverchio consumo anche per la massaia più avveduta, nella quale il senso dell 'economia sia sviluppato ai massimo grado. Anche essa cede, involontariamen- te. alla suggestione dell 'abbondanza se f a da cucina, non per adempiere a un dovere increscioso, ma col desi- derio di rendere i cibi più che sia possibile accetti al palato dei suoi cari. Pur avendo l 'occhio esercitato nella distribuzione dei condimenti, 3 così faci le ingannarsi e largheggiare più del bisogno. Se poi c'è di mezzo l ' intemperanza di qualche persona di famiglia, a conti fatti si avrà la do- lorosa sorpresa di constatare che, nell 'acquisto delle provviste all'in- grosso, lo scapito ha superato il gua- dagno. Una mia conoscente, assertri- ce convinta dell 'opportunità di fare le provviste giorno per giorno, mi ha espresso più d'una volta il suo ram- marico di non poter acquistare al minuto anche l 'acqua, il gas e l 'ener- gia elettrica. — Sarebbe l 'unico modo — mi dice — di non spendere più del bisogno. • * » Qualcuno giudicherà banale questo mio continuo battere e ribattere sul- la necessità di portare l 'economia do- mestica fin quasi sul limite della spi- lorceria. Tengo a ricordare ai lettori che la rubrica « Consigli a Rosetta » fu dedicata, nel suo primo numero, alle massaine inesperte della più pic- cola borghesia. Per loro, scrivo: per queste coraggiose donnine, sempre ossessionate dal desiderio di contene- re le spese nelle proporzioni dovute e di accrescere il potere d'acquisto del proprio denaro: per queste eroi- ne del focolare domestico, per le qua- li troppo spesso la vita si compend'a in un bisogno ininterrotto di rinunzie e di sacrificio. FR I DA A V V IOS alle abbonate Le nostre gentili amiche — di cui l 'abbonamento alla "Cucina Italiana„ scadeva col 30 Giugno — sono pregate di f ar avere all 'Ammini- strazione il modesto importo del- l 'Abbonamento, entro il mese cor- rente, ad evitare che sia loro so- spesa la spedizione del Giornale. Chi desidera il cambiamento d'indirizzo, è pregato di inviare L. X,— anche in francobol l i.
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