LA CUCINA ITALIANA 1935
1° Lugl io 1935-Xni LA CUCINA ITALIANA 27 A P P A R E C C H I PER ILLUMINAZIONE e A Z I O N A L i S E G 1 E T Q S V E L A T O PHILIPS Non ho mai fatto delia tavola l'unica fonte di gioia e di godimento nella mia vita ed infatti assai mi allettano gli al- tri lieti piaceri siano essi intellettuali o materiali. Non vi ha dubbio però che dopo una intensa giornata di lavoro mi piace as- sidermi alla tavola di casa mia e lo faccio con un senso di vera letizia, tro- vandola sempre sapientemente ed acco- glientemente preparata dalle mani di mia moglie. Non posso nascondere che questo sen- so di letizia è corroborato dall'attesa di quanto mi sarà servito e che questa at- tesa, fortunatamente si risolve sempre in un vero godimento del palato. Infatti tutto contribuisce a non delu- dere le aspettative e se pure trattasi di piatti sani, semplici ed in complesso di un vitto frugale, la preparazione è sem- pre accurata, la cottura perfetta, la pre- sentazione veramente superiore ad ogni appunto. Voi diréte che l'abitudine d'un slmi- le trattamento dovrebbe togliermi la pos- sibilità di tanto apprezzarlo, ma mi so- no accinto a questa confessione appun- to perchè .avendo dovuto in questi ul- timi tempi assentarmi contrariamente al- le mie abitudini, la mia prolungata as- senza mi ha fatto ahimè rimpiangere assai il confortevole e perfetto desco fa- migliare. Rientrato qualche giorno fa nella pro- spettiva di ristorare i miei maltrattati organi della digestione e di rivedermi di nuovo fra le pareti accoglienti della mia piccola casa, ho voluto sollecitare mia moglie a svelarmi il segreto di una cosi sapiente organizzazione. Se in parte ero preparato alle sue ri- sposte per quanto in linea generale si poteva riferire agli argomenti sulla scel- ta delle vivande, sulla composizione del- l'insieme della lista, sull'oculatezza nel- lo scegliere le parti delle carni più adat- te e via via ad una quantità di sottigliez- ze piene di giudizio, non mi sarei mai immaginato che mia moglie attribuisse tanta importanza all'illuminazione della cucina. Difatti dopo avermi, colla sua abituale conversazione brillante (che non manca a tempo c luogo di qualche op- portuno motto di spirito) intrattenuto con non celata soddisfazione su una quantità di argomenti del genere, essa volle accompagnarmi nel laboratorio do- ve si preparano ai mariti, con sapienti elaborazioni gastronomiche, quelle ore di serenità che immancabilmente seguono la consumazione di un buon pranzetto. Il sopraluogo alla cucina (da me non mai osservata in dettaglio) colla guida di così sapiente cicerone è stato interes- santissimo. Non parlo della pulizia generale accu- ratissima dell'ambiente, dello splendore dei rubinetti, del nitore dei rivestimen- ti di porcellana, ma voglio soffermarmi principalmente sulla praticità e la ot- tima distribuzione dell'illuminazione del- la quale, ripeto, mia moglie fa uno dei principali capisaldi della buona organiz- zazioaa e dei buon funzionamento di que- sto locale, che deve contribuire ad assol- vere un compito cosi delicato nella condu- zione dell'azienda domestica. Ho scorto sull'acquaio un magnifico braccio in porcellana robusta provvisto di vetro ad avvitatura stagna, che illu- minando perfettamente l'acquaio stesso, permette la lavatura delle stoviglie con somma accuratezza e con assoluta per- fezione. L'illuminazione dell'acquaio è in una cucina cosa di somma importanza per- chè, come risaputo (anzi come mia mo- glie mi ha svelato) nell'acquaio oltre al- le stoviglie si lavano le insalate e le verdure, che solo a piena luce e con abbondante dose di acqua, si può essere sicuri di sceverare da ogni impurità. La confezione stagna di questo brac- cio e la materia di cui è costruito ne permettono il lavaggio. Altro punto della cucina che ha biso- gno di una buona illuminazione, perchè la sorveglianza della cottura dei cibi possa espletarsi con scrupolo, è il for- nello, sul quale infatti in casa mia cam- peggia pure un altro bel braccio di porcellana, di forma e di esecuzione iden- tica al precedente. L'illuminazione generale 6 completata da un ottimo diffusore sospeso nel cen- tro dell'ambiente, con montatura intera- mente in porcellana ad esecuzione sta- gna e quindi pure lavabile. Il mio gentile cicerone mi diceva poi che nella cucina gli apparecchi di illu- minazione non devono mai avere le mon- tature in metallo, perchè i prodotti in- combusti del gas ed il vapore acqueo che emana dalle pentole, hanno sul me- tallo un'azione ossidante che ne offusca rapidamente la lucentezza e che ne pro- voca spesso la corrosione. Oltre a ciò (sempre a detta del mio cicerone ed istruttore) è da suggerirsi l'applicazione di apparecchi in porcellana a tenuta stagna, perchè possono essere frequentemente lavati, ovviando il depo- sitarsi periodico della polvere sulle par- ti illuminanti di essi, polvere che pro- voca una notevole diminuzione del loro rendimento luminoso. Mia moglie, fra il serio ed il faceto, ha voluto anche farmi notare che quan- do trattasi in generale di acquisti di og- getti di stabile rifornimento, essa si at- tiene al vecchio adagio, « cni più spende meno spende ». Dunque in omaggio a questa massima, essa ha acquistato ap- parecchi di illuminazione di grande mar- ca, sicura che il lieve sopraprezzo paga- to le sia completamente risarcito dalla robustezza dell'apparecchio e sopratutto dal suo eccezionale rendimento luminoso che permette l'impiego di lampade meno potenti e di limitato consumo. Ho dovuto necessariamente riconosce- re a mia moglie, sempre però con certa riserva per non fomentare eccessivamente in lei la consapevolezza delle sue ecce- zionali doti, il merito che le compete per un'organizzazione così sapiente e l'ho fat- to (sia detto in confidenza) oltre che per sentito dovere nella ghiotta speranza di certi nuovi godimenti gastronomici! B. ¡SALASI 'I
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