LA CUCINA ITALIANA 1935

6 1° Agosto 1935-XIII Consigli a Rosetta Nastro bianco Vengo ora da una casa amica che stamani, all'alba, è stata allietata dalla nascita d'una bambina. Ed ec- c o Rosetta che ha tante domande da farmi sulla puerpera e sulla neo- nata. Di questa specialmente s'in- f orma con un interessamento spie- gabile in una futura mammina an- siosa di pregustare la gioia che la aspetta, attraverso quella d'un'altra mamma, sia pure a lei sconosciuta. Io, dunque, dò a Rosetta i rag- guagli che desidera. Le dico che la pupa ha i capelli neri, gli occhi az- eurri, un visino tondo, tondo, ed una boccuccia di rosa; che è flori- da, bellissima e che le metteranno nome Cesira. Sorpresa di Rosetta.,, — Cesira? ...e proteste. — No! Via! Non è possibile! Scherza? — Dico sul serio. — Oh che brutto nome! Comune! Pesante! Fuori dì moda! Ma chi ha avuto questo cattivo gusto? — Una sorella della puerpera, una cara ragazza scomparsa da poco tem- po, si chiamava cosi. Si è voluto ren- dere omaggio alla sua memoria. — Comprendo — dice Rosetta. Tut- tavia è triste legare al rimpianto, per virtù d'un nome, una piccolina appena nata! Per fortuna — sog- giunge — nel mio parentato non si lamentano lutti recenti: ed io potrò mettere al mio tesoro il nome che più mi piacerà. — E' un fatto — mj dice quell'in- contentabile donnina — che il nome è intimamente legato alla persona- lità di chi lo porta. Quante volte, basandoci su quelle tre o quattro sil- labe, si fa la psicologia di qualche più o meno illustre sconosciuto! E come dispiace di dovere indicare, con un nome volgare o sgradevole, un tipo simpatico, specie di sesso fem- minile. Ecco perchè i genitori do- vrebbero scegliere per i loro piccoli i nomi più nobili e più belli, ed in piena armonia con la nostra epoca. Non sente che risonanza anacroni- stica hanno queste tre sillabe: Ce- si-ra? Non le pare che richiamino alla mente l ' immagine d'una donna anziana, cogli occhiali e magari un tantino di barba? Io, per me, sarei desolata se una bimba mia dovesse chiamarsi così. O la puerpera che cosa dice? Ha un animo troppo gentile per contrastare questo pietoso desiderio dei suoi. Già è così assorta nella contem- plazione della fisrliuolina. coàì illan- guidita dalla gioia 'di vederla bella e e prospera, che non può pensare ad altro. — L'hanno messa nel suo letto, la bimba? — Si. — E lei, dica, l'ha vista poppare? — Non aveva ancora poppato. i— Oh, poverina! Vogl iono farle soffrire la f ame? — E olii le dice che abbia f ame? Rosétta conta suil e dita con mossa fanciullesca: — Scusi: sono quasi ott'ore e mez- zo che è nata. Che cosa aspetta la mamma a porgerle il seno? — Aspetta che siano trascorse quelle 9 o 10 ore che sono il più re- golare intervallo f ra la nascita d'un bimbo e la sua prima poppata. Rosetta non è persuasa. — Ma se il bambino ha fame... — Il bambino, appena nato, ha più bisogno di riposò che di cibo. La futura mammina s'intenerisce. — E' stanco, poverino. — Crede che sia stanco davvero? — E come! Quella di venire al mondò è, per una creaturina, la pri- ma fatica della sua vita. Perciò, dopo averle fatto fare un bel bagnino caldo ed averla fascia- ta, è bene metterla a nanna e la- sciarla riposare fino a che non sia giunta l'ora di darle 11 nutrimento che si sta raccogliendo per lei nel petto materno. a base di g l i c e r o f o s f a ti e nuc l e inati dì c a l c i o e « o d i o, è il mi g l i o re r i cost i- tuente pei c omb a t t e re la d e b o l e z za gene r a l e, il d imag r imen t o, il nervos i- smo , l ' a n emi a, il l infat i smo e f esaur i- me n t o o r g an i c o. Si prende primo o subito dopo il patto : VI cucchiaio gii adulti | mezzo cucchiaio i fanciulli. 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Per la puerpera, poi, c'è il rischio che, a causa del prolungato ristagno delle prime linfe, si formino nel suo petto ingorghi dolorosi ed ostacolan- ti il deflusso del latte. Crede, Ro- setta, che sia faci le dare ad una puerpera e ad un neonato un'assi- stenza conforme ai più illuminati cri- teri fisiologici? Sa quanti pregiudizi e preconcetti sussistono ancora nel- la mentalità di molte donne, alle quali è affidato questo delicatissimo incarico? Vede: La nonna materna della pupa nata stamani — una don- netta tutta cuore ma troppo in arre- trato ai tempi — era nelle smanie per paura che il digiuno, come di- ceva lei, nuocesse alla nipotina. Ri- conosceva la necessità di lasciare la puerpera tranquilla per darle modo di riaversi dalle sofferenze patite e, al tempo stesso, per favorire la se- crezione del latte: ma parlava già di ricorrere all'aiuto d'una vicina; una madre — nutrice giovane e f lo- rida che sarebbe stata lietissima di offrire il suo latte alla neonata. Ma la nonna paterna, che, per aver frequentato un corso d' infermiere, d'igiene ne sa abbastanza, vi si è opposta. — Niente affatto — ha detto — La piccola deve attaccarsi al petto della mamma, per succhiare il cole- stro che, per le sostanze grasse e gli speciali fermenti di cui è comnosto, ha un'azione tanto benefica nell'inte- stino del neonato. Rosetta guarda l 'orologio. — Avrà poppato la mimma, a que- st 'ora? Le dico di sì: e la mia risposta la consola. S' incrocia 4 le braccia sul netto e rimane così, immobile e con lo sguardo fisso, tutt'assorta in un nensiero che le irradia i] volto di dolcezza. Forse le sembra di vedere «è stessa nell'atto di norgere 11« seno alla sua creatura. E siccome non sa ancora come chiamarla, la invoca, certo, con un nomo che vale niù di tutti gli altri, maschili e femminili, ed in cui si esala la tenere^^a di cui la futura ro^mma ha colma l'ani- ma; — Amore! FR I DA

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