LA CUCINA ITALIANA 1935
1° Agosto 1935-XIII LA CUCINA ITALIANA k 13 Agli autisti, quando sono più evo- luti, danno del « l e i » ; alle domesti- che, le padrone danno del « tu » e gli altri del « voi », ma, in alta Ita- lia, alle cameriere alle « vere » cuo- che, si dà anche del « lei », perchè ciò le innalza nella loro stima e le fa tenere in considerazione dall'al- tra servitù... ma, poi, non è il « lei » od è il « tu » il mezzo per ottenere quanto non si ottiene -— generalmen- te —- colle cattive e brusche manie- re; il mezzo è la cortesia. In famiglia, la cortesia dev'essere una seconda natura. Quando il ma- rito chiama, la moglie invece di ri- spondero « Ch e ? » , «Che vuo i ? », « Che ti serve ? », risponda « Caro ? » con un bel punto interrogativo; i figlioli ( ch e una volta erano abituati a rispondere «Comand i ?» senza met- tere nella parola nessun significato servile) adesso possono rispondere « P a p a ? » — « Mamma ?» sempr e col punto interrogativo nella voce. Il vocativo « cara » in bocca o sulla penna di una signora non più gio- vanissima, è molto fine e cordiale certamente va riserbato alle amiche e non alla cuoca, a cui si rispon derà «Che cosa vuo i ? ». E' doloroso constatare come molti uomini siano cortesissimi fuori di casa, persino troppo! Essi mal tele- grafano mettendo per indirizzo il so- lo cognome, ma lo fanno precedere dalle parole « signora o signore » mettono sulla busta « all'Ili, signore » si congedano al telefono con un ca- valleresco « le bacio l e mani », ma quando sono in casa dimenticano quelle piccole finezze, quelle piccole cortesie, ch e FILETTI EXTRA F s. PRODUZIONE SPECIALE DELLA Ä. T O N N A RE F L O R IO fanno felici le donne! Un signore diceva un giorno: « T r e sono i privilegi concessi alla donna: passare per la prima dalla porta, avere la destra in vettura, essere servita per prima a tavola ». Povere noi donne se avessimo sol- tanto questi tre... e povere quelle donne, che non hanno neppure que- sti tre, nell'intimità della vita quo- tidiana! Ma anche esse hanno dei doveri di cortesia verao il marito, che do- vrebbero sempre trattare« come quan- do era fidanzato... ch e non dovreb- be subire le ire, i bronci, il malu- more della moglie, la sua pettina- tura arruffata, i suoi vestiti vecchi e disordinati! * « » In ogni ramo dell'organizzazione domestica, la padrona di casa deve pretendere educazione e signorilità e non riserbarle ai giorni di gala « c o - me i tapneti e le oosate d'argento » scriveva Giuseppe Giusti, di scolasti- ca memoria. La tavola da pranzo non potrà avere tutti i giorni una guar- nizione di cardenie, d'accordo!, ma aver sempre un fiore, un ciuffo di foglie, una statuina, uno di quei ra- mi di fiori in vetro, in ceramica, in mollica di pane, un piccolo orna- mento-.. la domestica deve avere sem. pre un grembiule bianco immacolato e servire collo stesso metodo e gar- bo, come vi fosse un'altezza serenis- brate, che pretendono l'equilibrio nel- [EMILIA ¡MARCHE UMBRIA ABRUZZI ¡CAMPANIA ^SICILIA »SARDEGNA A G E N T I D E P O S I T A RI LAZIO: inia&di Gaetoan ]P. General Sc,io 13 TRAPIAN S. DI G. PIAZZA Piazza dell'Emporio, 16-a - ROMA PUGLIE LUCANIA L. LAROCCA BARI LOMBARDIA: S. A. E. AGNOLETTO Via S. Lucia, 1 - MILANO PIEMONTE: L. VIARENGO ASTI TORINO: Docks P. Nuova V Comp. VENETO: I VENEZIA \ D. COCCON GIULIA jFond. d. Misericordia VENEZIA l'i591 — VENEZIA TRIDENTE LIGURIA (S. C. A. S. prov. Genova jP. F. Corridoni, » La Spezia/ GENOVA LIGURIA ( prov. Imperia ) » Savona { C. LANTERI ONEGLIA TOSCANA R. DEL BRAVO Borgo dei Greci, 25 FIRENZE IN OGIN BUNO NEGOZI DI GENEI R ALIMENITAR sima fra i commensali!... così l'ap- partamento deve essere sempre in ordine. Ma se ci sono bambini chias- sosi ed irrequieti? Se ci sono barn bini, bisogna magari sacrificare un salotto e dare loro una cameretta per il gioco, il soggiorno, per i pa- sti, bisogna insegnare loro a riporre giocattoli, a mettere nel cestino le carte delle caramelle, a non spor- carsi le dita ed il grembiule, a non aggravare il lavoro della bambinaia. Quando vedo una casa che è tutta all'aria, senza più ordine, senza più orario di pasti, solo perchè vi è nato un bambino, compiango il padre e padrone, e penso che non è un in- coraggiamento alla politica demogra- fica! Un bimbo abituato dal primo giorno ad avere un orario per i pa- sti, pel sonno, pel bagno, abituato a restare calmo nella sua culla (e non sballottato giorno e notte da indulgenti e colpevoli parenti !) se è sano, permetterà alla mamma d'es- sere sempre accurata come prima di averlo, di fare un'igienica pas- seggiata, di leggere libri e riviste, d'uscire un'ora col marito e di diri- gere la casa e di tenerla ordinata come prima... Così il bimbo rappre- senterà un coefficante alla felicità, non disturberà il regolare andamento della vita famigliare e sociale di ma- rito e moglie. Le brav e donne e le brave mamme non sono quelle esa- gerate, fanatiche, ma quelle equili- le cosa e nelle persone che le cir- condano. * * * Un'ultima osservazione. Il mio professore di storia ci par- lava, in un giorno lontano, di un re non so più s e di Francia o d'In- ghilterra e ce lo presentava colle pa- role « Carlo il Buono, che avrebbe potuto anche chiamarsi « Carlo l'im- becille ». Non bisogna esagerare neppure in bontà ed in condiscendenza, perchè ci sono quelli che subito ne appro- fittano. Chi è esageratamente buono, muore in miseria dopo essere stato in balia di accaparatori, di indeli- cati, di lestofanti, di filibustieri. Dob- biamo essere sempre, costantemente, cortesi nella forma, dobbiamo ccsere, moralmente, intransigenti per prin- cipio ed indulgenti in pratica, ma dobbiamo anche saper « mettere a posto » le persone ch 3 a noi conti- nuamente si rivolgono per le più inutili e ridicole cose o favori, che vogliono abusare della nostra bon- tà. E' cosa difficilissima, perchè bi- sogna agire senza mortificare ma è cosa che tutti dobbiamo impara- re, ed in cui si avrà la pietra di pa- ragone se sappiamo amare il pros- simo e se anche sappiamo vive-e in quel giusto equilibrio, ch e è una for- za, una felicità ed a cui dobbiamo tendere sempre. ELENA MOEOZZO DELLA ROCCA
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