LA CUCINA ITALIANA 1935

N. 14 LA CUCINA ITALIANA 1° Settembre 1935-XIII Mogli di cacciatovi, vittime ignorale... . . i J .. Ì iL _ _ « tuffa f^r, Tina sionp nftr un Tiasserotto: ma C'è un mestiere a cui non ho mai saputo pensare senza fremere: quello di moglie di un cacciatore. Fra le tante.... caratteristiche (non parliamo di difetti, per l'amor di Dìo!) che un nmrito può avere: appassionato per la radio tanto da farla sempre suo- nare a tutta forza, nei momenti me- no opportuni; tifoso di foot-ball, col- e di spirito, allegro e forte, e tutte quelle belle cosine se le fà tutte da sè, e se le assapora, anzi, con la gioia muta e terribile dei fanatici integra- li. E il Ciel vi guardi dal metter ma- no a qualcosa che riguardi «quella roba 11». La dura prova a cui sono sottopo- ste, in questa stagione, le infelici con- l'aggravante di pretendere che anche la moglie lo sia, e assista a partite e a discussioni; collezionista di fran- cobolli, (raccoglitore, ha definito un umorista, di sputì internazionali) de- sideroso di far condividere alla con- sorte le gioie della filatelia, fino al- lo svenimento se a uno di quei pez- zettini di carta manca la dentellati! ra, etc, etc, etc — la passione della Caccia (nel marito) è senza dubbio una di quelle che reclamano in una donna le maggiori doti di equilibrio e di auto -controllo: di resistenza e di predisposizione al martirio. Non che il cacciatore sia un tiranno, che pretenda di costringere la moglie a lunghe massacranti passeggiate in campagna 1 , all'acqua o al sole: nè che, in un suo incosciente egoismo, ob blighi ia consorte ad un soprappiù di lavoro, come sarebbe dare il gras so agli stivali da palude, preparare pezzettini di cuore per ia civetta, o lustrare il fucile e ungerlo- Niente di tutto questo. Il cacciato re è sempre un perfetto gentiluomo cavalleresco e cortese, sano di corpo sorti dei felici cacciatori è, direi, di una essenza puramente intima ey ri servata: ed è materiata da picèole impalpabili, imponderabili necessità: necessità di non sorridere, di non sbadigliare. Roba tremenda! Che i cacciatori non riescano, qua- si ma', ad ammazzar niente, è una cosa che tutti sanno. Di tanto in tan- to qualcuno più intraprendente rie- sce £' impallinare il proprio cane, o spinge lo spiri to di iniziativa fino a tro u iepe, per un passerotto: sono casi sporadici, rarissimi (per fortuna) e generalmente non desti- nati ad essere raccontati a veglia. Il cacciatore tipico, il cacciatore pu- ro, è l'uomo più inoffensivo della ter- ra: non ammazza mai nulla; non ammazza mai nessuno. Ed è proprio questo quello che costituisce il sotti- le martirio della moglie del caccia- tore. Perchè essa deve nascondere il suo sorriso, quando il marito, tornando, le racconta che proprio quel giorno le cartucce non « facevano », se no avrebbe portato a casa chi sa quante diecine di starne, e quante quaglie bellissime: deve saper atteggiare il volto a fiero disappunto, quando le narra di una beccaccia grossa come un plesiosauro, che è caduta stecchi- ta dentro un folto dì canne acqua- tiche, ma ohe non è stata più tro- vata, quando il cacciatore è andato di rinforzo al cane, a cercarla: tra- scinata, certo, più lontano, chi sa do- ve, da qualche misteriosa corrente ...sottomarina. E' incredibile quante misteriose correnti sotto marine ci sieno, per le beccacce, nelle più one- ste paludi nazionali. Ma dove sopratutto deve essere eroica la moglie del cacciatore, è quando le occorre far finta di crede- re che quelle sei lodole comprate, tanto per tener alto il prestigio, dal proprio signore e padrone, al merca- to vicino, sono state ammazzate da lui, anche se all'odore rivelano di es- sere state uccise 3 giorni prima. Pare roba da nulla, direbbe Petro- lini, ma bisogna trovarcisi. Una mia intima amica mi riassumeva la sua situazione così: — In generale, io corro incontro a mio marito con l'aria ansiosa e fre- mente. — Come è andata? — Se mi dice subito che è andata male, tiro un sospiro di sollievo- Vuol dire che il pranzo rimane quello che, sapo- roso e fragrante, sta cuocendo sul fuoco. E, dopo aver acconciamente protestato contro il vento contrario, o la polvere che non faceva, o le correnti sottomarine, me ne ritorno alle mie care pentole, lieta e sere- JJlIlg lu ¿jp.ii ^u . — scambiare un collega, appiattai die- na. Se invece lo vedo metter mano S i curezza as so luta Ma s s ima praticità Ec onomia G r a n de po t enza c a l o r i ca ecco i pregi del Fornoell a gsa id petoroli " RORBU Chiedere listini e prezzi alla Ditta EDOARDO COLOMBO di CARLO DE-FILIPPI Via Melzo 17 Telet. 25328 - MILANO

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