LA CUCINA ITALIANA 1935

!• Settembre 1935-XIII LA CUCINA ITALIANA 15 gli conosco bene, tra sornione, im- barazzato e soddisfatto, mi sento ge- lare. Cosa gli avranno mai appicci- cato? * * * Ci sono però alcuni casi, di caccia- tori che riescono anche a portare a casa qualcosa: rondoni, qualche pas- serotto, un piccione domestico, sor- preso fra la polvere della strada. Una volta una mia amica tremò, ve- dendo 11 marito tornare dalla cac- cia con due gabbiani, uccisi per com- binazione, mentre folleggiavano sul- la riva. E' lì che si doveva rivelare —- e che si rivelò, — lo spirito dì iniziativa, l'illuminata genialità della buona moglie. In un batter d'occhio, davanti a! marito orgoglioso e feli- ce, i due gabbiani, che sono notoria- mente fra i più pestilenziali uccel- li marini, duri, oleosi e puzzolenti (qualcosa come un pezzo di coper- tone d'automobile cotto nell'olio di fegato di merluzzo) furono spiumat svuotati, ripuliti, sistemati in una casseruola. — E ora, disse la signora, con un bel bacio - - lasciami cucinare in pa- ce. Sentirai che arrosto, amor mio! II marito, tutto gongolante, andò a spogliarsi: si rivestì da privato e in- nocuo cittadino: sentì ij bisogno di andar a raccontare la sua fortuna a sette o otto amici. E ci fu un breve misterioso con- ciliabolo fra la signora e la dome- stica; e la domestica usci, recando sotto il braccio un involtino altrettan- to misterioso: e poi ritornò, con un E la sera, quando il marito, che non avrebbe ceduto quell'ora per tut- ti i tesori della terra, potè dare il primo morso a una delle coscie di quei gabbiani arrostiti, fu un grido di gioia: T U T T E LE O P E R A Z I O N I DI b a n c a e d i b o r s a ALLE. MIGLIORI CONDIZIONI SEDE CENTRALE E UFFICIO C'AMBIO MILANO • P.zza I . Crispl 14 MILANO TELEFONI: Dal N 81540 ali 81349 — Sono squisiti, amore. Li hai cu- cinati benissimo. Sembrai» polio. • * # E ora dovrei darvi, naturaknente molte ricette di caccia. Ce ne ho c e £ tinaia. Dalla lepre in salmi alla per- nice Jose-Maria; quei celebre* brigai te« spagnolo che non assaltaVa mai r e s c a m e n t e ^ ^ 3 a l U t a i ' e ™ l ! i o s c ame n te l a s i gno r e, e non le ri,. rubava mai degli anelli W » 1 va*-.* „h„ , «ueni senza osser- vare che « C0S l b e ] l e m a n . no b i s o g no dì o r n a m e n t i» di flfe«?^,- 0 f f r Ì r W U D a r l c e t « a * ? - n J e t u d i Piccione. Vedrete eh« r à DHI f a P / a t t Ì d i C a C C Ì a * ra p i ù f a c i l e pz -ocurarvi za^coUura ' T ^ 1 P Ì CC Ì Onl a l a ! ' , \ U n a c a s s e ™o l a dove . P° d l burro. Poi s i tagliano ' P i c c i oni In pe z z i r e go l a r i , e ! a n ° na f f i a . no c on v in b i a n co s è c co j " di amone, saie e pepe. Lasciamo ma- q u7no k T S l O U q m ° p e r buon ' P 0 1 s i Prendono questi pezzi di piccione, si asciugano sì in- ìTZzr* dci pan * uo- vo battuto, e si fanno friggere in olio, o burro, molto caldi. ° Quando i piccioni soijo dorati s i U n g T r P i a t t 0 - t o n d S f ™ T ' S e c o n d o , a C a g i o n e , d a stel c da fatate.' ° ^ — ^ * * * Che ne dite di un matrimonio fra « fagiuoli e le patate? Scommetto che non v'è mai passato per la te- sta di provare. Mi pare che \ sia zia che lo fanno. Ad ogni modo ec- co la ricetta: si fanno scottare dei fagiuoli freschi. E P o i s i g e t t a n o una casseruola, dov e del g r a s s o d rognone abbia fuso, arrosofendo be- f ° S S a C Ì p 0 U a ' Q u a n d ° i fa- puo ' i (che avrete salato e impcpa- to sono quasi cotti e insaporiti i ^a l e a d l r e d o p o u n , o r a d J cottura, a casseruola coperta - ag! mungete qualche patata sbucciata e tagliata a quarti: e lasciate bollire a mezzo fuoco per un'altr'ora. Di tanto in tanto, se occorre, aggiunge- te u„ cucchiaio di acqua calda. C'è s foc i ai n i a n g Ì a ' Ì D S Ì e m e ' q U a l c h e s a l - * * * Volete fare un gelato di... riso? Eccovi i a ricetta, che ho avuto quest anno nell'Alto Adige. Cuoceto U riso nel latte, a cui avrete aggiun- to zucchero di vamiglia. Quando il s o . ° cotto, e ì] latte è scomparso, aggiungete ciliege cotte e sciroppa- te, pesche e albicocche idem, taglia- te a piccoli pezzi, e uva passa, e pi- bacchi. Mescolate il tutto, come se doveste fare un pasticcio, e poi la- sciate ghiacciare mettendo il reci- dente in un frigorifero, o addirittu- ra circondate di ghiaccio il recipien- te ben chiuso. Ai momento di ser- vire mettete in coppe, e sul gelato di riso disponete un cucchiaio da tavola di nanna", ugualmente ghiac- ciata. E' delizioso. Un po' pesante, ma delizioso. Ì T W A

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