LA CUCINA ITALIANA 1935
sa LA CUCILA ITALIANA 4" Settembre 1935-XIII Seguì del prosciutto della Virginia K A LMI N E È SEMPRE A L LA T E S TA DI TUTTI I C A C H E T S A N T I N E V R A L G I C I . Aut. Pref. Milano 19370 del 4-i -35 -XIir ascensore — al ristoratore della casa. Unico servizio che nessun albergo — neppure di gran lusso f a — è quello di pulire le scarpe; invece i vestiti, in questi « apartament-hou- se » e negli alberghi sono spolverati, smacchiat i, st irati e r imandati in un batter d'occhio. L' ideale di ogni donna amer i cana sarebbe, poi, quello di avere il suo « apartament-house » al Valdorf A- storia Hotel, che è stato creato per da r e ai mi l iardari ed anche ai mi- l ionari il più ideale dei « chez-soi ». I l lussuoso palazzo sorge nel più lussuoso quartiere, è ammobi l iato con gusto squisito (non americano, questo!), è ricco di capolavori euro- pei ant ichi e moderni, è il regno della raf f inatezza più completa, dove i mi l iardari e i mi l ionari ed il gover- no ospitano gli amici, ie persone di grande r iguardo e le delegazioni più importanti- Vi sono cent inaia di sa- loni per feste e per banchetti, con- tenenti ognuno cent inaia ed anche migl iaia di persone, un'organizzazio- ne fantas t i ca di cucina e di servizi, le porcel lane più preziose, i tappeti più rari. In ogni ambiente vi sono immesse correnti d'aria calda e fred- da sapientemente dosate e studiate da fisiologi e da scienziati, in modo che l ' atmosfera sia purissima e la temperatura sia costantemente di venti gradi. Ogni motivo di disturbo dato dal la col lettività è eliminato. Per esempio, nessuno più bussa al la porta, bensì suona un campanel lo che è udito solamente dal l ' interessa- to; nessun cameriere viene a risve- gl iare un ospite, bensì il portiere lo fa toccando un tasto, che va a fini- re sul casc ino del dormiente. Se una signora vuole, per esempio, un pro- fumo, mette un bigl iettino in uno dei tubi pneumat ici del suo salotto ed in meno di un minuto, ha il pro- fumo sul suo tavolo e se lo t rova ad- debitato sul suo conto. Nel lo stesso edificio vi sono botte- ghe di gran lusso: barbiere, manicu- re, pedicure, fioraio, giornalaio, li- braio, vi è un emporio della più fine biancheria per uomo e per signora, di vestiti, pelliccerie, accessori tutti di gran lusso. C'è, in permanenza, un medico ed un infermiere; c'è l'uffi- cio postale, telegraf ico, la banca, l 'uf- ficio cambi, l 'ufficio viaggi, l 'ufficio biglietti per il teatro, l 'ufficio Cook, quello di navigazione. C'è un ufficio di copisteria con eleganti datti logra- f e dal la fantas t i ca rapidi tà, ci sono delle accompagnat r i ci per condurre gli ospiti a vedere la ci t tà ed a f are delle spese; vi è un personale spe- cial izzato che non si meravigl ia di nulla e procura, colla stessa indiffe- renza e disinvol tura una balia, le fragole in gennaio, un aeroplano per raggiungere un bast imento g ià par- tito, una col lana di bri l lanti da un milione, un pastore per celebrare delle nozze, delle aragoste da cin- que chili l'una... e così via. A fianco del direttore generale (che ha uno stipendio da presidente di repubbl ica. delle interessenze idem, che liquida qualcosa come ven- ti milioni dopo vent 'anni di carrie- ra) vi sono diecine di direttori spe- cializzati, che si chiamano «mana- ger ». Ce n'è persino uno che pre- siede al ramo tabacchi, e tutti han- no un'apparenza da grandissimi si- gnori... spesso molto niù da gran si- gnori degli arricchiti clienti. Con questa per f et ta organizzazione, tut to procede a l Valdorf Hotel con calma, in silenzio, con estrema, incredibi le rapidi tà ed anche se vi sono contem- poraneamente dieci grandi balli, ven- ti grandi cene e t renta grandi rice- viment i, non una stovigl ia viene a mancare, non un cameriere è fuori dal suo posto e, negli altri piani, c'è persino una cosa che a New Yo rk è molto cara e rara: il silenzio. So di persone che si ri t irano in quel caravanserragl io, per f arvi una cura di quiete contro la nevrastenia Sono stata poi a pranzo da una mi l iardar ia: Mrs. Lodge. Ci f u dappr ima servi to il « grape- f rui t », una specie del nostro cedro, colla buccia sotti le; buon profumo, buon gusto e molto succo, che si mang ia con lo zucchero; seguirono delle f rut ta degne della Ter ra Pro- messa, perchè l 'uso amer i cano è quello di servirle pr ima della mine- stra. Poi zuppa di tar tarughe, un grande piat to in cui delle pa t a te bollite a vapore erano coperte con salsa di ribes ed erano circondate da ostriche al la c rema e da mandorle salate. Seguì del prosciut to della Vi r- ginia, squisito, adagiato su di un piatto d' insalata condi ta coti pigmen- to e zucchero, ed infine il più sapo- rito tacchino che potesse esistere nel la repubbl ica stel lata. In onore nostro vennero serviti vini i tal iani: per ul t imo la signora ci offrì del caf- fè- Il caf fè, laggiù, è colore zuc- chero d'orzo e non nero com e da noi ed ha una f ragranza ed un sa- pore speciale ed ottimo. Specialmen- te tenere e squisite sono anche le carni. Un pensiero mi seguiva sempre nelle mie peregrinazioni amer i cane: « Tol ta la casa e tolto il daf fare do- mestico, la donna è più fel ice di quanto lo siamo noi?». Non lo credo. Penso che la casa (e non la strada e l 'ufficio) sia il no- stro regno... penso ch e la casa è la cornice in cui r i fulge la gioia di una laboriosa, luminosa, intima vi ta di famiglia. .. penso che veramente fe- lice (per quanto l 'esistenza può con- cederlo!) sia la donna che, pur senza essere una gret ta massaia e soltanto massaia, sappia organizzare così bo- ne la sua giornata e la sua casa, ri- peter dedicarsi al marito, ai f i g l i o" al la cucina, ai lavori donneaci"'. aU- benef icenza, senza tralasciar» '.->. vite all 'aperto, lo sDcrt e una bene inte?n mondani tà Ma, forse, per nuesto. ci vogliono le magni f iche qualità, la tenacia uni ta alla srenif'ità. che sol- tanto In. rnizn. i+aliana Ha prima del moni i i !) ncv«ierte. MARIA TERESA di SORTENNA
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