LA CUCINA ITALIANA 1935

1. Ottobre 1935-XIII LA CUCINA ITALIANA 13 pe e desiderando un dolce al cucchiaio di bella apparenza, non resta che la crema, alla portoghese, la cui ricetta fu qui data varie volte. « Quando un impiegato è invitato a pranzo dal suo superiore, come deve con- tenersi e deve recare dei fiori alla mo- glie di lui ? ». Qui si deve dire « distin- guo », a seconda della posizione sociale e morale dell'uno e dell'altro, posizione che può essere di molto superiore anche in un inferiore di grado burocratico. Egli deve essere cortese, semplice, naturale e mai servile od adulatore, deve mandare a Pasqua ed a Natale una pianta fiorita od un mazzo di fiori, con un biglietto d'augurio alla signora, se è spesso invi- tato. Mai deve portarli in mano. In quel mio solito volume troverà molte distinte di pranzo e di colazioni semplici, ele- ganti, di magro, di nozze e molte cose pratiche. GINA M. S. - Roma — Mi telefoni, dopo il 15 otobre, al 580179; qui, come molte volte dissi, non ai fa della re- clame. ABBONATA MILANESE. — Spieghi e ripeta alle allieve del suo istituto che nulla è più signorile e femminile del la- voro domestico, che mai abassa e sem- pre eleva. Lessi giorni fa su di una rivista belga, a proposito della compian- ta regina Astrid, che ella era, oltre col- tissima e sportiva, un'eccellente mas- saia. Era più volte apparsa in grembiu- lone bianco davanti ad un'arcigna giu- ria, a dare severi esami di taglio, di governo della casa, di cuSina, nascon- dendo il suo vero nome, agendo con quella libertà che hanno i sovrani nor- dici. E, specialmente, godeva di prepa- rare a suo padre ed a suo nonno, — il re di Svezia — dei piattini dei loro paesi, ed altri di alta scuola. Come sem- pre l'esempio viene dall'alto... Sono sol- tanto le ragazze di nascita modesta e di educazione ristretta che oggi temono di rovinare la loro reputazione portan- do da sé un pacco, rifacendo il loro let- to, e le loro mani, dalle unghie troppo dipinte, esponendole al calore del for- nello. CARMELA M. — Grazie delle sue cor- tesi espressioni e l'augurio di cuore che un'altra piccola Cecilia torni a portare il sorriso alla mamma rimasta senza il suo piccolo tesoro. INVOLONTARIA PROVINCIALE. — Ella mi chiede: 1) « la moglie di un su- periore del marito, non è obbligata a ricambiare le visite, che, invece, esige le siano spesso ripetute? Come posso chiedergliene il ricambio»? La moglie di un superiore, se è bene educata ed ha del tatto, ricambia entro gli otto giorni Co la prima volta che la moglie di un inferiore riceve), la visita; sol- tanto se è venuta « dalla gavetta », si dà delle arie e pretende omaggi che non ricambia. Volendo invitarla, ella po- trà dire, congedandosi: « In tale gior- no sto in casa: avrò il piacere di ve- derla da me»? 2) «La maggiore età della moglie dell'inferiore le dà diritto a precedenza ed a rispetto »? Se si tratta di cerimonie ufficiali, no: se si tratta di relazioni amichevoli, sempre se la moglie del superiore è bene edu- cata, non terrà conto del grado gerar- chico dei rispettivi mariti... però la mo- glie dell'inferiore deve sempre rispet- tare la precedenza e la gerarchia. Ella chiede ancora se « prendendo commiato da un albergo, dove il direttore ha usato moliie cortesie, nel salutarlo, si può stringergli la mano»? Oh, Dio! Se lei discende da Pipino il Breve, allora po- trà mandare il suo maestro di casa a trattare col direttore; se ella è una signora della buona e modesta società, lo faccia pure. Sarebbe ridicola e disdi- cevole una famigliarità a base di gior- naliere streitte di mano ed effusioni.... ma. è sempre bella e signorile la cor- tesi. verso le persone modestel... Cor- dialità. CIUSEPPINA - Savona — Perchè è la seconda volta che mi scrive, ha pensa- to essere inutile ripetere l'indirizzo... ma sempre, anche ai propri parenti, biso- gna mettere l'indirizzo in alto a destra d 'oEini latterà! E poi. crede che lo conservi tutte le lettere? e poi, perchè non mi vuol r'TinT-mi'rf il perditempo di una ricerca? Infine le dirò che quel suo amico deve rivolgersi alla R. Acca- demia d'Italia a Roma. FELICITA'. — Il melone o popone si serve in due modi: o tagliato a fette colla buccia, dopo avergli tolito i semi, oppure tagliandolo a metà circa, vuotan- dolo, tagliandone la polpa a fette non troppo grosse, e mettendo le fette nel mezzo popone vuotatto, messo poi in ghiacciaia. Si mangia col sale, o col pe- pe o collo zucchero; esiste una piccola qualità dipoponi « uno per foglia » che dà una grande quantità, di piccoli esem- plari saporitissimi. Dimenticavo dirle che, nel primo caso, il popone si man- gia con forchetta e coltello, nel secondo semplicemente colla forchetta, aiutando- si col solito pezzetto di pane, oppure ancora con coltello e forchetta. L. B. BOLOGNA. -— Sono Sen felice, cara, di saperla fidanzata e di sapere l'altissima destinazione di suo paSre; quoido passerò per Bologna, le telefo- nerò. Il mio romanzo « Genziana » uscirà presso l'editore Dr. Biondi (via Morta, ra 5. Milano) in novembre. Scrivo con maggior piacere « Io e la mia governan- te », pensando che lei lo aspetta, e so- no sicura l'aiuterà molto a mandare a- vanti perfettamente la sua casa di sposa. A che servirebbe la esperienza di pa- drone di casa che abbiamo fatto, giunte ad una certa està, se non per voi, che incominciate la vita? Tante cose affet- tuose. ABBONATA C. 457. — Torno a ripe- terle che, per avere una casa in istile occorrono tante cose, che non tutti pos- seggono... e poi le dico che. quando in camera da pranzo ha (tavolo, buffet e contro-buffet, che altro vuol metterci? Le tende vanno col «capriccio» movi- mentato dell'epoca; per «parato» s'in- tende la stoffa che copre le pareti, men- tre si chiama « carta da parato » la carta con cui si coprono le pareti. Le confes- so la mia poca simpatia per un parato a fondo «beige» (si scrive «beige») con frutta; metta pure anche le portiere di stoffa. Giorgina M. S. — Vuole un bel mot- to ? «Io ho quel che ro donato », \oppu- re « Fino a che vivi opera » ; ; vuole a- vere un simbolo ? Prenda il sempre- verde, che d'estate e d'inverno, col so- le e coll'acqua, è sempre eguale, digni- toso e bello... ma ricordi che i simboli sono passati di moda. S e vuol chieder- mi un consiglio in materia « secreta », mi scriva direttamente (Roma (114) via Filippo Casini, 16), perchè altrimenti la sua sarebbe smistata dalla direttrice di questa rivista., ma si tratta di signori- na molto carina, fine e discreta e P u ò anche scrivermi sempre presso la dire- zione della Cucina Italiana. ELENA MOROZZO DELLA ROCCA Cassa di Risparmio DELEL PROVINECI LOMBAERD Fondata nel 1823 Sede centrale in MILANO • Via Monte di Pietà, 8 196 Filiali e Succursali « o » 4 miliardi e 700 milioni di lire di depositi al 31 marzo 1932 - X 305 milioni di lire erogate in beneficenza a tutto il 1931 « o » RICEVE DEPOSITI A RISPARMIO E IN CONTO CORREN- TE : : ACCORDA ANTICIPAZIONI SU TITOLI PUBBLICI : : RIPORTI : : SCONTI DI CAMBIALI E DI CEDOLE : : SOVVENZIONI CAMBIARIE E SU DEPOSITO DI SETE E BOZZOLI : : INCASSA EFFETTI : : CAMBLA VALUTE ESTERE : : CUSTODISCE VALORI : : RILASCIA GRATU1 TAMENTE ASSEGNI : : CONCEDE PRESTITI AGRARI E MUTUI IPOTECARI IN CARTELLE DEL CREDITO FON- DIARIO : : EFFETTUA SERVIZI DI CASSA PER PUBBLI- CHE AMMINISTRAZIONI : ì RILASCIA GRATUITAMEN- TE CASSETTINE SALVADANA IO PEL RISPARMIO A DOMICILIO

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