LA CUCINA ITALIANA 1935
1. Ottobre 1935-XIII LA CUCINA ITALIANA 18 R i c e t t e s v i z z e r e Voi sapete ette la Svizzera è un paese dove si fa molto formaggio ed io voglio farvi conoscere un piatto particolare ci un Cantone della Svizzera Francese, di cui l'origine risala ai tempi più lonta- ni ; voglio parlare della « fonduta Neu- chàteloise >¡ conosciuta ed apprezzata in tutta la Svizzera. La ricetta è semplice, ma è la maniera d; mangiarlo che è o- liginale. micetta per tre persone : mezzo bic- chiere di vino bianco, 300 grammi di formaggio molto grasso, preferibilmen- te dell'Emmenthal. Mettere a bollire il vino in un recipiente di terracotta stro- finato d'aglio, poi aggiungere il formag- gio tagliato a fette sottili. Quando il formaggio sarà cotto, agiungete due cuc chiami da caffè di farina sciolta in un po' d'acqua, poi un bicchierino d'acqua di ciliege. Per mantenerlo caldo metterlo in tavola sopra un fornello elettrico o un pìccolo braciere. Frattanto si preparerà, al posto di ogni invitato, del pane tagliato in pic- coli quadratini. Siccome la fonduta dev*. continuare a bollire, oguno, in piedi, armato della sua forchetta con un pez- zo di pane sulla punta, lo strofina nel tegame prima di mangiarlo, e sono guai per chi perde il suo pezzo. Se ciò av- viene in una riunione di signori, il mal- destro deve pagare una bottiglia di vi- no; se invece avviene in una riunione dov e sono anche delle signore, e una di queste perde il suo pane, il vicino alla sua destra dere reclamare un bacio. Si dice che questo accade spesso quan- do il vicino è persona simpatica. Nel Cantone di Neuchàtel è molto diffusa la moda di invitare gli amici a « mangiare la fonduta ». Siccome il menù è semplice, e non dà molto da fare alla padrona di casa, questa ma- niera di ricevere è molto in uso. Inuti- le dire che non si può mangiare in que- sto modo che in compagnia di poche persone molto in amicizia. Siccome il formaggio è di difficile digestione è u- sanza bere un bicchiere di acqua di ci- liege verso la metà del pasto, e poiché il formaggio fa venir sete, si beve pos- sibilmente sempre dèi vino bianco. In Italia, dove abHiamo del formaggio grasso così buono e cosi- buon vino bianco, io vi consiglierei di provare al- meno una volta la mia ricetta. Voi ve- drete che questo convito metterà molta allegria, poiché non è posiibile prende re un'aria sostenuta quando tutti sono obbligati a mangiare nello stesso reci- piente v una pietanza che mette sete. In altra parte della Svizzera Tedesca, nella valle del Reno, Cantone di S. Gal- lo. esiste un piatto che si può dire par- ticolare a questa vallata e di cui l'ori- gine sembra risalire all'epoca dell'occu- pazione dei Saraceni. La leggenda dice ch e essi hanno importato il granturco in questa contrada dove poi si è conti- nuato a coltivarlo. Quello che ne sem- bra la prova, è che quel popolo, non chiama il granturco t < granturco n ma « il turco ». A quell'epoca si chiamava tutto ciò che era mussulmano: dei Sara- ceni o dei Turchi. Il popolo di questa valle mangia an- che oggi, sera e mattina, con il caflè e latte, un piatto al quale esso tiene mol- to, fatto con il granturco bianco e che si chiama « Turkeniebel » che vuol dire • pallottoline di briciole dì turco, di cui ecco la ricetta : Si fa bollir e un litro di latte, o mez- zo di latte e mezzo d'acqua con un cuc- chiaio da zuppa di sale; ci si aggiunge 300 grammi di granturco bianco e si mescola continuamente, fino a "he sia divenuto una pappa densa. Quando que- sta pappa è un po' raffreddata, si met- te in una pentola di ferro unta con un po' di grasso, e si fa rosolare rimesco- landola fino a che sia di un bel colore. Poi ci si fanno delle piccole pallottoline. Questa pietanza non si mangia che ac- compagnata dal caflè e latte. Gli abitanti della campagna del Can- tone di Berna mangiano ogni giorno, al- la prima colazione, patate lesse, tagliate a fette sottili e fritte. Anche queste sono consumate con caffè e latte. In Svizzera ogni Cantone, e ce ne so- no 22, è come un piccolo paese a sè, coi suoi costumi, le sue leggi, e spesso la propria lingua. E anche la cucina varia da un Cantou e all'altro. ANNA BOVET C> tlfc ri. l i % Ci Un iÈonamen i o op i l r pe nu aonn alla " C U C I N A I T A L I A N A » offre la SOCIETÀ' MOLIN1 & PASTIFICI di ASCOLI PICENO ad ogni acquirente di una cassa della sua squisita P A SAT DI G RNA LUOS S " P I CAE N „ Questo prodotto, fabbricato con materie scelte e da maestranze specializzate, è quanto di meglio offre il mercato nazionale per il gusto gradevole, la eccezionale resistenza alla cottura, l'alto rendimento e la facile digeribilità. Viene fornito in casse assor- tite da Kg. 44 netto, al prezzo di L. 120 franco arrivo stazioni FF. SS. della Penisola, imballo gratis. 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