LA CUCINA ITALIANA 1935

3 LA CUCINA ITALIANA 1. Novembre 1935-XIV questo estremo tentativo stranie- ro, diretto a soffocare nella bru- tale stretta del boicottaggio e del- l'isolamento economico l'eroismo, la passione, il diritto nazionale dell'Italia, bisogna rispondere con ritorsioni, disciplina, lavoro e ri- sparmio. Un grande sforzo si è già oggi Iniziato in ogni terra e in ogni cantiere d'Italia per elevare la produzione nazionale e moltipli- care le sue risorse e le sue pos- sibilità. La produzione nazionale dovrà sempre più fornire, per oggi e per sempre, i prodotti già com- perati nei paesi stranieri. Ingegno inventivo, scienza, tecnica, orga- nizzazione sono tutti associati per questo grandioso compito di libe- razione e di difesa, che appartiene sopratutto agli uomini. Alla donna tocca un altro com- pito non meno vitale: disciplinare e ridurre i consumi. La prima disciplina è nel siste- ma di vita. Bisogna tornare alla semplicità, alla vita sobria, auste- ra, risparmiatrice. La donna deve esserne l'iniziatrice per sè e per Ja sua famiglia. Ma la donna deve anche razio- nare i consumi dei prodotti e vie- tare l'ingresso nella sua casa dei prodotti forniti dai Paesi che par- tecipano, con le sanzioni, a questo mostruoso assedio economico ten- tato contro l'Italia. Operando cia- scuna nel piccolo cerchio della loro vita famigliare, le donne po- tranno portare alla resistenza na- zionale una forza gigantesca. Con i granelli di tutti si costruiscono i grandi baluardi della difesa. Ogni donna ha da rivolgere que- sta severa disciplina dei consumi anzitutto su sè stessa. Molta parte del suo abbigliamento, della sua eleganza, della sua vanità s'è fi- nora soddisfatta con prodotti di marca straniera. C'è ancora il pre- giudizio del lusso straniero. Moda, stoffe, profumi, ciprie vengono cercati oltre frontiera. Ma ogni acquisto significa esodo di oro ita- liano, indebolimento, sia pure mi- nimo, della, resistenza finanziaria italiana. Si contano a centinaia i milioni di lire finora emigrati, ogni anno, all'estero, per l'elegan- za femminile. Ora basta. La donna italiana deve rinunciare al prodot- to straniero, sentire la fierezza del- la mia italianità anche nell'uso della vita quotidiana. Questa sarà la sua prima grande battaglia vin- ta su sè stessa, per la Nazione. Ma ogni donna è al centro di una famiglia. Amministra il suo bilancio, i «noi consumi, % suoi acquisti: indirizza spesso, in gran parte, tutta la sua vita economica. Anche in questa sua missione essa ha nelle mani il più diretto e co- stante mezzo di espulsione dal ter- ritorio italiano dei prodotti for- niti dai Paesi sanzionisti. Se si deve resistere alla tentazione di comperare prodotti superflui stra- nieri, bisogna rifiutare inesorabil- mente il prodotto dei Paesi stra- nieri che non comperano i pro- dotti italiani e rifiutano di ven- derci i mezzi più necessari alla di- fesa. Vi deve essere una ritorsio- ne netta, totalitaria, combattiva. Vini, liquori, dolci e frutta secche, tessuti, tabacchi, automobili stra- nieri, finora importati per decine di milioni, devono essere respinti- Può bastare per ogni bisogno la produzione italiana. Operando su questa via la don- na italiana aiuterà la difesa delle nostre scorte di oro: riservate al- l'acquisto del carbone e del petro- lio, del ferro e della gomma, del pane necessario alla nostra indu- L'odiosa macchina dalle sanzioni, montata a Ginevra da chi al illude di poter, con un assedio economico e finanziario, stroncare ^ resistenza di un popolo ch'è stretto in un solo fascio di 44 milioni di cuori entu- siasti e devoti, ha incominciato a funzionare. Si negano le armi, i crediti, 1« ma- terie prima, a questa Italia ch'è sta- ta ed è la maestra della civiltà a tutto il mondo: ai chiudono 1« fron- tiere ai prodotti del suolo, delle of- ficine, dell'ingegno italiani: si boi- cottano i nostri porti: si tenta, in una parola, di affamarci e di soffo- carci, mentre si mandano al Ras de- gli Etiopi, schiavisti e mangiatori di carne cruda, barbari « feroci, armi ed aiuti di ogni genere. L'Italia ha risposto, a tutto que- sto, il 28 ottobre, non soltanto con la meravigliosa celebrazione della data gloriosa, inaugurando centinaia e centinaia di poderose opere pub- bliche: ma con la deliberazione di una serie importante di provvedi- menti, coi quali si inizia la discipli- na e la riduzione dei consumi- Le nostre lettrici conoscono, già, questi provvedimenti: la stampa quo- tidiana darà loro notizia degli altri che saranno deliberati, man mano che ciò si renderà necessario, man mano che il macchinoso congegno stria di guerra, sarà per la sua parte vigile sentinella della difesa nazionale. * * • Questo breve discorso si rivolge all'intelligenza e alla volontà del- la donna italiana. Sarà certamen- te ascoltato e seguito. La donna italiana non è più l'essere passivo e ignaro di un tempo. Vive e ascende nella vita nazionale, nel suo lavoro, nei suoi problemi e nel suo orgoglio. Se il Fascismo l'ha consacrata nella famiglia, non per questo essa è estranea alla più vasta visione del suo Paese, che si apre con dura fatica una strada nel mondo. Ogni donna ita- liana segue, con animo pronto, con solidarietà attiva le vicende della Patria e ne accompagna il corso con la silenziosa volontà di colla- borarvi per elevarle alle più alte fortune. Ed oggi più che mai essa è nei ranghi attivi della Nazione com- battente, [Virginio Gayda f delle inique mozioni farà Mattar* U suo peso contro di noi Noi salutiamo oggi con gioia sere- na un annuncio ohe, dopo la parola del Capo, viene ancora ad assegnare alla donna italiana un posto di com- battimento, in questa lotta ohe tutto il popolo si accinge a combattere, per la dignità e la giustizia, contro i tentativi odiosi di sopraffazione: «SOTTO L'EGIDA DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA SABA' AF- FIDATO AI COMITATI PKOVTN- CL4LI FEMMINILI, COMPOSTI DI MADRI E VEDOVE DI MORTI NELLA GRANDE GUERRA, IL COMPITO DI ORGANIZZARE. CA- SA PER CASA, LA DIFESA E LA RAPPRESAGLIA CONTRO LE SAN- ZIONI». Noi siamo in linea. Tutte le donne italiane sono in linea. Le donne ita- liane sanno che il competo ad e»se affidato è nobile e grande. Si tratta eli risparmiare. Si tratta di uni for- marsi, disciplinatamente, fervorosa- mente, alle disposizioni che il Go- verno ci impartisce e ci impartirà, altraverso gli organi competenti. Si ! tratta di far si che l'Italia possa j far a da oè, senza bisogno <?ji ixopor- » l li i' .Min i i 1 •>• ni I il* injftn Méi' 1 • • »• i li 1 Noi (areom tuett il nosotr doveer

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