LA CUCINA ITALIANA 1935
10 LA CUCINA I TAL I ANA 1. No v emb re 1935-XIV 11 (Hill il El i invai LA RAX8QM&È.S AUMENTAZIWi€ osi Là TTAM'fÌ E OEL BAmfflO AUMENTI MM CREMA D'AVENA DAHO Aiimews© e©mpS®t© p m lai fsnfi e bambini >.DOROZ DAHO l a mi g l i o ri pappe* per iairsst &i ® b amb i ni a M É P T U M W I" l l l l l l l l l l l i Di pu ra f n f o a di Ma i s®. - Sos t i tu i s ce Sa ms i x e n» TAPIOAC EXTAR D AOH Al imento eso t i co fartipeante e di gus to de l i cato '§mi£ &A0&MO.. GRATIS Mi SiCQ. M££HCi mrt€>0 $CUNTIFIC9 £ PROPAGANDA ALIMENTI MNO'- vm romm 49 bis La cucina in Sonia imperiale — come sappiamo dagli antichi scrittori — era organizzata in modo perfetto, perchè, il « far da cucina « per i Romani ira una vera arte. Arte complicata e difficile, perchè nel- la cucina romana di lusso erano riuniti tutti i gusti e le abitudini del mondo. I pranzi erano serviti con grande sfar so. I piatti, rècati nella sala da pran- zo da un vero corteo di servi, erano fatti girare attorno alle tavole perchè i commensali potessero ammirarli prima di gustarli. A questo complicato cerimoniali« cor- « Milano, Via Cerva. S8 il 17-12-1938. Slgg. ACHILLE BRIOSCHI & C. M I L A N O La presente per significarvi che sono grato al Sig. Luigi' Perla il quale gen- tilmente mi ha consigliato di provare le PASTICSIESTE BBIOSOHI regolatrici dello stomaco e dell'intestino per com- battere il mio disturbo intestinale (dis- senteria) ribelle a diversi altri rimedi. E sono lieto di poter attestare che contro il mio scetticismo ho constatato invece effetto ottimo pel mio disturbo tanto che mi feci ardito a chiederne al mio gentile amico una seconda scatolina conseguendo Betopre miglior risultato. Riconosco quindi che questo nuovo ec- cellente medicinale merita oltre gli elogi, di essere difltiso. Vogliate gradire i miei sentiti ringra- ziamenti. dev.mo RAMPERTI ENRICO » Aut Pref. Milano N. 53942 del 17-9-35-XIII rispondeva uu eccezionale lusso di ar- nettamento, dai preziosi tappeti orientali, che coprivano i pavimenti marmorei, ai servizi d'oro e d'argento delle tavole. Ed anche illuminazione sfarzosa e ricche coppe per la mescita dei vini più rari, j cui nomi venivano pronunciati dallo schiavo mescitore all'atto del versarli, eoa l'indicazione delle loro caratteristi- che di luogo e di tempo. A tutte le funzioni ed all'ingranaggio della cucina romana, presiedeva il vi- carium super cocos (il chef d' oggi ), per. sonaggio importante e largamente retri- buito. Egli era poi coadiuvato dai primi cuochi (gli archimagiri) ; dagli altri cuo- chi addetti a sorvegliare la cottura dei cibi ' (coctores) ; dai fuochisti e portatori (li legna per tener sempre attizzati i fuochi ( servi focarii) ; ed infine da un'al- tra numerosa schiera di addetti ai ma- gazzini, all'acquisto dei viveri, alla can- tina, alle pasticcerie, ecc. ecc.. Parecchie sale di servizio si trovavano vicine a quella del pranzo: dalia guar- daroba, dove il capsarius ritirava gli abiti e i bastoni, al vomitato riunì, dove ciascuno poteva liberarsi dal soverchio mangiato e bevuto, lavarsi e profumarsi, per ritornare a tavola e ricominciare. Questo vomitatorium aveva nel pavimen- to le rappresentaaioni più realistiche, dando cosi luogo al più curiosi equivoci a carico di coloro che se ne servivano. I glandi cuochi del tempo godevano la massima autorità e stima ed è noto che il noto Apicio, il re dei cuochi clas- sici, come altri suoi compfligni e buon- gustai, avevano viaggiato al solo scopo di ocnoscere le curiosità e le particola- rità gastronomiche del mondo. E i ' pri- mo libro di cucina, De re conquinaria, fu appunto compilato con notizie e ri- cette che si erano scambiati tre amici che vissero sotto l'impero d'Augusto o di Tiberio. 0. O.
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