LA CUCINA ITALIANA 1935
I f ebbr a io 1935-XIII LA CUCINA ITALIANA 9 S i i™ t r o v o dìsdicèvole la tendenza odierna di abolire il lutto ed il ricordo, ma penso cne i nostri, cari perduti vedo- t^-r i t , - C0Se m m o d o b e n diverso da noi il !,,„ e , ? ° c h e l a Mamma sua gradisce il suo culto, ma non vuole la triste nota ° „ c r ® P ? alle nozze che tanto deside- T? ni, metta l'animo tranquillo, cara 6 l a M a m m a l a benedicano, Rega l a te al le vos t re ami che un ab- bonamen to al ia CUCINA ITALIANA : • Con u na spesa i r r i sor ia of f r i re te loro u n giorna le prezioso che per u n i n t e ro anno t e r rà s impa t i ca- me n t e vivo il r icordo del la vos t ra cor t es ia presso di loro ELISABETTA — Non credo esista, in Italia, un libro con delie lettere-modello. iNel nho volume « G-iovm signore» eoa ne troverà pareccliie e speciaimente troverà le tornirne in uso per rivolgersi a perso- nalità, dato che conoscerà ie formule che servono nella vita solita. E se non le co- nasce, ma le chieda. NILDA S — Elia vuol sapere se «una signorina non più giovanissima, trovan- taerlirT ^„ S Ì U » 1 0 U1 u n Professionista d? r t °nU deiltlsta l 0 avvocato! in attesa f^ ™w= U ' u e " e a l z a r s i a l S ' J 0 apparire», tn E ? ° f " 6 ' ? e l a Signorina-ha supera- ra e ™£ t m a ' h a 1 P" v " egi Ui una signo- r i - - s i a i z a - ^»e a to nei riguardi su 1™ V 0 5 J ) ' P f l C h è s e è a n d « t a a con- X ™ f J i m "1 1CO o d u n dentista, non potia tal si visitare rimanendo in poltro- na.). «£J se va da una persona ancor giovane e non illustre, ma influente a emettergli un favore?». N e p p u r e s e il signore sara bene educato, comprenderà d. trovarsi davanti ad una signorina « di mondo», abituata a stare f ra signori ed apprezzerà quei suo rimanere secfuta p!u rL^ì nt0 rh ^T e f erebbe ™ ' « c i £ a ìagazza, che gli dicesse «sissignore» co- me si usava nel 1848. Se non è bene edu- e nón e f iU n H U apprezzerà le sfumature* e non tara dipenaere il favore dal suo c« a a rS1 « 0 Se l Te al lere - S 6 d u t a - a l l a " coia «Se le sara presentato il fratello u o m o Meno che meno sonafità, e qukndof 1 m^ma lmeSe ^ l a ^ sT IT i V u T h T " q U a l C U n 0 ^ waicl e col se ÙlvXL a l° a m D i e n t e ' Per esempio, aUa Sral» À ° SS ? f n t r a t o ™ suo ai a beala, dopo il trionfo del « Nerone » z a n d o ^ 6 f \ t t 0 U n a b e l l a eccezione al- cfsta da tutu festeggiato.' 8 r a n d e m U S Ì ' di Se r-aoÌ^ "ì on ' t r o v a i n vendita l'essenza ; , „ 2 c a j ! l a . sostituisca, nel liquore al • d l J . c u l d l e d i l a ricetta, con due l i c a c a o scioiti a caldo ,in due S ™ ? a l T d i l a t t e n o n zuccherato, senza = „,V ,- Le auguro migliore successo in '"»pativa Che tanto caldeggio. blEFANIA — Quando ella vuole offri- re dei liquori, prenda un bicchierino dal vassoio dove li ha pronti, o dall'angolo della tavola dove li ha ben allineati, e si avvicini al suo ospite col bicchierino nel- I a . Sinistra e la bottiglia nella destra e glielo versi, ma non troppo pieno e con attenzione. Mi chiede dove mettere il to- vagliolino servendo dei dolci in un piat- tino. Anzitutto, le dirò che un dolce, un "•scotto, un bombon si offre in piedi, in salotto, senza piatto e senza tovagliolo; quando si offre una torta, del monte- bianco, ecc., si fa sempre in modo che gli ospiti abbiano la comodità di posare li piattino. E' antiestetico ed antisigno- rile obbligare a tenere il piatto sulle gi- nocchia e ci sono appositamente dei ta- volini trasportabili che si posano accan- to agli ospiti e su cui si mettono piattini, bichieri, tazze, ecc. Per servire il tè in salotto, si adoperano molto le tazze col piatti no lungo che abbia un leggerissi- mo « incavo » al posto della tazza ed un altro leggerissimo dov'è si mettono tarti- ne, dolci che l'invitato ha ritirato dal Vassoio che gli viene presentato. La sua terza domanda è poco chiara; me la riscriva in modo più comprensibile. Tanti buoni saluti. NONNINA MODESTA — Cara nonnina che vuol preparare qualche dolce di poca spesa ai nipotini che vede il sabato, le consiglio di specializzarsi nel budino. Questo è formato da una « base », faci- lissima ad ottenersi bollendo a lungo nel latte del riso, del semolino o bollendo e passando al setaccio della bella zucca gialla o anche del semplice pane raffermo che sia rammollito nel latte zuccherato. Ottenuta « una pappa » di buona, salda consistenza, unisca uno o due tuorli di uovo, due albumi a neve e un po' di cioc- colato, un po' d'uvetta, qualche pignolo, qualche pezzetto di candito, o degli ama- retti sbriciolati; cuocia in forno od a ba- gnomaria per circa un quarto d'ora. Serva freddo ; a Natale od a Pasqua può rende- re il dolce più ricco mettendovi sopra qualche cucchiaio di panna montata qualche ciliegina candita. SEMPRE IN ALTO — Un manuale per tingere la stoffa? Ma quando la stoffa è buona, di vera seta di baco o di vera lana, ba/ita seguire appuntino le istruzio- ni contenute nel pacchetto della tintura. Credo che ella non riesca più, dato che le stoffe odierne sono di tessuti che non hanno nulla da fare colla seta o colla lana. Le consiglio allora di rivolgersi sempre al tintore, altrimenti dovrà but- tare tutto via. Sì; ho visto anch'io dei modelli di tessuto «cellophane»; sono capricci da milionarie, che possono an- che costare cari, adesso che le donne fu- mano, perchè quel tessuto è infiammabi- lissimo. .MARITO DI ABBONATA. — Ho comu- nicato a Monsignore il suo entusiasmo i?, e i" i a J macedonia di monsignore », di cui diedi la ricetta nello scci-so n.ime- i-olt .accontento mettendo qui una ri- d ' bydino che si gusta alla tavola dello stesso sacerdote e che chiameremo: « budino di monsignore ». Mescolare a lungo sei tuorli d'uovo ccn 275 grammi m zucchero, unirvi un grande cucchiaio di tarma, la raschiatura d'un limone un bicchierino di rhum (facoltativo) e mez- zo litro di latte; infine gli albumi for- temente montati a neve. Si pone il tutto su fuoco lento e si fa sobbollire (e mai bollire) per venti mi- nut i: si versa in una forma bagnata d'r.c- qua e si lascia freddare. Si serve con doppia corona di ciliegie sotto spirito, una sul budino, una sopra il budino. SPORTIVA. — _'er 'e cordo della sua racchetta usi del buon strutto paesano; per chiudere bene dei cassetti... restii, spalmi il legno con del sapone. G INETTA. — Non saprei quale casa abbia i migliori profumi, e, poi, la pub- blicità su questa ""vista è a pagamento, le consiglio, invece, il bagno tiepido quo- tidiano e qualche goccia di essenza di lavanda o di cedrina messa nell'acqua tepida, dove risciacqua le mani ed il viso. Auguri. PARADISO PERDUTO. — La mia im- pressione è che lei, col suo mancato matrimonio, non abbia perduto il paia- dìso, ma evitato l'inferno... e che debba ringraziare Dio. Adesso, per mezzo di un amico comune serio e sicuro, ella re- stituisca lettere e doni. Vi sono delle gazze che tengono i coni dell'ex fidan- zato, ma è ben volgale farlo, calcolando così di risarcirsi del tempo perduto... Se incontra il suo ex fidanzato per via, guar- di dalla parte opposta, tranquillamente, senza ostentazione; se lo incontra in un autobus, nel vestibolo d'un albergò e se egli saluta, chini leggermente ed imper- sonalmente il capo... ed altrettanto fac- cia se lo trova in un salotto. Ma eviti i salotti che egli frequenta, oppure, chie- da alla padrona di casa di non invitarlo quando invita lei. TITI' — Si, cara: ìa direttrice di que- sta rivista mi permette cortesemente di segnalare 1 miei nuovi libri per bambini, man mano che escono. Adesso è uscito Un piccolo eroe in Somalia. E' una storia vera, e fa conoscere ai bimbi italiani quella lontana colonia italiana. Ti abbrac- cio con le sorelline. L O M B AE G G I N T O R C IOC O L L DOLIOR Ì T E R C O S T A L I spariscono rapidamente a p p l i c a n do una f a l da di THERMOGENE OVATTA CHE GENERA CALORE e decongestiona la parte dolorante T r o v a s i In i u r te l e F a r m a c i e SOCIETÀ NAZIONALE PRODOTTI CHIMICI & FARMACEUTICI - MILANO Aut. Pre/e». Milano 6 2 6 0 9 - 1934-XIII ABBONATA ASSIDUA. - £ 0 stile Im- pero richiede per tenda due teli diritti ed un « capriccio » pure di storta o di velluto che può essere fritto d'un color, e (sem- pre colori dell'epoca, bianco, oro e quel verde speciale dello stile) oppure tutto a rigne, oppure a corone e au altri simbo- li dell'epoca. Le tende di re Le su tela Ca- terina de' Medici, vanno per una stanza stile '500;- per la sua stanza da pranzo 1900 va una stoffa a disegni geometrici.; lo stile '900 11011 richiède tende, .bensì soltanto tendine alla base dei vetri. I tap- peti ricamati in lana, stile barocco, sono da relegarsi fra le vecchie cose di pessi- mo gusto; in un salotto Impero va un tappeto dello stesso stile, generalmente « sul verde ». Ma tutte le abbonate dì mo- deste condizioni ricordino che, per avere una casa tutta in istile, occorre un insie- me molto e molto signorile, quindi pre- feriscano lo stile semplicità, il che non esclude — anzi ! — il buon gusto. MIMMINA. — La scodella della mine- stra va sempre messa e tolta con un piat- to sotto di essa. ABBONATA FREDDOLOSA. — «Esclù- dendo il nero, qua! colore preferisce per un grembiale di ufficio ? ». Nessuno, ca-- ra; io trovo che in ufficio il grembiale va nero, adorno di un bel colletto di mo- da, sempre fresco e di bucato. Per la dose del tè, rilegga le tuie passa- te « piccole poste » ; per quella del caffè si regoli così: faccia bollire i vecchi a fon- di » di caffè con un pizzico di caffè olan- dese in mezzo litro di acqua e adoperi cinquanta grammi di caffè, I miei edi tori non mandano libri da poche lire con- tro assegno: ella troverà scritto nel nu- mero di dicembre come fare per avere l'agenda che le interessa. Me ne duole ma non so risponderle per quel miraco- loso specifico. Forse nel prossimo numero tratterò l'argomento, dell' intestazione del- le lettere. Saluti e ricambio di buoni auguri. SBBS ET FIDES. — Cara, perchè vuo- le un posto — che ella sa quasi introva- bile — di vice-madre, quando ha pratica d' infermiera, è figlia di un medico, ha la- vorato con lui ? Cerchi invece un posto d'infermiera specializzata per bambini: metta un avviso su! « Giornale d' Italie ». Per ogni eventualità mi mandi il suo in- dirizzo. GENOVEFFA. — Non si crucci pel sua nome, che non è brutto ed è, anzi, poco comune e moitq signorile, nè lo voglia cambiare con « Geneviéve », anche se le sembra più attraente... Fila vuole la ri, cetta di un dolce da farsi colla farina di granoturco, ed io piando alla sua idea, perchè l'Italia deve consumare più gra- noturco e meno grano L a torta, che chiameremo « della signora Lucia », dal- la gentile_ amica che mi ha favorito 1« perfetto ricetta, ai £1 sminuzzando quat-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=