LA CUCINA ITALIANA 1935
30I,ACUCINA ITALIANA Consigli a Rosetta 1 marzo 1935-XIII Ros e t ta è di cat t ivo umore. Pur avendo avuto la guida di un bi lancio prevent ivo, nel mese di gennaio ha speso più di quanto avrebbe dovuto: ed il suo bi lancio consunt ivo si è chiuso con un piccolo inat teso defi- ci t. Non so come sia anda ta questa f ac c enda — mi di ceva ieri la mia vi- c ina col viso tutto rannuvolato. — Ma e un f a t to che non sono s t a ta ca- pace d' impedire gli sconf inamenti dai l imi ti che io s tessa avevo segnati nel prevent ivo. E così l 'usci ta ha su- perato l ' entrata. — Ha sconf inato dal l imita del la a l imentaz ione? — No. Per il vi tto ho speso l a som- ma stabi l ita, anzi 3 o 4 l ire di meno. — E, senza sembrar le indiscreta, posso domandar le a quanto ammonta questa spesa? — Indi scre ta? Le pare! O non la met to sempre a par te dei miei inte- ress i? Mi consigl i, anzi, signora. Ne ho tanto bisogno! Vede. Quando le cose vanno per il loro verso, mi pa- re che sia tut to mer i to mio. M' illu- do d'essere g ià una donna piena di esperienza. Al la pr ima cont rar ietà, invece, mi perdo di coraggio. Mi sento debole come una bambina che muova, da sola, i suoi primi, incerti passi. Cosi ora... Questo def icit mi disorienta. — Non si sgoment i: nel mese in corso t roverà il pareggio, — Mi r iusc i rà? — Oh, certo! — Sapesse come sono arrabbi ata con me stessa! — Esage r a. La volontà di f a re tut- ta l 'economia possibi le l 'ha avuta, è ve ro? Sa che cosa le è manca t o? La esperienza. Da pochi mesi sol tanto si t rova al governo d'una casa... E , per diventare una mas sa ia capace di trat- tare con suff iciente competenza una quest ione complessa come quel la del- l 'economia domest ica, ce ne vuole del tempo, bambina mia! Mi dia ascolto, Roset ta. Non si per- da di coraggio. Su! Su! Pr enda invece il suo l ibretto d'ap- punti e, con animo sereno, control l i, una per una, tut te le spese sostenute nel gennaio. E, dato che qua l cuna di esse le sembri eccessiva, cerchi di f r enar la subito, ha capi to? Ed inizi questo control lo dal la quota dell 'ali- mentaz ione che ammonta. .. — A 700 lire. — Ossia al la metà dello stipendio di suo mari to. — Esat tament e. — E con le al tre 700 lire lei deve f a r f ronte a tutto il resto, è ve ro? — SI. — Ec co l 'errore. La sproporzione è evidente. Sa in quante parti deve es- sere suddivisa questa somma? Le cont i: affitto, luce, combustibi le, ve- stiario, lavandaia e st iratrice, tasse, spese var ie ed impreviste, qualche diver t imento e il gruzzoletto per la previdenza. ,, — E a l l ora? — Al lora, figliuola, bisogna che lei provveda con minor dispendio all 'a- l imentazione sua e di suo mari to. E può far lo comodamente, senza r idurre il valore nutri t ivo o, come si direbbe con termine tecnico, senza intaccar- ne le basi fisiologiche. La spesa per il vi t to di due coniugi senza figli, per ora... Di co così perchè, se non mi inganno, la f ami g l ia aument erà pre- sto di numero! Rose t ta arrossì. Non c'è rossore più soave di quel lo col quale una g i ovane sposa mani f es ta la speran- za, ancora t imida, d'una gioia divina. — Di cevo dunque — proseguii — che la spesa per il vi t to di due coniu- gi senza figli non deve pesare sul bi- lanc io f ami l i are in ragione del 50 per cento. Questo l imite può essere ragg iunto dal l 'al imentazione delle fa- migl ie operaie, per il solito numero- se, ment re il loro guadagno è scar- so. Quanto più alto è il reddito, tan- to più bassa è la proporzione del la quota per il vi t to nei conf ronti delle al tre spese, che aumentano in ragio- ne dei gusti e delle abi tudini dei componenti la famiglia., e degli obbli- ghi imposti da una più elevata con- dizione sociale. Lei, ca ra Roset ta, si è mang i a ta con suo mari to, la me tà del suo red- dito, ed ora si ar rabb ia perchè esso non è s tato suf f iciente per coprire tut te le spese. Ah, bambina, bambi- na!... Ora ,mi dica un poco. Quando ver rà il pupetto dei suoi sogni, biso- gnerà nutrirlo, è vero? E calzarlo, e vestirlo. E siccome, a quanto lei mi ha detto, non ci sono al tri cespiti d' entrata, bi sognerà che le spese per le pappine, i vest i t ini, le s c a r pe t t e- dei pupo escano da queste 1400 lire. — Che non sono mol te! — No davvero. Eppure quante fa- miglie. riescono a v i vere decorosa- mente con un reddito uguale! Certo ci vuole molto giudizio. Bi sogna ri- durre al l ' indispensabi le il consumo del la famig l i a. Se lei ar r i verà a que- sto, non sol tanto r iusc i rà a salva- guardarsi dal pericolo di nuovi de- ficit, ma a creare al tresì quel piccolo fondo di previdenza sul quale aveva f a t to tanto assegnamento. Pr ima dì tut to grande economia in cucina. Rose t ta sospirò. — Mio mar i to è avvezzato un po' male. — Suo mar i to si adat terà. E' buono?... — Ah, sì! — Le vuol bene?„i — Tan t o! — Sa rà lieto, dunque, di faci l i tarle, con qualche piccola rinunzia, un com- pito non troppo agevole, ne conven- go. Ma vede. Se lei saprà fare, suo mar i to non avve r t i rà nemmeno, o lo avve r t i rà l imi tatamente, la di fferen- za f r a la tavola d'oggi e quel la di do- mani. Nessun cambianj ento repenti- no, mi raccomando, ma una r i forma graduale, f a t ta con discernimento, subordinatamente al gusto ed al le esigenze dello stomaco di suo mar i to. Ora lei sa cuc inare abbas tanza bene, è vero? Non è più la Rose t ta che fa- c eva bruc i are gl ' intingol i, e che non r iusc iva a portare in tavola un f r i t- to passabi le. Dunque, Roset ta, al l 'opera. Cerchi di appianare le difficoltà con le qua- li si è iniziata la sua v i t a di mas- saia. Non sono tali da spaventar la, Ben al tre necessi tà dovrà af f rontare e superare mano a mano che i suoi doveri di sposa e di madre si faran- no più numerosi e più complessi. Sa- pesse com'è ardua la missione d'una massa ia che, pur disponendo di un reddi to l imi tat issimo, vuole, e con vo- lontà decisa, f ar f ronte digni tosa- mente ai bisogni del la propr ia fami- gl ia. Pensi, Roset ta, a quale assi l lan- te t ravagl ip si sobbarca una donna che cer ca di aumentare il potere di acqui sto del proprio denaro con un r i sparmio rigoroso, con un'ansiosa r i cerca di tut to ciò che può ar recare un lieve, eppure mai trascurabi le, be- neficio finanziario, con una indefes- sa v igi l anza contro i più piccoli sper- peri commessi non solo dagli altri, ma anche da lei stessa. Già, se si deve dare ascol to ai fi- siologi moderni, anche la nostra ali- mentazione è tut ta uno sperpero. Es- si sostengono che, Ui genere, si man- g ia troppo e nel modo più irraziona- le: che siamo, insomma, una massa di ghiot ti e che con la nostra ingor- digia e la nostra ignoranza di lapidia- mo il nostro danaro e ci procur iamo un monte di malanni. Noi dovrem- mo, sempre secondo i fisiologi, man- giare solo quel tanto che è necessa- rio per suppl ire ai bisogni del nostro organi smo: nemmeno un boccone di più. E ciò a tut to beneficio del la no- st ra salute e del la nostra tasca. Già lo dicevano anche gl ' igienisti d'un tempo, che sarebbe regola alzarsi da tavola con un po' di fame. Rose t ta protestò. — Questo, poi no, signora. Man- giare più al la buona, sta bene... Ma soffrire... Non ci mancherebbe altro. Io ho tanto appetito. Sapesse! Non mi sazio mai. Forse dipenderà... Lasc iò in tronco la frase, ma io la completai taci tamente. E il pensiero di quella nuova v i ta che Rose t ta por- t a in sè e che rec lama un suo mi- sterioso diritto, m' intenerì, mi tur- bò come la promessa d'un bene dì cui dovessi avere anch' io la mia parte. FJtUDA
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