LA CUCINA ITALIANA 1935
1® L A CTICniA I T A L I ANA 1 marzo 1935-XHI corris Ri cevo in questo momento la let- t e ra di un'abbonata, con un indirizzo di ben cinque righe, le cui due pr ime suonano così: All'ornata signora — Esimia scrittrice....* e trovo urgente t ra t t are l ' argomento del la corrispon- denza. L a ca r ta da lettere va sogget ta, co- me tutto, filla moda, ma ohi non ha ;yoglia, o tempo, o mezzi d ' informarsi, ad ogni mut ar di luna, delle nuove creazioni, adoperi la ca r ta bianca ai qual i tà f ine, leggermente azzurrogno- la, che è sempre di moda e sempre aignorile, di media grandezza, col la bus ta f ode ra ta di tenuissimo azzurra- stro. Adesso tut ti adoper iamo mol to i « blocchi », ma bisogna scegl ierli di qual i tà f i ne e scegl iere le ouste di mi- sura giusta, che permet ta di p i e g a « la car ta in modo regolare. La c a r ta e l egante può por tare inciso in r.'.to le c i f re del nome e cognome art ist ica- mente intrecciata, oppure 1- corona nobi l iare, oppure lo stemma, ma non tut to insieme! Queste corone o mono g r ammi non debbono essere nè troppo grandi nè troppo vistosi (il turchino scuro ed il verde scuro sono i .colori più simpat ici ), ed il tut to va f a t to in- c idere in un blocchetto di acciaio, che va riposto spalmato di vasel l ina perchè non i rruggini sca Mol to di moda è la car ta da lette- re che porta incisi — a destra, in al- to — il proprio indirizzo chiaro e com- pleto. Per esempio: < Roma (114) via Emi l io Dandolo 234 »; "oppure: «Vi l la Te r esa - Be l l av i s ta - Prov inc ia di Napoli ». Chi abi ta una vi l la d'una cer ta im- zur ras t ro — che portano a destra la stessa indicazione del la car ta da let- tere, giacché, mentre in passato scri- vere in cartol ina sarebbe stato disdi- cevole, adesso lo si f a mol to (fuor- ché con persone di r i guardo); chi possiede una bel la casa ed una bel- la vi l la ne f acc ia riprodurre artisti- che cartol ine, anzi, chi ha mol te bel- lezze di paesaggio e d' interni, ne fac- c ia una serie, che servi rà di ricordo agl i ospiti ed anche a f a re propagan- da di bel lezza. Sul la bus ta l ' indirizzo va scr i t to ohiaro e completo, per una f o rma di cortesia col let t iva verso gli impiega- ti, che è poco usata... e che poi ri- donda in proprio danno, giacché un chiaro, Inequivocabi le indirizzo faci- l ita il recapito. L' indirizzo va sem- pl icissimo « s ignora X - donna Te- resa Y » (ricordiamo che il « donna » richiede sempre il nome di battesi- mo; se si ignora questo nome, s'a- doperi «s i gnor a»), oppure «marche- sa Z ». Mai v a messo « nobile contes- sa » o « nobi ldonna la contessa » ; solo le persone di ceto infer iore debbono scr ivere « signora contessa ». Una vol ta le formule ossequiose e com- pl icate erano indice di cortesia, men- tre, col sempl i f icarsi di tante cose, esse sono ormai sorpassate... e nes- suno può of fendersi se il corrispon- dente r i serba gli agget t ivi e le affet- tuosi tà per la lettera, anziché per la busta. Ad un uomo si scr ive « signore, o caval iere, o gr. uff. », segui to dal no- me e cognome; quando egli abbia un titolo accademi co o nobi l iare, si met ta pr ima il titolo accademi co por tanza, met ta tut te le necessar ie m- «a l dottor comm. » oppure < all' 'avv dicazioni, se essa è lonta. ia da co- ! conte ». Sono un po' ridicoli quegli municazioni e da grandi centri: per esempio: « Vi l la Napoleone X - f ra- Zione del comune di Y ; f errov ia a X, posta e te l egrafo a X» , abbreviando i termini « ferrovia, posta », ecc. con 1 segni convenzionali internazional i. Non sarà mai ripetuto abbastanza, ad un pubblico di signore, che l'indi- rizzo va sempre messo a destra, in al to del la lettera o della cartol ina, sempre, anche qua.ndo si scrive ad un parente stretto, per non obbligar- lo ad uno sforzo mnemonico e per f ar r i sparmiare tempo a chi deve risponderei Quante volte chi ha molta corri- spondenza r i tarda di evaderla, per- chè non può perdere preziosi minuti a f a re delle r icerche in una rubr ìca rubr i ca che non può esaere al cor- rente di mutamenti frequent i, e quan- t a corrispondenza va smarr i ta o ri- t arda ta per insufficienza d' indirizzo! Sono anche simpat iche »4 cartol ine i— di solito bianche tendenti alS'az- indirizzi « conte dottor professor com- mendator» e, sono un po' ridicoli anche gli uomini che ci tengono... e se l 'hanno a male, se i loro corri- spondenti non sciorinano tutti i ti- toli... a. beneficio del portalettere e del portiere. Quando si scrive ad un deputato si met te «a l l ' onorevol e»; quando si scrive ad un senatore, si scr ive « senatore del regno ». quan- do si scr ive ad un ministro di Stato o ad un ministro in car i ca s'indiriz- za « a S. E. X, Ministro di Stato », o- met tendo « gr. uf f .» e tutti gli altri titoli, giacche tut ti i ministri sono pure «gr, uf f .» e giacché il titolo maggiore esclude gli altri. Ad un uf- ficiale si scrive sempl icemente « al maggiore X» ; se è decorato di me- dagl ia d'oro, si scr ìve: «a l magg iore X. medagl ia d'oro»; se si scrive ad un accademico si met te « a S. E. X, accademico d ' I ta l i a»; se questo ac- cademico fosse Perosi o Mascagni si mette « a S, E. 11 maestro Perosi, ac- cademico d ' I ta l i a»; scrivendo a d'An- nunzio o a Marconi, si met te sempli- cemente « a Gabr iele d'Annunzio » o « a Gugl ielmo Marconi ». Al l e signore il cui mar i to è Col lare del la SS. Annunz i ata (e che uniche f r a le signore i tal iane hanno diri tto al titolo di « eccel lenza ») si «crive:, « a S. E. donna Rache le Mussol ini », oppure: « a S. E. la duchessa Di az del la Vi t tor ia », al le signore nobili di nasc i ta che hanno sposato un bor- ghese si scr ive: « Donna Gina X dei conti G » oppure « N. D. Gina X » ; invece a quelle il cui mar i to è nobile, si può scr ivere a volontà: « donna Gina W », oppure « al la signora Gi- na nob. W ». Ad una ragazza, figlia di un conte o di un duca, si scriva adesso sempre « signorina » e non contess ina o duchessina, oppure a « donna Mi randa dei conti X ». Una vol ta gli uomini non met tevano mai, per caval leresco rispetto, il nome di una signora sul la busta, l imi tandosi al cognome, ed unendo al cognome il cognome di ragazza, quando c ' era possibi l ità di un'omonimia; adesso la cava l l er ia è agonizzante e nessuno pensa più a queste s fumature. Piut- tosto gli uomini met tono la caval le- ria a infarc i re di « nobi ldonna » op- pure di « la nobi ldonna » le buste dest inate a mogli di onesti (o poco onesti) ex pizzicagnol i, pensando che il danaro è una grande po t enz a- L a car ta da lutto ha un largo bor- do nero, per i lutti stretti, ed uno piccolo per il mezzo lutto; mol te si- gnore vedove conservano per tut ta la v i ta il piccolo bordo nero, dando pro- va di cuore e di f inezza. Le car te da vi s i ta vanno l i tografa- te e non stampate, co? nome del la signora su di u rig"a, quando non è troppo lungo; talvol ta i -dla pri- ma r iga c'è il nome at tuale e nel la seconda il nome di ragazza, che por- ta davanti la parola « nata » (« nata » e non « néé », come si usa ancora in Pi emonte). La corona, piccola, va messa sopra il nome, oppure va mas- so il titolo, nel la stessa grandezza dei carat teri del nome, pr ima del no- me stesso. Le signore che hanno di- ri tto (sscondo le precedenze a Cor- te, pubbl icate sulla « Gazzet ta Ufficia- l e») al titolo di «donna», non usa- no met terlo sulle car te da visita... su cui non è di buon gusto sfog- giare degli stemmi. Una vol ta il pro- prio indirizzo od il proprio numero di telefono sulle carte da vi s i ta fem- minili erano l ' insegna delle... levatri- ci, adesso le signore eh? abi tano nel- le grandi ci t tà lo met tono o. me- glio, hanno due tipi di car ta da vi- sita, una con quelle pratic.he indica- zioni, altre con 11 solo noma. La ai-
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