LA CUCINA ITALIANA 1935
1 f ebbra io 1 935 -X in gnor ine una vo l ta non a v e v ano car- te da v i s i ta e s c r i vevano il loro no- me a ma t i ta sot to a quel lo del la mamma ; ma questo, ogg i, avrebbe un s i gni f i cato di « dipendenza », che non è più di moda, o le' r agaz ze han- no la loro c a r ta da v i s i ta col loro nome, sormont a to da una pi ccola co- rona; non sono s impa t i che le car te da v i s i ta col « f a c - s imi l e» dal nome. Quando si scr ive, in t e r za persona, ima r i ga su di una c a r ta da vi s i ta, se, davanti al propr io nome ci f os se scr i t to il t i tolo, v i si preme t te l ' art i- colo, scr i vendo a persone appena co- nosc iute (p. es.: la contessa X dì X r i ng r az ia cord i a lmente ») e si cance l- l a il t i tolo con un l eggero t r a t to di penna, quando ci si r i vo l ga a persone ami che o a persone di g r an r i guardo. Una cosa che I r s i gnore omet tono spesso è la data, che v a immedi ata- men te sot to al l ' indi r i zzo e va com- pl e ta; il comp i anto Du ca d 'Aos ta, il va l oroso condot t i ero de l la Te r za Ar - ma t a , la me t t e va « c roc i a ta », cioè s e gna va una breve ver t i ca l e, rot ta a me t à da un' or i zzontale e s c r i veva in al to, a sinistra, il nume ro del gior- no, a des t ra que'.Io r omano del me- s j ; in basso, a sinistra, il mi l lesimo, ed a dest ra, in ca r a t t e ri romani, l ' anno de l l ' Era f asc i s t a. Si f a c c ia sempre mo l ta at tenz ione ad a f f r anc a re le l et tere secondo il loro pes(^ me t t endo il f rancobo l lo nel- l ' angolo dest ro del la bus t a; ognuno di '"noi si pr ovveda di una t a r i f fa po- stale e di una bi l anc ia pesa- lettere. | Il f rancobo l lo per la r i spos ta o me- gl io, una bus ta col l ' indirizzo pronto, g i à a f f r anc a t a, sì manda sempre quando si r i chiede un pi acere a del- le persone che non hanno nessun dovere ver so di noi, quando si richie- de una r i spos ta immed i a ta e quan- do sarebbe sconveni enza r i chi edere l ina spesa ol tre che un fast idio. E nessuno si o f f enda di t rova re il f r an- cobol lo; ha sempre la r i sorsa di re- ga l a re c i nquanta contes imi al pr imo povero che incontra' . . .. * # * Sc r i vendo ad eccles iast ici, le for- mu la sa;io fisse: «M. R. s ignor Pa r- roco»; «I l l .mo e Re v .mo Mons igno- r e » ; « A S. E . X Ve s covo di X » . Ri vo l gendosi ad un cardina l e, prin- c ipe del la Chiesa, si me t ta « A Sua Emi nenza il Card ina le X », scr iven- do al P a pa (cosa che non succede tut ti i giorni, ma che è pe rme s sa per chi edere una preghi era, una benedi- zione... quante vol te, in passato, lo int eres sammo ai nostri gloriosi pri- gionieri di gue r r a !) si me t te sem- pl i cemente « A Sua Sant i tà P i o X I - Ci t tà del Va t i c ano » e si a f f r anca con la t a r i f fa che v ige con quel lo St a to <L. 0.80 per gr, 20 di pesoì Sol tanto il R e e la Re g i na hanno di r i t to al la f r anch i g ia postale. Ad una suora si scr i ve: « M. R. Ma- j dre ». Le f o rmu le di congedo, per let- j t e ra ad ecc les iast ici, sono: « Devoti j ossequi ad un sacerdote, ad una suora, ad un pre l ato sempl i ce: ad un vescovo si scr ive: «P r e go l 'È. V. di gradi re l'e- spress ione del la mia v i va devozione ; 1 L A CUC I NA I T A L I A NA 1 1 scr i vendo ad una card i na le si può usare la f o rmu la che si r i t rova nel la cor r i spondenza del la comp i anta Re- g i na Ma r ghe r i t a: «Con figliale ri- spet to e col la mas s ima devoz ione ». Ome t to le f ormu le per i reali e per i pr inc ipi del sangue, perchè nessu- no scr i ve loro d i re t t ament e; quando una di noi dovesse a i u t a re una po- ve ra donna in una domanda di sus- sidio, r i cordo che si met te, r e r voca- t ivo, sempl i cemente « Mae s tà » e, in f ondo « P r e go la Mae s tà Vo s t ra di g r ad i re gli omaggi più r i conoscenti e devoti ». Venendo ai voca t i vi del le comuni lettere, ci sono, ora, d-'e f o rme « ca- ra » a « car i s s ima », « gent i le » o « gent i i l i ss ima » s ia per lo donne. « E - simia, nobi le, scr i t t r i ce, pi t tr i ce, buo- na. amab i le » f anno r idere. I l « ca- ra » (in Ingh i l t e r ra si scr i ve «cara » r ivolgendosi al la propr ia sar ta come ad una duchessa) è, us a ta con di- scernimento, una f o rmu la mol to sim- pat i ca. Una vol ta era comprome t t en- te sc r i vere « ca ro » p,d un uomo, men- ETTA ptttfZK'i'ZSl CUCINA IDEALE PER LA SIGNAOR MODAERN * Completamenti. smalta»» Tre fuochi • Forno :: : : Scaldapiatti aperto : : * ÌN VENDITA OVUNQUE Domandate opuscoli illustrativi alla: SOCIETÀ' TEIFiEX ITALIANA MILANO - Via G. Rosdes, 1 t re adesso è una f o rmu la d'uso cor- rente e non... impegna t i va. I sa luti possono essere « af fet tuos i, dist int i, cord i a l i» nel la corr i sponden- za f r a s ignore, a reconda del l 'amici- z i a; una s i gnora non manda «s a l u ti a f f e t tuosi » ad un uomo che non s ia suo parente, e mai un uomo, se non ne è autor i zzato, manda «sa l u ti a f - f e t tuosi » ad una signora. .. ma anche qui, come in tut te lo norme di con- veni enza, si t r a t ta di ; ."«mature ; i ù che di rego la fissa. Sono mol to usa- te la f ormu le di sa luto «a f f e t t uo s a- mente, cordia lmente, t ante cordial i- tà, t ante cose cordial i, tar . ie cose af- f e t tuose » e si met to spesso, davanti a nome e cognome, « a f f .ma » o « dev.mo ». Gl i uomini scr i vono « de- vo t amente » o « r i spe t tosamente suo » dando a l l ' r - g e t t ì vo possess ivo un si- gni f i cato ¿1 pura cordial i tà e finisco- no sempre lo let tere ossequiando. Scr i- vendo ad un f orni tore si me t te sem- pl i cemente « sa luti » e la f i rma. Una s i gr . cra t i tol a ' .! firma col ti- tolo pr ima del nome, quando si t ra t- t a di cosa uf f iciale, quando si t r a t t i d ' una domanda di udi enza ad al t issi- mi personagg i, oppure, ta l vol ta, quando vuol dare il suo indirizzo, o quando scr i ve a dipendent i, a forni- tori, ad operai ed anche. .. quando de- ve dare una cor tese me r i t a ta lezione a chi si è permesso e lei una for- ma f ami g l i a re non autor i zza ta e po- co de l i cata. Un uomo t i tolato è tan- to più s impa t i co quanto meno osten- t a e par la e scr i ve del suo titolo. L a f o rma epi stolare è quel la che dovrebbe veni re magg i o rmen te cura- ta, da l la donna; le let tere dovrebbe- ro essere sempl ici, piane, succose, briose, ma spec i a lmente ada t te al le var ie cìrcosts.nze. (Non bi sogna, per esempio, di ssuadere chi abbia perdu- to un parente in quinto grado, al l 'e- t à di novant ' anni. di but t ar si da l la finestra per d i s p e r a t on e ! ). Ri cord i a- mo sempre che le cose t roppo di lui te sono spesso insipide e, quindi, met- t i amo in poche r ighe, e non in lun- ghe pag ine, un r i ngr az i amento a f f e t- tuoso per un' ospi tal i tà, la gioia per un l ieto evento f ami g l i ar e, il dolore per una sventura, il r imp i anto per una par tenza, la soddi s faz ione per un glor ioso r i torno, r i serbando le l unghe di ver tenti let tere al le parenti ed al le ami che int ime. Spec i a lmente in ca so di lut to c di condogl ianze, non si cerct i ìno f o rme involute di mani era, banali . .. Si l asci par l are il cuore. E L E NA MOROZZO D E L L A BOCCA L'abbonamento al GIORNALE DELLA. 1 DOMENICA costa per un anno Lire 12 P E R L E N O S T RE A B B O N A TE L i re 10,70
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