LA CUCINA ITALIANA 1936
«Non è fl lato economico j delle sanzioni quello che ci ' sdegna. Le sanzioni econo- miche, in un certo senso, saranno utili al popolo ita- liano. Oggi finalmente ci accorgiamo (Si avere molte più materie prime di quelle che aon pensassimo. Ma quello che ci rivolta nelle sanzioni è il loro carattere morale. E ' questo aver mes- so sullo stesso piano l'Etio- pia e l'Italia, è questo aver considerato il popolo italia- no, il popolo che ha dato tanti contributi alla civil- tà del mondo, come un og- getto da laboratorio, sul quale gli esperti ginevrini possano compiere impune- mente le loro crudeli espe- rienze. Anche quando tutto sarà finito, il solco che que- ste misure hanno tracciato nel nostro ambio rimarrà profondo ». MUSSOLINI (Discorso alle madri e ; alle vedove dei Ca- duti della Guerra e ! de,Ila Rivoluzione). LA CUCINA ITALIANA 1. Aprite 1936-XTV La Principessa Maria di Piemonte ¿imbarca «t Napoli per l'Africa Orientale tribuiamo a creare, attorno ai no- stri cari, vicini e lontani, un'at- mosfera di serenità. Pensiamo ohe questa Pasqua ve- drà deserta anche una mensa re- gale, dalla quale sarà assente una dolce figura di donna, madre di Un amore di bimba: la Principes- sa Maria di Piemonte, crocerossi- na in Africa Orientale ; e pensiamo che, dall'inizio della guerra man- cano dalla loro casa i due figli gio- vinetti del Duce, partiti volontari per i cieli africani, a provare al fuoco nemico, giorno per giorno, le loro intrepide ali di aquilotti del Littorio. Nessuno si è risparmiato. Meno di tutti ohi poteva e doveva. E noi dobbiamo essere degne dei nostri cari e del nostro popolo. La donna italiana è stata, in ogni tempo, capace di cose immense, ed è assurta, in questi ultimi me- si, a significato di simbolo. Con uno slancio d'amore che j non ha precedenti nella storia d i' mondo, tutte hanno risposto all'ap- pello della Patria che chiedeva oro per la resistenza, con un solo cuo- re. Si sono mosse da paesini di frontiera, dai più sperduti angoli della penisola, per portare ancora una volta il loro fiammeggiante dono di fede. Dinanzi alla tomba del Milite Ignoto, le Madri dei Caduti, quel- le che hanno più peso di dolore e di gloria, hanno deposto, insieme alla Regina d'Italia l'ultima cosa cara che era rimasta alla loro vi- ta mortale: l'anello delle loro noz- ze, il simbolo della loro giovinezza fiorita, il pegno dell'amore bene- detto dal quale era nato il figlio votato alla morte. Si preparano i Sulla fronte delle dolorose splendeva la luce di una fierezza sovrana. Ma forse non ancora hanno tut- to donato. Accanto alle ombre dei loro cari, ancora le vedremo in pie- di a un comando, e ancora-la luce dei loro volti conforterà le Legioni in marcia, verso un destino che esse conoscono già. FANNY BINI doni Oi Pasqua per gli arsenti
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