LA CUCINA ITALIANA 1936
1. Aprile 1936-XIV LA CUCINA ITALIANA ÏS / tnuiannl è %/ff/ mag /Zio ,, nirii che covm&atSsrtt a per prevenirli oécorré fortificava il corpo. Un sicuro rimedio è il c omp o s to d i g l i ce ro f os i a ti e nuc l e ina ti di c a l c io e s od i o, che a c c r e s ce il «igoie s t imo la le f unz i oni de l l ' o r gan i smo, lo f or t i f i ca t e n d e n d o lo cosi agguer r i to eon t ro le i ns i d ie del ma l e. Cura completa: 6 flaconi medi da L. 14.45 o 3 grandi da L. 27.10. In vendita nelle buone farmacie e presso la Farmacia GABBIANI Via Parlai 5 JS. fSabÌtzami Via Poma Si Mi lano complimenti a Matilde, il marito l'ab- braccia soddisfatto... ma Matilde, da brava padrona di casa, non si ad- dormenta sugli allori! Mentre, par- titi gli ospiti, aiuta Gilda a mettere a posto la stanza da pranzo, il v a ' sellarne,, l'argenteria, insegna alla sua odmestica che, se avesse dovuto ser- vire una minestra in brodo, avrebbe dovuto preparare in tavola un sem- plice piatto con un cucchiaio a de- stra. Poi avrebbe potuto regolarsi in tre »iodi: o aver già messo la mi- nestra nella scodella, prima di av- vertire che « là signora era servita » o, dopo che gli ospiti erano seduti, portare la scodella colla minestra già evrsata, o mettere sulla tavola piatto e scodella, e passare colla grande Kuppiera dela minestra, servendone, coi mestolo d'argento, secondo il de- siderio degli ospiti stessi. L'avverte che mai, sulal tavola, ci deve essere la sola scodella, bensì èhe la scodella va sempre posta su di un piatto e tolta col piatto stesso, sostituendovi il piatto per la succes- siva portata. Poi padrona e domestica, sod i s f a t- te, tornano al ioro lavori. ELENA MOROZZO DELLA BOCCA MBWTMaMBBBMB^ ALIMENTARIA «UMBERTO» G, Bionoscontro & Figli .s Via a. Verdi, 47 a 54 Via S. Carlo, 21 a 24 NAPOLI RISTORANTE Pasticceria — Bar Rosticceria — Salumeria Telefono 33517 SOST I TU I TE LA CARNE C ON ¿EUt iCi M©P C I BO NUTRIENTE GUS TOSO, E C ONOM I CO CHIEDETELI IN OGNI NEGOZIO DI GENERI - ALIMENTÀRI ma il piatto eserve un'insalata di bella ^ lattughella fresca, con alici e qualctie pezzo d'uovo sodo, tagliato a tondi sottili. Qui (come le ha spiegato la sua Padrona) finisce la vera colazione; bisogna preparare la tavola per il dolce e le frutta, sbarazzandola dal pane, dal!« briciole, dalle saliere. Gil- da prende un piatto di metallo '.n forma quasi di piccola pattumiera, con la sua spazzola dal manico pure di metallo, si avvicina al commen- sale e, con pochi piccoli abili colpi, viettà di tutte (ultima moda) e le ha méssfe sul piatto da, frutta, eguale al servìzio. Ha messo, a destra ed a sinistra della coppella una forchetta ed un coltello da frutta; va dietro al commensale, toglie come sempre dalla destra il piatto dei dolci, lo so- stituisce con quello che ha pronto e vede che tutti mettono le posate à destra ed a sinistra, e mettono alla sinistra il tovagliolino su cui c'è la coppella. Serve allora la frutta fre- sca e la frutta secca, che Matilde ha preparato in due fruttiere: arancie, mele, banane, fichi, datteri, uva pas- slta italiana e prepara pel caffè, che la sua padrona preferisce servite a tavola. Mette sul piatto piccolo, egua- le al servizio, il piattino e la tazzi- na con il cucchiaino accanto, poi to- glie il piatto della frutta e la cop- pella. Siccome ogni commensale ha lasciato la coppella ed il tovaglioli- fio, con cui si è asciugato la punta dèlie dita, a sinistra, così Gilda in- verte l'ordine: tc.yìie prima colla si- nistra il piatto, su cui ha rapidamente postò coppella e tovagliolino e poi póne, colla destra il piatto pronto pel caffè. In cucina aveva già prónto iì caffè ealdo; in un baleno lo porta quasi a bollore, sapendo che il caffè va servito a bollore; rientra nella saletta da pranzo, dove trova pron- ta la zuccheriera aperta, piena di quadatin'i di Zucchero, colle molle ac- canto, su di . un vassoio d'argènto. Pone sullo stesso vassoio la caffet- tiera e porge da sinistra ai commen- sali il vassoio, affinchè gnuno si seri va di zucchero; poi versa (da destra) il caffè. fa sparire pane e briciole; prende Poi le saliere e le mette sulla cre- denza. Infine nel piatto antico a di- segni azzurri, che ha sopra un cuc- chiaio di media misura serve la zup- pa, che il padrone non chiama più « inglese » bensì « zuppa al maraschi- no»; vers?. del porto italiano, e, men- tre gli ospiti fanno onore al dolce squisito e ben presentato, prepara le coppelle per servire le frutta. Matilde ha avuto in dono di nozze ventiquattro coppelle di vario mate riale (sei d'argento, dodici di cristal- lo, sei di ottone) ed ha Scelto quelle di ottone Le ha riempite, prima di andare a tavola, di acqua legger- mente tiepida, in cui ha messo una sottile fettina di limone, ha posto lo- ro eotto uaà graziosa minuscola sal- Ha finito.., Oh, che respiro di sol- lievo vedendo <ihe tutto è andato be- ne, che 1fi signora le sorride, che il padrone le dà un'occhiata di ralle- gramento!... Adèsso ella aprè la por- ta del salottino, vi fa passare i quat- tro, porta loro i bicchierini e la lot- tiglia pel liquore... e va, tutta con- tenta, a mangiare per conto suo. La sorella, il cognato, fanno molti
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