LA CUCINA ITALIANA 1936

8 I-A CUCINA ITALIANA 1. Aprile 1936-XXV CONSIGLI A ROSE T 7A dovere di rispondere almeno a quel- le che più si diffondono sull'argo- mento. D'altronde, occupandomi del- le abbonate che si rivolgono a me, con tanta fiducia, dietro l'esempio della mia cara Rosetta., è come ' se mi occupassi direttamente di lei. Comincio col prendere nota di quanto mi ha scritto la « Massaia inesperta » a proposito del rilievo da me fatto circa l'esiguità della ci f ra segnata nel suo resoconto di gennaio alla voce « grassi ». Essa mi ha con- fidato « in un orecchio » che, nel far da cucina, adopera anche un'altra specie di grasso che non le costa nulla: ossia quello dell'oca, e dei pol- li ohe compra, via via, e della car- ne, « quando ce n'è ». La mia giovane amica — non mi ero ingannata immaginandola in ve- ste di giovinezza — è troppo ben difesa dal pseudonimo perchè io pos- sa temere di commettere un'indiscre- zione, portando alla conoscenza delle lettrici un particolare che, mentre riconferma quelle sue naturali atti- tudini alla sobrietà ed al risparmio da me già elogiate, può servire d'in- segnamento a tante altre abbonate di lei molto più esperte. Io non pos- so tralasciare nessuna occasione di additare alle amiche della Cucina il modo di real izzai« tante piccole In modo particolare, mi ha interes- sato una lettera firmala « Fedele s> : otto pagine che mi dolgo di non po- tere f ar pubblicare per intero come un perfetto vade-mecum della giova- n i massaia. Da esse la personalità di questa donna da casa economa e volenterosa, balza, fuori viva e vi- brante nella stessa luce simpatica 'n cui si profila quella della mia Ro- setta. Si tratta appunto di una giovane signora, maritata da un anno e sen- za figli, che, pur essendo una per- soncina elegante, va a fare la spesa da sè senza peritarsi a portare la sporta colma di vordura: di una mas- saina di giudizio ohe di tutto vuol rendersi conto e che sta cogli occhi bene aperti per paura d'esser messa, di mezzo dai fornitori, non solo nel ettogrammo della costosa derrata. E, da una piccola economia all'altra, anche la « Fedele » riesce a mante- nere la spesa del vitto ad una per- centuale molto limitata sulle 1200 'i- re dello stipendio mensile del ma- rito. Ecco il resoconto: Carne e pesce L. 64,55; generi di- versi di pizzicheria (funghi secchi, conserva di pomodoro, mazzoreila etc) L. 37,60; grana L. 8.55; burro a L. 1,25 il pacchetto, L. 8,70; olio (a 12 lire al fiasco) L. 16; lardo li- re 3,25; riso, •. pasta, farina gialla ,e farina di castagne L. 20.60; uova (miste, fresche e conservate) lire 16,40; caf fè L. 12,80; verdura L. 23,55; frutta, (mele, mandarini, aranci, no- ci) L. 37,50; vino (a L. 3 il fiasco) ti. 36; latte L. 20; pane L. 20; zuc- chero L. 12,40 ; varia, cioè sale, spe- zie, fiammiferi, L. 4,25 (anche della spesa dei fiammiferi ha tenuto con- to! .Bravissima!). Totale L. 339,35: ossia una. differenza di L. 6,50 in me- no dal bilancio d'una «Massaia ine- sperta ». La « Fedele » liberi dunque, l'animo dalla preoccupazione di non essere un'abbastanza savia amministratrice dell'azienda domestica. Non so dav- vero quale rilievo potrei ixre circa il suo bilancio mensile, le cui voci sono, a mio giudizio, ripartite ' eoa molto buaa nannn. Ancora per le massaie inesperte Rosetta vorrà scusarmi se anche questa volta la lascio. .. dietro le quinte e faccio tornare in ballo la questione della spesa per il vitto nel- le famigl ie della piccola borghesia; questione che dette lo spunto al mio ultimo articolino. E' che ho ricevu- to, a questo proposito, varie lettere, tutte carine ed interessanti: ho ii conomie che, nel loro assieme, pos- sono portare un certo beneficio nel bilancio di una famiglia. « Ogni pruno fa siepe! ». Aggiungo che questo particolare di un grasso di ripiego, viene a sta- bilire, nel resoconto rimessomi dalla « Massaia inesperta » e pubblicato il mese scorso, un più equo rapporto f ra il consumo dei grassi e quello della verdura e del pesce. Così ora, grazie anche ad -altre informazioni che la «Massaia inesperta » mi ha date nella sua seconda lettera, pos- so farmi un'idea più concreta, non solo dell'abilità di cuoca e del gusto di questa intelligente signorina, ma anche del merito che essa ha nel mantenere in un limite così ragio- nevole le spese per l'alimentazione sua e della persona che vive con lei: un uomo nel fiore degli anni, la cui sobrietà ed il cui buon senso rendo- no più agevole il cammino che ha portato la simpatica massaia ad un resultato economico tanto soddisfa- cente. prezzo ma anche nella qualità delle derrate. . - .".: > ., — Stia sicura — mi scrive — che a me le mele bacate non le appicci- cano. ,-.t Brava donnina! Bisogna bene sta- re in guardia contro l'ingordigia dei rivenditori senza scrupoli: controlla- re i prezzi e, al tempo stesso, assicu- rarsi della buona qualità delie derra- te, da cui dipende in genere la con- venienza dell'acquisto. Anche la «.Fedele» mi ha rimesso 1 nota particolareggiata delle spese ds lei fat te nel mese di ge.nnaio per l'alimentazione. E' da lodarsi il cri- terio col quale essa combina, giorno per giorno, la minuta del pasti, al- ternando la carne col pesce, il for- maggio con la verdura cotta o cru- da. E in tutto cerca il risparmio. Del vitello sceglie le parti interiori — fegato, cuore, polmone — che co- stano, meno: abbrustolisce da sè l'or- zo per mischiarlo col caffè, realiz- zando l'economia di una lira ogni

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