LA CUCINA ITALIANA 1936

1. Aprile 1936-XIV LA CUCINA ITALIANA ÏS LA POSTA DI NINA Abbonata ignorantissima. — Perchè ignorantissima? Molto simpatica e colta, invece. Per quanto riguarda la illuminazione delle tavole con cande- labri, 0 mediante lampadine elettri- che a forma di ogiva, innestate So- pra delle candele di legno imitanti la cera, le dirò sinceramente che l'uso non mi è mai piaciuto, per quel non so che. di cupo che, a tratti, vengono a prendere le stanze così irregolar- mente illuminate. Però ne ho viste molte anche in case elegantissime, finissime: erano tanti candelabri per quanti invitati sedevano a tavola, e ogni candelabro aveva bellissimi pa- ralumi. Io preferisco una illumina- zione moderna, razionale, a luce dif- fusa. i Asterisco. Auguri per le prossime r.ozze di sua figlia. Il ricevimento in Quanto all'idea di dividere i suoi ospiti in due sezioni, non l'approve- rei molto. C'è sempre il pericolo di permali. Io credo che se Lei si in- tendesse bene, prima della cerimo- nia, col direttore di un albergo, po- trebbe fare un invito decoroso, insie- me, ed economico. Specie se Lei l'in- vito lo fa per l'ora del the, ora in cui giova sperare che gli invitati ab- biano fat to colazione e non si lan- cino... ad un saccheggio di vassoi. Le rinnovo tutti i miei auguri, con cuo- re , solidale e sincero. Frate Lupetto. Hai promesso alla tua amichetta le mie ricette, che de- sideri economiche, semplici, da cuo- cersi senza forno? Ecco come si fan- no. alcuni dolci per il the: crostini al prosciutto. L'ottimo gustoso pro- sciutto si taglia a fette sottili, si f a Tavola per colazione alla forchetta.. albergo avrebbe il vantaggio di riu- scire indubbiamente bene senza che El la debba affaticarsi troppo; in quel giorno la mamma della sposa ha sempre mille cose a cui pensare. Il prezzo dei ricevimento in un buon albergo potrà aggirarsi all'incirca su dì una ventina di. lire a persona, se si sanno far le cose per benino. Se invece Lei preferisce invitare i Suoi ospiti in casa, si rivolga ad una delle più fini pasticcerie, che prov- v edera a darle un buon rinfresco con una spesa lievemente inferiore della precedente. In questo caso Ella po- trebbe, ad esempio, fare servire: tra- mezzini e pasticcini caldi, pasticce- ria fine, una macedonia di frutta, dolci assortiti, confetti. Marsala, ver- mouth,-moscato, gelati assortiti, aran- ciata, spumante italiano. soffriggere cori burro, si condisce con spezie e foglie di menta trite. ! Dopo si bagnerà con aceto. Si mescoli il tutto e si disponga sopra crostini di pane, dapprima abbrustoliti, o fritti. Budino di riso. Cotto il riso nel lat- te, e freddato, si uni sca . con gialli d'uova, cortecce di arancio candite e tritate, Cannella e biscotti sbricio- lati. S'impasta bene tutto insieme e si versa in uno stampo unto di bur- ro e spolverizzato di pan-grattato. Si cuoce a bagnomaria. Si servirà co-.; sparso di zucchero^ caramellato., Ciambelline al formaggio . Si faccia una pasta con p a n e e formaggio grattato, un poco di fior di farina, zucchero, cannella, • cortecce di aran- cio trite, si amalgami tutto-con uó-' va, burro,- un -po' di latte. Indi «e ne formino ciambelline, le quali in- farinate e fritte in. olio bollente, si servono con zucchero. Bocconcini air la ricotta. Pestata una mollica -li pane bagnato nel latte, con ricotta, si lega con gialli d'uova, si condi- sce di zucchero, di cannella, '¡di pi- stacchi tritolati, e dopo se ne fac- ciano bocconcini. Fritti, si servono con zucchero. Se la tua amica ha bisogno di altre ricette le darò. Ma per un the amichevole mi pare che bastino queste. Iolanda. — Lasci stare in pace il paggio Fernando, che in una que- stione di questo genere non c'entra ; per nulla. Si può essere signorine colte, intelligenti, aggiornate sul problemi dell'arte e della letteratura., ed occuparsi amorosamente della cu- cina. Ho detto si può, ma avrei do- vuto scrivere si deve. Quanto allo stoccafisso, non vedo perchè lei 'o dovrebbe ritenere una pietanza più volgare di un'altra. Un po' più indi- gesta, forse, ma simpatica e saporo- sa come ogni altro cibo buono. Se lo stoccafisso è già ammorbidi- to non importa che lo metta a ba- gno per due giorni in acqua corren- te. Lo faccia scottare per dieci mi- nuti in acqua calda, togliendo le spi- - ne e la pelle; - lo faccia a pìccoli pezzi, e per cuocerlo adoperi possi- , bilmente una teglia di coccio. Pre- pari poi dei pesto di prezzemolo e mezzo spicchio d'aglio, sale, pepe :n giusta misura, qualche pizzico di fa- rina bianca, un po' di cannel la, in polvere, facendo rosolire il tutto in olio abbondante. Lo stoccafisso deve . cuocersi molto lentamente e quasi i; ;' all'asciutto. Si potrà aiutare la cot- " tura inumidendolo con qualche goc- cia di vino bianco. Tritata a parte • una cipolla, si faccia rosolire nel burro ed olio, aggiungendo quattro acciughe diliscate e ben pulite. Me- scoli poi il tutto. Versi il composto ottenuto sullo stoccafisso. Ponga qua' e là dei pezzettini di burro, metta la fortiera al forno e faccia cuoce- rà lentamente. - Dolores, Torino. — Creda,- gen-. tile amica, è un'arte quella, della cu-- cina, che non - umilia nessuno. I più- grandi scrittori, gli artisti più insigni, gli uomini più potenti della terra han- no amato occuparsi personaltaente, • talvolta o spesso, delia tavola, e sono stati orgogliosi di riuscire a cucinare un buon piatto, più d' tante loro me- ritate vittorie. - E poiché Ella insegna matwie let- :

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