LA CUCINA ITALIANA 1936
LA CUCINA ITALIANA. S i ignori i l i tà I racconti della casa Mat i lde, la recente sposina, ha presso di sè Giuspa, una s ua g iova- ni ss ima cognata. Gi uspa è us c i ta da poco dal col l egio; ha a vu to la for- t una di incont rare sub i to un g r ande amo re sul la s ua v ia e t r a poco s a rà fidanzata. Da br ava, inte l l i gente ra- ga z za i tal iana, ha compreso che buo- na par te del la f e l i c i tà e del la pace coniuga le dipende da l la buona orga- ni zzaz ione e dal buon andamen to del la f ami g l ia ed ha chi es to a Mat i l- de d' insegnarla. .. P e r l i e ta combina- zione, ha a vu to subi to una lezione ed una... dimos t raz ione pr a t i ca che non d iment i cherà f ac i lment e. I l ma t t ino dopo il suo a r r i vo a Roma, ha r i cevuto un « espresso » da una ve c ch ia ami c a: « V a subito, te ne prego, con Mat i lde in V i a Ro s si n. 76; al terzo piano vi è un appar- tamento, adesso ab i t a to da un capi- tano d ' ar t i g l i er ia che si vende. F am- mene una p i anta e r i f er i sc imi ». Sono le 1 1 ; pr ev ia t e l e f ona ta co! capi tano, Mat i lde e Gi uspa suonano l i l la por ta de l l ' appar t ament o; sono subi to int rodot te da un a t t endente (che aita luc idando le mani g l ie e gli ot toni) in un salotto, non spolvera- to di recente, dove una po l t rona mo- s t ra la t rama, dove i cusc ini del so- f à sono tut ti di sordinati ed amma c- cat i . Una s i gnora giovine, la mogl ie del capi tano, ent ra; è cai-ina, dipinta; f a vedere le stanze. Quel la nuz iale ha il g r ande let to s fat to, una cul la in disordine, le finestre chiuse. C'è una s t anza comp l e t amente vuota, una gr ande sa la da pranzo, i cui mobi li f anno pena, poi la cuc ina, dove un bimbo di c i rca due anni pi cchia f or te con un cucchi a io su di un pi ccolo tamburo. .. senza però spa- vent are parecchie mosche che hanno stabi l i to la loro dimora sul tovagi io- lino, sporco di pappa, che egli ha al col lo. Sul l ' acqua io vi sono, but t a te là di sordine, tazze, bi cchier i, posate, piat ti con avanz i. L a s i gnora si scu- sa : — Ho manda to la mia domest i- c a a l ava r e; per ques to sto io in cuc ina, a sorveg l i are il bimbo ed a preparare la ma rme l l a ta con cui vo- gl io f a re i « k r aphen ». Intanto, leg- go « Il Fuo co » di d'Annunz io. I n quel momen to il ma r i to tornò, f o r se da una mar c i a, pe r chè era s tanco ed impo l vera to; si gua rdò in giro, ebbe un' espress ione di malcon- tento, quasi di d i sgus to sul suo vol- to espressivo, t an to che Mat i lde a Giuspa si congedarono in f re t t a, por tando con sè una p i anta del l 'ap- par tamento. — E c co una pr ima pr a t i ca lezione — f a la spos ina, inf i lando il bracc io ih quel lo de l la cogna t a. *— Hai v i s to quanto e ra sec ca to quel povero ca- pi tano e ben a . rag ione, e tut to per di f e t to di organi zzaz i one ih sua mo- gl ie! Capi sce che se una padrona di casa conoscesse anche solo superf i- c i a lmente la s c i enza de l la casa, po- t rebbe manda r la avan ti magni f i ca- mente, anche senza nul la f ar e, quan- do avesse a sua disposizione una do- mes t i ca, un at t endente ed ave s se un solo bamb i no! Genera lment e, t u t t i abbi amo, nei pr imo impi anto, una sola domes t i ca a tut to f a re e le cose cami imanno megl io. .. sempre quando si sappia organi zzare le cose e la v i ta domes t i ca con senso l og i co e senso prat ico. .. — Quindi, quel la signora. .. — Que l la s ignora, anz i tut to avreb- be dovuto tenere uno spi rag l io aper- to, in c ame ra sua, durante la notte, pensando che tut t i, ma spec i a lmen f a i bambini, hanno bi sogno d ' ar ia pu- ra, Po i avrebbe dovuto f a r spalan- c a r e le finestre di buon mat t ino, sc ior inare a l l ' ar ia ed al sole le len- zuola e ie coper te, r i a l zare i mate- rassi per f a re loro prendere aria. .. e poi condur re il bimbo non in quel- la sudi c ia cuc ina, ma in quel la s tan- za vuota, che t eneva inut i l i zzata, ed in cui av r ebbe potuto s o r v e g l i a r l o, sorvegl iando, nel lo s tesso tempo, la domes t i ca o l ' at tendente. — Scusa, ma il bimbo avrebbe po- tuto f a r si ma le e... — No, c a r a; se egli fosse stato messo in una di quel le cosiddette « gabb ie » con una ma t e r a s s a io den- tro, con una ba l aus t ra di legno tut- to intorno, dove i bimbi di adesso passano qua l che ora con i loro gio- càttol i, impa r ano a c ammi na re ap- pogg i andosi al la balaustra. .. ma, an- z i tut to la mamma avrebbe dovuto pensare al la to l e t ta del bimbo ed 'il- la sua, poi a i u t a re a r i f a re i let ti (specie quel lo grande, 11 cui mate- rasso si sc iupa meno, se v i ene rivol- tato da dae persone). Int anto l 'at- tendente — ques ta per la di domest i- co! — av r ebbe s c opa t i e luc ida to il pav imento de l la sa la da pranzo, del salotto, del la stàl i zà nuz i a l e; la do mest ica avrebbe pul ito là stanza da bagno, serv i to il caf fè- l at te. In que- sto modo, al le nove la c a sa sarebbe s t a ta in ordine e la domes t i ca avreb- be potuto usc i re per l a spesa. — L a s i gnora l ' aveva invece man- data a lavare. .. — Ed a v e va me s so l ' at tendente a luc idare le man i g l i e !! E c co il di fet- ta di organi zzaz i one! Lucidiare le manigl ie, l avare gli specchi, l ava re 1 ve t r i sono occupaz ioni, anzi l avori del pomer i gg io, e debbono ven ir f a t - ti per turno, secondo un ordine pre- stabi l i to, una t abe l la prestabi l i ta. .. — Conie que l la che tu, Mat i lde, hai appeso in gua rda roba. — Appun t o; nota che però, quel la tabe l la è una r ego la genera l e, che può avere del le inte l l igenti modi f i- cazioni. P e r esempio, ieri ha dilu- viato, ed i ve t ri (che e r ano s t a t i la- vat i avan t i e r i) ne sonò r imas ti tut ti macchi a t i. Quindi, ades so Gi l da deve ripulirai, anche se la tabe l la por ta scr i t to: «Mer co l ed ì: l avare specchi e luc idare le mani g l ie e gl i ot toni ». — Ho capi to. — Que l la s i gnora non f a, eviden- temente, r i gove rna re jé Stovigl ie do- po ogni pasto, ma una sola vo l ta al giorno. Ques to s i s t ema le empi rà più f ac i lmente la c a sa di s c a r a f agg i, f a r à si che suc c edano cont inui ma l anni e rot ture, da par te di chi mane g g ia vent i piat t i, invece di ot to per vol- t a! Imped i rà una raz i ona le pul izia, da rà un esempio di di sordine al la domes t i ca, un ' ar ia di desolante di- sordine a l la f ami g l i a. In quanto al lavare. .. — Ci dovrebbe essere un giorno fisso ogni set t imana. .. — Ma g a r i due, quando v i Bono bambini piccoli in casa! . .. Ma fisso e nel pomer i gg io, dopo la r i governatu- ra de l la cuc i na e l 'ordine in casa! Avendo, poi, l ' at t endente per asc iu- gare le porcel lane, per me t t ere , T ordine e spol verare la cuc ina, ja d me s t i ca ne dovrebbe ave re del le or l ibare, in cui bada re anche al bimbo — Pov e ro piccolo! In quel le man i ! — Po v e ro ma r i t o !, agg i ungo io. Pens a: s e qual che ami co del capi ta- no fosise cap i t a to s t amane in quel la f ami g l ia (dove — nota anche ques to ~ ci a spe t t avano !) ed ave s se vi sto quel disordine, que l la di sorgani zza- zione! Eg l i sarebbe di vent a to il ne- mico g i ur a to del ma t r imoni o! — Lo credo anch' io! . .. — Pensa, poi, che al le undi ci del mat t ino, non c ' e ra t racc ia di prepa- rat ivi per la colaz ione! — Ma si! L a s i gnora r ime s t ava la ma rme l l a ta per i « kraphen »!
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