LA CUCINA ITALIANA 1936

1° Maggio 1936-XIV ^JLA CUCINA ITALIANA 15 mor to l ivel lo di f l a c c i da e mol le insi- pidi tà. I l « buongus ta io » del la « c a f e t e r ia » passando la r ivi sta, a c cumu la sul suo vassoio, o « cabar et » che dir si vo- gl ia, l ' intero pranzo; zuppa, insa l ata, carne, patate, uno o due verdure, dol- ce e c a f f è — tut to in un mucchio con- glomerato. Bi l anc i ando il sovraccar i- co vassoio con le due man i ; spesso con un pacco sot to il bracc io, dondo- lando dal polso un ombre l lo bagna to o grondante di acqua, tut to sudato sot to i l peso del suo pa s t r ano e del cap- pel lo duro, lo sc i agura to presenta dav- vero un mi serando spet tacolo ment re c ammi na ce r cando di spera t amente una t avo la ed una sedia l ibera. Seduto, cominc ia con la zuppa: ma f r a t t an to nota con raccapr i cc io che « l ' ice-cream » si s ta l ique f acendo e il c a f f è si r a f f r edda. Meg l io a f f r e t t a r s i! Non c 'è un mi- nuto da perdere. F r a t t a n to la bi s t ecca f r i t ta — se- pol ta sot to uno s t rato di cipol le — si è venu ta coprendo di una c ros ta di g r a s so mo l to simi le a l la pa r a f f i na e l a l a t t uga de l l ' insalata si s t a rapida- mente appassendo. Meg l io a f f r e t t a r s i! Non appena un piat to è t r angug i a to lo si me t te f re t- tolosamente da un lato e un a t t ac co meno ans ioso è f a t to a l suo successo- re, così che, quando si a r r i va al dol- ce, la t avo la è in, un lurido disordine, Ogni pi at to coi suoi avanzi esala ranc idi e s tomachevo li e f f l uvi che di- sperdono il debole p r o f umo del gela- to disciol to e l ' aroma del c a f f è tiepi- do. Men t re l ' infel i ce buongus t a io sor- bi sce i l c a f f è un senso di pesant ezza 10 oppr ime non immune da una ce r ta nausea che, cer t ament e, non r i ceve sol l ievo a l la v i s ta di un sopragg iun- gente commensa le che depone il suo vassoio car i co di questo pas to Lucul- l iano: zuppa di t a r t a r uga « genu i na », s t u f a to di v i te l la con f r i t te l le di me- le, g r an t ur co bol l i to e sa l sa di lardo, insa l a ta di cet r iuoli o di barbabietole, budino di riso con sa l sa di noej me- l assate e un monument a le bi cchi ere di lat te « yougourt ». I l pr incipio bas i l are del la f a rma c o- l og ia medi eva le sembra s ia s tato que- sto: più orr ibi le è il gus to di una me- di c ina e magg i o re è il suo va l ore te- rapeut i co. Seguendo tale t r a c c ia l ' ingegnoso f abbr i c an te di generi a l iment ari è r iusc i to a persuadere l ' amer i cano che più un cibo è di sgus toso e più a l to è 11 suo va l ore nut r i t i vo e sa lutare. Es so può appar i re odorare ed ave- re il sapore di un «p a s t on e» per be- s t i ame — pur ché s ia pieno di v i tami- ne di calor ie, di ormoni, di r a g gi ul- t raviol et t i, si v enda a prezzi fantas t i- ci e s ia presentato in pacchi appar i- scent i. A ques ta t endenza si i nf ormano gli idioti c ibi che l ' amer i cano è stato persuaso a consumare a l ma t t ino: or- r idi mi scug li che me t t erebbero a du- r a prova anche un s i s t ema di gerente in f e r ro get tato, come quel lo di una g i r a f f a. Scegl i endo t ra l oro l ' Ame r i cano può o f f r i r si per sua pr ima colaz ione un cer to cerea le l a r gamen te s t rombaz za to che possiede i l de l i cato e r i cco a r oma del la s ega t ura di l egno o un a l t ro non meno magn i f i c a to che o f f re un' impress ionante somi g l i anza coi truciol ini da imba l l agg io o un a l t ra anc o ra che r i evoca la visione di un mucch io di br iciole di pane di crusca stant ie. Lo stesso pr incipio i n f o rma t o re è responsabi le per mol ti sos t i tuti di ca f- fè che inondano il mercato. I l c a f f è è una bevanda del iziosa: ergo è ma la cosa ed è noc i vo f a r ne un cos t ante abi to. Impas t i c c i a te un sos t i tuto o togl ie- te a l c a f f è la ca f f e i na, date a l pre- parato un dubbio sapore, vendete lo ad un prezzo iperbol ico e l a vostre, f or tuna è f a t t a. Ins i eme al l ' Ingles« l ' Ame r i cano può van t a re la discut ibi le dist inzione di essere, a tavol a, 11 meg l io mani era- to uomo del mondo. L a rag i one di c iò è mol to sempl ice« poiché c iò che mang ia non va le la menoma at tenz ione, eg l i può concen- t rar si tut to sul le quisqui l ie del l 'eti- chet ta. Po t r ebbe anche s embr a re log i co che l a conver saz i one de l l 'Amer i cano a t avo la sìa la mi g l iore del mondo, tanto più che non esìste l a compet i- zione del buon c ibo per di s t rar la. Ma ciò, pur t roppo, non è vero. Pe r chè, quando il mang i a re è cat t i- vo, la t avo la man ca di quel la buona disposizione de l l ' animale ben nutr i to, di que l l ' a tmos f era di espans i v i tà e di quel luminoso a carezzevo le ca lore che solo può essere da to da l la buona cuc ina. Manine laboriose all 'opera Vog l io insegnarvi a conf ez i onare da voi , coir l ' opera del le vos t re mani- ne labor iose, un graz i oso g i acche t t i- no da letto, per finire H romanze t to Eicominciato. voc i l o. Quando il r e t t ango lo s a rà finito r ipi ega te i l lembo s ini s t ro dal- l 'al to in basso, in modo che v e nga a comba c i a re il f ondo del re t t ango lo cuc i te 1 due l embi sovrappos ti co- f " 't*'" WWiT F a t e un re t t ango lo che deve ave- re la l unghez za del le vos t re due br ac c ia p iù quel la del vos t ro dorso. Met tete nel f e r ro 130 punti c i r ca e f a t e sei r ighe al di r i t to e sei al ro- m Ine ì andò 'da s ini s t ra e venendo fino al punto d ' incroc io dei lembi. Bada te però di comi nc i a ra a cu- c i re a v endo l as c i a to dieci cent ime- t r i l iberi per il polso. Ri p i e ga te quindi il l embo di de s t ra al lo s tesso modo, l asc i ando però uno sipasio per il col lo. Tut t ' i nt orno a l la par te ohe f o rme rà lo scal lo e a que l la di dove usc i rà il bracc io, f a te un pi zzo al 1 'unc inet to. I l pizzo può essere f a t to in ques to modo; Lun go lo scol lo f a t e un g i ro a mag l ia bassa, poi t re ca t ene l l e; me t t e te l ' unc inet to nel t erzo punto del la mag l ia ba sa e così fino a l la fine del giro. A l r i torno f a te Io stesso punto a l t e rnando le mag l i e. Segui t a te sino ad ot tenere un ' a l t ezza di 5 cent imet r i. K , S.

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