LA CUCINA ITALIANA 1936
12 1" Gennaio 1936 - XIV PICCOLA POSTA MARIA DE V. (Milano) — Ella vor- rebbe consiglio su di una leggera mine- stra che suo marito (dopo l'orario unico) vuol portare con sè alla banca, per inco- minciare con qualcosa di caldo la piccola reiezione. Le consiglio questa, che potrà chiamare « minestra del Carso » perchè ve- niva portata in fiaschi di notte agli uffi- ciali nelle trince^_£accia una leggera puré di patate e l'allunghi con brodo di manzo, brodo vegetale o brodo improvvisato con un po' di burro e con un dado e ne riem- pia il thermos. IRIDE (Lodi) — Ella invita spesso pa- renti ed amici a colazione e trova che i fiori sono un po' cari. Faccia cosi : su di una tovaglia di canapa .color grezzo metta dei bicchieri, le bottiglie ed una fruttiera di vetro color verde scuro, giallo oro sevro, violetto scuro, turchino scuro, a suo j¿- ci- mento. Empia di frutta la frutti-ra e metta accanto ad ogni invitato un vario- pinto frutto di Murano. Serva il g:elato in coppe bianche (se non le ha eguali ai bic- chieri. o in coppa da spumante o in piat- tini di vetro), e metta su di ogni por- zione di gelato, una mezza albicocca o una mezza pesca conservata in ¡scatola. Per fine di tavola serva questo vino-liquore di sua fabbricazione. Sciolga 250 grammi di zuc- chero, a freddo, in un litro di vino da ta- vola piuttosto alcoolico e vi lasci per tre giorni in fusione la buccia di cinque man- darini piuttosto acerbi, filtri il liquido at- traverso un pannolino e del cotone, e lasci riposare quaranta glorili. ALLE 38 ABBONATE che, leggendo una mia risposta alla moglie di un impiegato statale, mi hanno scritto chiedendo in dono l'agenda del 1936 « un anno del mia vita », dico che l'editore Carabba imbussolò i loro 38 nomi e ne ha estratti sei, a cui ha fatto quel dono tre settimane fa. Av- verto tutte le lettrici dell'agenda stessa, che le distinte per la colazione di Capo- danno, Pasqua e Natale che vi sono pub- blicate sono state stampate prima delle sanzioni, e che. spetta loro ricavarne delle distinte semplificate ad un solo ma appe- titoso piatto di carne. M. L. — Per evitare che le frutta can- dite in casa facciano la muffa, bisogna dopo l'ultimo bagno di sciroppo, tenerle sopra ad una stufa fino a che facciano una crosticina bianca. L. Z. — Secondo una ricetta del cav. uft. Pettini, per fare le mandorle al cioccolato, bisogna sbucciarle, tostarle, velarle con pocnissimo cioccolato e met- tere loro sopra un cucchiaino di com- posto ottenuto facendo fondere a bagno- maria del cioccolato così detto « di co- pertura », con poco zucchero al velo. TERESINA DI G. — Il mio ultimo romanzo « Genziana » è uscito adesso ; spero ' che tanto lei (che ha «• diciott'annO come sua madre, come la nonna lo tro- veranno interessante. E' di prezzo ipo- desto (lire cinque) ed è pubblicato da! Dr. Biondi, editore, vJa Mortara 5, Mi- lano. LUCANA. — Rileggendo ora la sua, trovo che la parola « gattò » ha l'ac- cento sull'« o » e capisco che cosa vuole dire... mentre, scrivendole a parte, ho creduto che ella volesse regalare ad una recente mammina un gatto con una scritta al colio! Quanto ne ho riso! Per- doni se mi meraviglio come ella non sappia che adesso si mette la parola « dolce » e che, in francese, si scrive fi gàteau ». BEATRICE B. — Non me ne Inten- do, ma . ho sempre sentito . dire che il panettone non ' s i fa in casa, nè si cuoce in un solito forno. CALINA G. — Non le conviene farsi mandare la mia agenda pel 1936 — Ün anno della mia vita — contro assegno altrimenti le verrebbe. a costare sei lire circa invece. di . quattro 1, Mandi un va- glia di quattro lire all'editore Carabba (via del Quirinale 22, Roma). Accanto a dodici articoli letterarii — quest'anno tratto dei meriti e dei difetti di noi dan- ne — troverà dodic¡ articoli di vita pla- tica, che potranno guidar!* nel ben di- rigere la sua casa, troverà un'elemen- tare, ma suffieente e completa contabi- lità e delle tabelle di tutti i generi, per organizzare, notare e sapere ciò che ha in casa e ciò che le serve di ben ricor- dare. ROSINA P. — In inverno, lo sposo mette su quel vestito dì prammatica per nozze (di cui sarei grata alle let- trici se mi suggerissero il vocabolo ita- liano, in sostituzione di tight) un cap- potto grigto scuro ; quando ella sarà in albergo dopo la cerimonia, pel rinfresco, tolga la pelliccia e resti col suo elegante vestito marrone e col cappello relativo. Auguri. Dr. R. E. PATRIZIO DI FERMO - Co- me vede, se lei ha consultato il « libro d'oro della nobiltà italiana » per met- termi un esatto indirizzo, anch'io ho fatto altrettanto! La ringrazio, apprezzo la sua lettera, ammiro la sua erudizio- ne e trovo che ha ragione.. JEFTE M. (Sardegna) — Il cav. uff. Pettini scrive: Per ottenere uno sci- roppo d'arancio, si toglie alle frutta la parte superficiale dell'epidermide, e la si pone in un caldaio col succo delle arancie e col peso doppio di zucchero. Si fa bollire lentamente fino a che ap- paiono delle bollicine, si filtra e si ri- pone. Questo sciroppo deve la sua con- servazione alla sua densità. Prenda nota che io non dirigo questa rivista; vi ho la rubrica « signorilità » e la piccola RACHELE — Non sono più di moda i poggia-posate, nelle famiglie dove si cambia la posata ad ogni portata, perche essi non servirebbero. Quando si tiene la stessa forchetta, entriamo nel campo modesto e famigliare, dove ognuno può fare come crede... e fa benone a rispar- miare macchie sulla tovaglia. Pel sal- mone servito coperto da maionese, met- ta una solita forchetta o le posate da pesce. Mai una forchetta pìccola. Il for- maggio, servito sul suo piatto di vetro con coperchio, non richiede tovagliolino; servendolo su di un piatto comune, ella non lede nessuna norma fìssa metten- dovelo. La servitù porta sempre la po- sta in un vassoio ( ai padroni, ma se ella incontra sull'uscio la cameriera che l'ha ritirata in quel punto dal postino o dal portiere, la prenda senz'altro in pace ed in allegria... dato che non avrà le venti o venticinque lettere che ricevo io ogni giorno! Tante buone cose. PAOLINA G. — Coli il brodo attra- verso ad una salvietta bagnata; ho pas? sa.to il suo reclamo all'amministrazione. LORO O IO. — Cara figliola, la sua lettera mi ha molto interessala: ella so- stituisce la mamma perduta presso a) babbo ed ai fratelli, ma si trova molto sola, bisognosa d'un'amicizia femminile; trova le sue conoscenze giovanette de- siderose soltanto di divertirsi, di ridere, di civettare e non sa se è lei o sono loro a prendere la vita pel suo verso. Vede: la di lei giovinezza è forte e pensosa, perchè ha conosciuto il dolora e vi si è temprata 1 Fa bene a calcolare la vita una cosa seria, ma compatisca quelle ochette dipinto c, se il loro am- biente non le va, frequenti aualche ospe- dale di .bambini, qualche ricovero di vec- chie signore decadute. Tornerà a casa còl cuore commosso, ma non vuoto. L'ab- oraccio maternamente. SILVIA PENSONI, ABBONITA UUitò. ANNUCC1A, ecc. ecc. — Debbo pregarle di rileggere quanto scrissi nel numero di novembre, cioè elio io rispondo qui solo a domande che abbiano qualche attinenza alla mia rubrica. LUISA IM. (Napoli). — Ca prego di credere che la mia agenda è qualcosa di molto signorile, e di molto diverso dal s libro delle spese di cucina. Coni* può pensare, che io abbia scritto un libro dove notare: L. 0,10 aglio e (¡>,Ì20 cipolle-? Vuol dire che non segue nò la mia ru- brica, nè la mia piccola posta. sHV.ÌS ERMINIA M. — li dono da faro, ad uji medico — amico dei suoi fratelli me- dici — che rifiuta le L. 800 che ella gli deve, può variare a seconda che egli sia scapolo o abbia famiglia, che sia appas- sionato d'arte, di musica o di... tavola, quindi può essere una bella ricca valigia con un servizio da toeletta, un quadro od un bronzo firmato, una cassa di spu- mante, una radio. Un dono sempre gradi- to e di gusto finissimo è una miniatura di soggetto classico o riproducente la madre, la moglie, un figlio ai lui. Al caso, posso darle nome e indirizzo di una perfetta miniaturista, che fa anche ottime con- dizioni alle mie amiche. LAVINIA — Non c'è principe eredi- tario in Bulgaria. Metta sempre a tavola ti bicchiere dell'acqua. Cordialità. RENATA F. — Trovo che quattro- cento lire di spesa pel vitto di una fa- miglia modesta di tre persone grandi, in una città, rappresentano una somma necessaria e sufficehte. Nel mio volume « Signorilità », ho appunto fatto duo bi- lanci domestici, uno per persone abbienti, uno per persone più modeste, indicando come dividere la rendita nelle « voci » vitto, affitto, domestici, previdenza, tas- se ecc. Tenga tutto notato; faccia sem- pre il suo piccolo bilancio (troverà tut- to pronto nella mia agenda) e andrà be- none; un bacio al suo Piccolino. FRATE LUPETTO — Grazie dello espressioni cosi gentili. Si; in «signo- rilità» ho scritto che si presenta sempre un uomo ad Una signora (che abbia una certa personalità) a meno che si tratti di un principe del sangue o di un alto prelato. Aggiungo, a sua domanda, che se ella conducesse un'amica dal Capo del Governo, ella direbbe « Ecco, Eccel- lenza, la signora X » e non nominerebbe il Duce a lei. Presentando una signora ad un senatore, ad un generale, ad una personalità, ella dira sempre « ti sena- tore X ministro di stato, la signora Y » e dirà «permetta, signora, che le pre- senti il generale Y », quando la signora meriti una speciale deferenza o sia mol- to anziana. Quando ella desse un rice- vimento in onore, mettiamo, di Marconi 0 di Pirandello, ella farà in modo che 1 di lei amici arrivino prima del festeg- giato, gli andrà incontro, dicendo ad alta voce « Buonasera, . Eccellenza ! » e questi, st-rviii- di presentazione. Poi, ella presenterà a lui gli invitati. Quando in un salotto, una di noi vede avvicinarsi qualcuno con tazza di tè sì tolga dalle due mani i guanti. Trovo, poi, simpatico rimettere il guanto alla destra SO'-c. Quando si sta sull'uscio del- ¡'appartamento, perche gli uomini che ci baciano ia mano, preferiscono la no- stra: epidermide a quella degli svariati animali, la cui pelle è di moda... Tante, cose alvét.tùc.sf? j AIDA B. (Ravenna). —, Auguri a voi ed ai quattro fidanzati. Mio marito co- manda adesso una brigata indigena ed un'Importante zona conquistata. Dio aiuti tutti i nostri laggiù' ... BARONESSA G. C. P. — Auguri al pic- colo aspettato! , ADA S. — Auguri. Risponderò nel pros- simo nùmero. ELENA MOROZ ZO DELLA ROCCA Di f fondete « La Cucina Italiana »
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