LA CUCINA ITALIANA 1936
cure me mn e un cmdirnmtor, ma, & por se sten or,cfk decresce 4'pder& ck tutte le cmnpmkhnJ,, alle qualipar* snmie le marmellate, k frutta. sctr&s* awe efiem temile fazioni, c&rne ima, zlone, di sicuro- /a -men* 1° Luglio 1036 : XIV_ . LA CUCINA ITALIANA a f f r e t t ava a presentare a Mat i lde ed a Giuspa — ohe presentava lui, a sua vol ta, a quelli dei toro a- mici che ancora non conosceva. — Sta bene at tenta, Giuspa, nel. l 'entusiasmo del momento, di non presentare delle persane anziane o delle s ignore a lui — aveva ammo- nito Matilde... e la giovanet ta sta- va at tenta e subi to presentava pu- re 1 sopravenienti ai suoi geni tori ed a l suoceri futur i. Le due signo- re anziane, al pari di lei e di Ma- tilde, avevano Indossato un sempli- ce ma elegante vest i to da pomeri- gio e da cerimonia, con i loro gio- ielli; Giuspa s f ogg i ava !"i bel la spil- la di diamanti e di perle, l 'anel lo di fidanzata ed il dono di Gino. L' anel lo era var i amente commentato dalle amiche. Quelle più f r ivole su- surravano che esso non aveva un grande valore, mentre è di moda un anel lo f orma to da un solo grosso brillante, mentre le al tre e special- mente le mamme t rovavano simpa- ticissimo, simbol ico e signori le l 'a- nello, che viene t ramanda to nella varie generazioni. E quanti f ior i, quasi tut ti bian- chi! Mat i lde aveva previ sto questa amabi l i tà degli ami ci ed a v e va mes- so, nei due salotti, dei vasi di cri- stal lo pieni di acqua, dove essi ve- nivano man mano portati da Giu- spa, che r ingraz i ava commossa ed era gr a ta a Mat i lde di aver previ- sto anche questo ed organizzato an- che questo dettagl io. Inf a t ti a nes- suno piace che il proprio dono ven- ga negletto e che i propri! f iori ap- passiscano in un angolo, Quando tutti gli invi tati (una quarant ina, numero proporzionato al- la capac i tà del l ' appartamento) furo- no giunti, Mat i lde lasciò il suo po- sto al l ' ingresso del salotto e si por- tò f r a i var ii gruppi, graz iosa e gen- tile come sempre; i f idanzati la imi- tarono, raccontarono dei loro proget- ti, ma senza darsi delle arie, senza smancerie e senza star sempre cuci- ti uno all 'altro, lieti di t anta simpa- tia che veni va loro dimostrata. Intanto era s t a ta aper ta la porta della s tanza da pranzo. La giovane pdroma di casa s 'era mol t ipl icata ed aveva combinato tutto molto bene. Sul tavolo da pranzo a v e va steso una r icca tovagl ia di orgaiidia. bianco, ri- cama ta a puiito ombra e vi aveva messo tazze da tè, da ca f f è, bicchie- ri per bibite, bicchierini per rosoli! e liquori, il servizio da tè, le c a r a f fe piene di tè f reddo al rum, di carca- dè, di l imonate ed aranc iate fat te con autent ici aranci e limoni ed aveva messo dappertut to f iori bian- chi. Su di una consolle, aveva disposto, su piatti uguali al servi z io e piatti d'argento, le tart ine di molte qm- lità, salate e piccant i; sul l 'al tra ave- va messo le torte, i biscotti, i dolci varii. Avevg, di sseminato piccole cop- pe di mandorle dolci e salate, di cioccolatini e di fondant i, accanto a colmi portasigaret te, sui mobili dei salotti 0 della terrazza., IJon. c ' era spumante — che sarebbe stato riser- vato ai r icevimento di nozze — ma tutto era mol to f ine, ben preparato e ben presentato; c ' era un insieme di al legr ia e di sempl ici tà, che era signori l i tà vera e che conquideva tutti. Dopo il r infresco, una deputazio- ne di gioventù andò a chiedere 11 permesso di bal lare sul la terrazza; Matilde non aveva voluto of f r i r lo, nè prometterlo, per non dare impor- tanza a l la cosa, ma aveva prepara- to il grammo f ono con recenti balla- bili. I due f idanzati danzarono in- sieme il pr imo val tzer f ra grandi battimani, poi bal lò Mat i lde col ma- rito; Mat i lde fece portare sai terraz- zo bibite e liquori e f ino al l 'ul timo fece con graz ia squisita U suo dovere di previdente padrona di casa. E più tardi, vi uni un'opera buona, mandando gli avanzi al le povere vec- chie r icoverate in un ospizio di ca- rità. E L ENA MOROZZO D E L LA ROCCA
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