LA CUCINA ITALIANA 1936
1*. Luglio 1936-XTV IiA OtTCHiA ITAMANA NI R. ~ V • tt Consigli a Rosetta ».JU'-J-IIU G I N E S T R E All 'abbonata Meneghina che in tono di schermo af fet tuoso «li domanda no- tizie del pupo di Roset ta, rispondo che Fol co Nedo Giovannange lo viene su a meravigl ia. Pa f fut a, con le bracc ia a fossette e le gambe a piombo ha nel la sua nu- dità rosea, la graz ia armoni ca d'un putto Robbiano. Al l evato secondo le norme della mo- derna fisiologia — su questo Rose t ta rioft trans ige — Fol co non ha mai avu- to la piti piccola bua: nemmeno quan- do ha messo i denti. E ne ha g ià otto, quel tesoro! Rose t ta ha ragione d'essere orgo- gliosa, come mamma e come nutrice, di questo bel mimmohe robusto che sembra tanto fel i ce di esser venuto al mondo. E' sempre ga io Si guarda. .. ride. Si chiama. .. ride. Si f a le viste di sgridarlo., o al lora piange, povero amore, a singhiozzi convulsi, tut to preso da un orgasmo repentino, come se la sua i gnara innocenza scorgesse nel nostro apparente corruccio qual- che oscura minacc ia del la vi ta. Ma basta un bacio, bas ta una ca- rezza ad acquetare la sua pena di passerott ino di nido spaurito. Subito ride, stri l la e ci bal la in col lo con una irruenza di movimenti che t ronca le braccia. Roset ta, come tut te le mam- me che hanno bimbi sani e v i vaci (oh! soave uni formi tà del l inguaggio ma- terno!) dice ridendo: —< Sta f e rmo solo quando dorme! — Ed è vero. Ora dorme sotto i veli delia culla, in una posa di dolce abbandono che in- vog l e r ebbe un maest ro del pennel lo a r i t ra i lo per un'ef f ige di « Pu t to dor- miente ». M' indugio ad ascol tare il euo respiro calmo e lieve, a guardare le sue labbruzze rosee che, nel sonno, si muovono meccani camente, come per succhi are il latte. Ma Rose t ta mi chiama. E ' intenta a cucire per il suo piccolo un 1 vest i t ino di seta vegeta le celeste, fiorita di boccini d.i rosa. —- Non le pare — mi domanda — ohe quegta . rob i na sia un amore? (guardi comè è lucida. Si giurerebbe che eia di seta naturale. • Ne convengo. Di co; — Ci sono appl icazioni di seta vege- tale così per fet te che noi profani sten- t iamo a credere al la loro origine. Ri- sogna conveni re che in I tal ia si f anno di gran sel le cose con le fibre nazio- nali d e s t i a t e a sostituire la costosa mater ia pr ima d' importazione. Sotto l ' inci tamento del Duce che, nel la sua dinamica concezione emancipatr ice del l ' industria ital iana, addi ta loro i nuovi problemi da risolvere, i tessili gassano di vi ttoria in vittoria, Assi- suo più razionale svi luppo,. essi rivol- gono tut te le loro energie' verso un nuovo prodotto: la ginestra. Rose t ta m' interroga con lo sguardo. Na ta e cresciuta in una grande c i t tà del l ' Ital ia cont inentale, non. conosce a f f a t to la gines t ra: questa pianta tipi- camente medi terranea che cresce, allo stato naturale, sui decl ivi argi l losi dei colli. Ed io le parlo con accento no- stalgico dei suoi fiori profumati e di un gial lo magni f ico, a gui sa di grap- poli, al sommo dei rami sottili e privi di fogl ie. E intanto mi si a f f ac c ia a l la mente, con un real i smo suggest ivo, il ricor- do d'un vasto ginestraio chiuso f ra due poggi ,in una conca solat ia dova nel- l 'estate il gial lo di l agava f r a gli arbu- sti in fiore in una fas tos i tà di t inta uni forme eppure fantasmagor i ca. Si veni va di lontano, su per sent ieri da capre, solo per la gioia di tuf fare gli sguardi nel flotto splendente e profu- mato. Un a g r ave pace incombo va so- pra il sol itario recesso, muto di ogni eco di vi ta, dove la natura amm. i ecHa- va, anno per anno, tonta dovizia di fiori. Rose t ta sorride: — Che nessuno pensava a cogliere. Ret t i f i co: C' era invece chi li cogl ieva, la vigi- lia del Corpus Domini o deU'Ot iava- rio, per t rarne un piccolo lucro. I mor- bidi petali del la ginestra servivano por la fiorita che i fedeli spargevano sulle, strade sassose da cui sarebbe passata la processione. A quel tempo, ne) pic- colo borgo dove sonò nata, la g ines t ra va l eva solo per la sua mist ica fiorir «Ufato alla lavorazione della canapa »tura, % per ! suoi rami flessibili adatti. per l egare J tral ci delle vi ti e dei po- modori. Al t rove, e fino da epoche re- mot issime, si r i t raevano dal la sua fi- bra, sottoposta ad un primordiale si- s tema di macerazione, corde, spaghi e tele mol to ruvide. In Spagna, con 1© fibre più sottili si confez ionavano spe- ciali tipi di tele abbas tanza fini e mer- letti leggiadri. Ma solo a questi pic- coli impieghi tessi li ed a qualche al t ro uso di ancor minore impor tanza sem- brava dest inato l 'arbusto del quale ben pochi s ' interessavano. L' assedio econo- mico, rendendo più urgente il proble- ma del la nostra emancipazione indu- striale, ha messo in evidenza i pregi, pei quali la ginestra, ve r rà a portare un sicuro cont r ibuto al la nostra econo, mia nazionale. Graz ie a per fez ionati procedimenti chimico-meccanici la sua fibra si tra- s f orma in candidi bioccoli, soffici an- che essi e lucidi come la seta. • Vedrà — dico a Rose t ta — che bel lezze di tele e di tovagl ier le si fa,- ranno con quei bioccol i! Noti bene che quel tessuti avranno anche una resi- stenza d'eccezione. • Pe r c hè? — Per chè la fibra del la gines t ra al f a più salda con l 'umidità. Quindi l e belle tele e i tovagl iati lucenti sfide- ranno il bucato vi t tor iasamente. D'ora in avanti l 'arbusto per tanto tempo negletto sarà col t ivato su vas ta scala. Ma fedele al la sua naturale mo- dest ia sì contenterà di vegetare nei terreni che a nessun' al trà col t ivazione possono essere adibi t i: ad esempio lun- go le linee ferroviar ie. E non r ichiederà cure part icolari e costose. Così il nuovo prodotto grave rà sul- l ' industria tessile solo per la spesa del tagl io e del la disintegrazione. — E anche questo — conclude Ro- set ta sorridendo è un meri to che le massaie econome apprezzeranno di già. Ma quante scoperte! — prosegue fa- cendosi pensosa. — Vede signora. Io invidio quelle donne che possono te- nersi al corrente di tutti i problemi che interessano la prosper i tà del la no- s t ra Pat r i a. Vor rei anch' io interessar- mene, leggendo, assistendo a confe- renze, par lando con persone competen- ti. Ma come si f a ? La casa e il piccolo assorbono tut to il mio tempo. — Cara — le dico — f ar la mamma come la f a lei è la più nobile missio- ne che possa essere a f f idata alle donne italiane... E la seguo con uno sguardo di tene- rezza mentre si dirige, con slancio amoroso, verso la culla. Sotto i veli due manine paf fute si agi tano. Due rosee labbruzze balbet- tano: — M'a-m-ma! F R I DA La domenica leggete LA VOCE D'ITALIA
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