LA CUCINA ITALIANA 1936
10LACUCINA ITALIANA 1» Agosto 1936-XIV LA POSTA DI Caterina. — Non c'è nulla di più faci le che mandar via, bene, le mac- chie d'uovo dalla bi ancher ia da tavo- la: strofini la macchie con sale leg- germente inumidito, e poi lavi :a biancher ia con acqua calda e satpone. P e r l 'argenteria, quando essa è di- vent a ta scura e opaca, prenda un po' di bicarbonato di soda un po' di bian- co di Spagna, e del sapone: sciolga il tut to nel l 'acqua calda, e vi lasci l 'argenter ia, che dovrà esser risciac- quata nel l 'acqua tiepida dove s ia sta- ta aggiunta qualche goccia di ammo- niaca. Ci vuole una terza r isciacquata, in acqua e sapone calda: e poi l 'ar- genteria, tornata nuova, si può asciu- gare con un pezzo di pelle morbida. Tela di ragno - Torino. — St rano pseudonimo: io, se fossi un uomo, mi spaventerei. Ad ogni modo, eccole la r i ce t ta delle mandorle salate. Met ta in una casseruola del l 'acqua bollente, e ci versi le mandorle che vuol sa- lare. Dopo 5 minuti la pelle delle mandorle, che avrà levato dal l 'acqua, sii s taccherà faci lmente, alla semplice pressione delle dita. Fa c c ia seccare le mandorle al forno, a un fuoco un po' vivo, fino a che non sieno diventate bionde. Poi, sciolga qualche grammo di polvere di gomma arab i ca in acqua calda e ne asperga le mandorle, che avrà messo a sal tare in una padella asciut ta, sul fuoco. Le asperga di sale finissimo ment re la soluzione di gom- ma è ancora liquida. Non cessi di a- giitare sul fuoco la padella finché le mandorle non s om tos tate al punto giusto, e secche bene. Sono molto ap- petitose, e invi tano anche a bere. Piccola massaia - Bologna. — Ma no, ca r a: nessuna difficoltà a fare una buona madre di aceto. E ' questio- ne sol tanto di tempo e di pazienza. Raccogli tut ti i vecchi fondi di bot- tiglia, tut ti gli avanzi di vino rosso che riesci a trovare, man mano: ag- giungici, per ogni litro di liquido co- sì messo insieme, un bicchiere nor- male di aceto: versa il tut to in un recipiente qualsiasi, possibi lmente i bocca assai l arga: e se no, una dami- giana, un fiasco, qualunque cosa è buona, a seconda della quant i tà: a lascia, per quat t ro mesi, quel recipien te senza tappo. L ' ar ia f a rà il miracolo E la madre che ti servi rà poi a fa PILLOLE. 5 .F05&J G d E L p i OWP S MO ^ M ¿00 «fBfl SONO il PUH6U1TE INSUPERABtU ANTiEMORROIDALl TONICHE OIGEST!VE <)n osTuccino ci: 6 pillole L.O.GO ! Richiederlo alle Por«noci» locali 'ino sediolo di SO pillole L-3 . 15 , oresso ogni «mporianTe Farmacio o inviando vaglio d> t £ allo fARMACi PQìlCi VENEZIA S.fOM l re rapidamente al tri aceti verrà be- nissimo. 800. — Non le nascondo la mia igno- ranza: il sidro non l'ho mai fat to. L'ho bevuto qualche volta, durante ' miei viaggi: più spesso in qualche pa- diglione regionale di grandi esposi- zioni internazional i. L'ho trovato buo- no, acidulo-dolcigno come è, e pie- no di vivac i tà come lo spumante. Ma mi eon f e rma ta al la cognizione ge- ner ica che il sidro si ott iene dalla fermentazione delle pere e delle mele: le quali naturalmente, come avviene per l'uva, quando si f a il vino, do- vranno esser raccol te mature e messa in un piccolo (o grande) tino, e... qui finisce la mia povera scienza ed en- tro nel campo della fantas ia. Mi in- formerò e le darò più precise notizie. B. R. T. —• Chi le ha detto, ami ca cara, ohe le padelle si puliscono con un pezzo di car t a, le ha detto cosa purtroppo diffusa f ra t anta gente, ma né pul ita né bella. Lavi le sue padelle con acqua calda e soda: e asciughi poi accura t ament e. Ver ranno lucenti... e saranno pulite. Per quanto le cuci- ne moderne tendano a nascondere tut- ti gli utensili di cuc ina dentro arma- di a muro (ciò che dal i unto di vista dell ' igiene e della pulizia è una bel- l issima cosa, ma fa rassomigl iare le cucine a dei gabinet ti scient i f ici) le batterie lucide cost i tuiscono ancora l'orgoglio della buona massaia. Met ta i guanti, quando lava con la soda: dei vecchi guanti di pelle o di gomma. Mammina bionda - Varazze Ligure. — Oh! , io credo al Sole come a una delle cose più provvidenziali della na- tura. Soltanto. .. bisogna saper come usare questi benefici miracolosi e ter- ribili raggi solari. Se i l suo bambino ha 5 apini, lo sottoponga subito al la cura, avendo, ila preoccupazione di fargl iela incominciare a digiuno, e col capo coperto da un cappel lo di pagl ia o di piquet bianco. Secondo l'ora, la t rasparenza dell 'aria, l 'umidità della atmosfera, incominci con 2 o 3 o 5 minuti di esposizione da ogni par te; poi cresca, gradatamente, ogni gior- no, di un minuto o due. In otto o dieci giorni il suo bambino sarà in grado di r imanere al sole anche più a lungo, senza soffrire. Si ricordi che le imprudenze, nel la cura del sole, so- no pericolose. Maria Luisa - Ancoixi. — 1 Lei ha du e nomi dolcissimi. Ma la sua idea di chiedere a me la r i cet ta per il pa net tane è crudele. Lei vuol farmi que- relare per... pascolo abusivo dalle mie colleghe di redazione, nei cui campi, fioriti dall 'esperienza, non dovrei en- trare. Ad ogni modo eccola acconten- tata. Prendo 50 gramfni di zibibbo e 50 di uva passa. Lavi, asciughi ,e fàc- c ia macerare per 3 ore ne! .rhum, a.g giungendovi 60 grammi di f rut ta can- dida t agl i a ta a pezzettini. Io preferi- 3W.3S sco il cedro candi to, che dà un mi- glior sapore. Me t ta in un t egame 125 grammi di burro (il mio libro ag- giunge «rammol l i to» ma con questo caldo non mi pare che s ia una racco- mandazione necessar i a) 125 grammi di zucchero in polvere, e mescoli il tut- to per 5 minut i. Aggiunga poi un paio di uova intie- re e lavori ancora per 10 minuti. Ab- bia intanto, da parte, 300 gr. di fior di far ina. Ne prenda un quarto, lo aggiunga al burro inzuccherato e me- scolato con le uova, e segui ti a rime- s t are bene, aggiungendo a poco a po- co 50 grammi di lat te freddo. Vi ag- giunga un pizzico di sale, e un più grosso pizzico di scorza di limone grat tata, e un mezzo pacchet to di lie- vito. Bi sogna segui tare a lavorare questa pasta, energi camente e pazien- temente, aggiungendo il resto della far ina, e il rhum con l 'uva secca e il cedro candi to. Ci vuole naturalmen- te una forma, da panet toni, che do- vrà essere r ivest i ta internamente di c a r ta uàfca col burro. Si riempie per metà la forma, adoprando tut ta la pasta, e si met te nel forno. 50 minuti di cot tura. Squisito. Abbonata 27315 - Palermo. — Non c'è,, creda, bisogno di r i correre ai sali da bagno, per •mantenere la freschez za e la bellezza della pelle, e la salu- te del corpo. La s tessa immersione nel l 'acqua, tiepida, provocando una di- latazione dei vasi peri ferici (le picco- le vene che recano al la pelle il loro nut r imento) è provvidenziale per la salute, ol tre che per la decenza 'a bellezza e la freschezza della epider- mide. Ma io le dirò che se Lei ag- giungerà al suo bagno il contenuto di una bella pentola dove avrà fat to les- sare gli spinaci casal inghi (natural- mente passando quel l 'acqua da un fil- tro, un colabrodo che contenga un cencio fitto e pul ito) Lei potrà, senza nessuna spesa (perchè gli spinaci se li mangi a) ot tenere un bagno eccezio- nalmente r inf rescante e salubre, per la pelle. Molti succhi di erbe sono preziosi, e bisogna prof i ttare della sta- gione favorevole per migl iorare la propria estet ica senza spesa. Le con- siglio le foglie ' della lat tuga, o i fiori della camomi l la, o il decotto di rosma- rino, o di foglie di pioppo, o degli u. mili e belli bluets dei c. mpi. Se può aggiunga a questi decotti una cuc- chiaiata di miele. Casalinga - POntedera. — Scusi il ri- tardo: la sua let tera era r imas ta na- scosta sot to una quant i tà di ca r te
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=