LA CUCINA ITALIANA 1936
LA CUCINA ITALIANA 15 genti le. Credo che, in questi ultimi tempi, si sia t ras f orma ta in una vera e propria r ivi sta di mode, di figurini, etc. Se vuole, mi mandi il suo indiriz- zo e gl iene procurerò una copia. Se no, scr iva da sè al la direzione, a Mi- l ano, chiedendo una copia di saggio, e la r i ceverà cer tamente e gratui ta- mente. Graz i» degli auguri che ri- cambio col cuore: anche e soprattut- to perchè si real izzi un giorno il suo sogno giovani le. Zaira - Abbonata (h"0 77993 29-A. — Graz ie per l 'abbonamento r innovato e grazie per le sue espressioni cortesi per questa nostra Cucina, che siamo l i e t e di veder sempre più apprezzata d a u n a così fol ta schiera di abbona- te fedel i. Pe r i due quesiti che formu- la, eccole la risposta. Incominciamq dal disturbo fisico. Io sono sempre stata conv inta che una brava cucinie. ra sia preferibi le al più celebre far- macista, sicché credo anch' io, con lei, che una sana al imentazione dovrebbe el iminare l a malat t ia che lamenta. Tut tav i a, per il caso non improbabi le che l ' inf iammazione sia prodotta da qualche germe, penso che un pochino d i cura con car t ine di salolo, con uro- tropina o con qualche al t ro medica- mento specifico delle v ie ur inar ie do- vrebbe far l a. Abol i rei poi il vino, le salse di pomodoro, funghi secchi, pe- peroni, pepe, in generale r iscaldant i; abol irei i f ormaggi fermentat i, le car- ni salate di ogni genere, le uova. Ber- rai mol ta acqua, qualche infuso rin- f rescante, specie di cicoria, di mal- va, etc. Mangerei f r u t ta f resca, er- baggi di qualunque natura, cot ti in olio, e carni bianche. Abol i rei il caf fè. Per gl i scara f agg i, odiosi frequenta- tori delle case vecchie, bi sogna pr ima di tut to che lei cerchi di ident i f icare il luogo d'origine. Con un po' di pa- aienza pot rà vedere se essi provengo- no da qualche foro nel le pareti, o da locali contigui. Se c'è un buco nel muro o nel pavimento, bisogna i rro. rar lo con una soluzione così compo- sta: Pet rol io gr. 16; sapone gr. 33; ac- q u a gr. 33, oppure: Benz ina deodorata gr. 16; essenza di Cedro gr. 1 ; essen- za di gaul ther ia gr. 1. Un' al t ra buona r icet ta è la seguen- te: Sapone gr. 10; ammoni aca gr. 500; acqua gr. 500. Anche una for te soluzione di bora- ce può essere un eccel lente insetticida. Abbonata di Roma. — Il suo caso è cer tamente pietoso, ed io sarei mol- to l ieta se, per il trami te della Cucina Italiana, ella potesse risolvere il pro- blema del la sua vi ta. Temo che non sia mol to faci le. Ad ogni modo, ecco- l a accontentata: Abbona ta di Roma è una cara, di- st inta s ignor ina quarantenne, ohe ha perduto il fidanzato, bri l lante ' i f iciale, nel la grande guerra, e che da al lora è r imasta, sola e triste, nel la sua ca- sa, senza parenti, senza amiche, sen. za conforti. Vorrebbe Un posto di da- ma di compagnia, presso qualche si- gnora fine e buona, che la t rat tasse fami l i armente: e non chiede denari, paga di trovare, con un tet to ospitale, un po' di af fet to in cambio del molto ch'essa può dare. C'è, f r a le centomi la abbonate della Cucina, qualcuna per cui la richiesta di «Abbona ta di Ro- ma» possa presentare un qualche in- teresse? Se c'è, prego scrivermi. E intanto prego Abbonata di Roma di f a rmi conoscere, per ogni eventua lità, il suo nome e il suo indirizzo. Maria Stella. — 1. Si, in generale queste amicizie estive, f a t te sulle spiaggie, o sui monti, non resistono al la prova del tempo, più t remenda di quel la del fuoco. Sono, pare impossi- bile, questi incontri estivi, quelli che sembrano lì per lì dover essere i più prol ifici di salde durature amicizie; e poi ai primi f reddi non ci si r icorda più di chi si è conosciuto durante le vacanze. La ver i tà è che durante le vacanze noi n o n l a v o r i amo p i ù, ci d i - v e r t i a mo (o almeno r i teniamo di di_ vert i rci) molto, ma, senza confessar- celo, siamo in una segreta ansiosa ri- cerca di tut to ciò che può servire a f ar ci passare il tempo. Al l ora la pri- ma ragazza simpat ica, disinvolta, e- ducata e di buona famigl ia, che in- contriamo, come noi cercante di s fug- gi re al l ' incubo dello sbadigl io, ci ap- pare la salvezza. E quando le vacanze finiscono noi siamo nel la più per f et ta buonafede, quando di c iamo al le nuo- ve ami che conosciute pei mesi prece, dent i: « Ci scr i veremo spesso. Vi ver- rò a t rovare dovunque siate. Non vi diment icherò mai ». In real tà appena r i torniamo troviamo che la vita, ri- prende i suoi diritti... e noi i nostri doveri. Se siamo signorine abbiamo le lezioni, i doveri del la casa e del la so- cietà. /3e siamo signore abbiamo il ma- rito, i figli, le scuole che si riaprono, t vest i ti dei bimbi che bi sogna allun- gare, tut ta la paccot t igl ia dei nostri spiccioli umi li m a sacrosanti doveri domestici. E al lora finiamo per accorgerci che quella che a noi sembrava amici z ia eterna è g ià passata nel diment ica- toio. Se non vuole sembrare una fan- ciul la faci le ad accendersi di subita- nee amicizie, e fac i le a diment icare, si ricordi di questa inesorabi le l egge ed eviti di impegnarsi a lunghe corri- spondenze etc. 2. Per scr ìvere a per. sone di grande riguardo, occorre una let tera: mai una cartol ina. Natura lmente dal mare, o dai mon- ti, si possono mandare deferenti sa- luti anche con cartol ine i l lustrate, a persone più anziane e dì grande ri- guardo: ma se si t ra t ta di vere perso- nal ità, evi ti questa f orma confiden- ziale. 3. Una signora, o una signorina, per bene, educata e fine, non s i f e rma ad ascol tar gente che lètica, neanche col pretesto che si t ra t ta di gente pitto- resca. Il folklore non giust i f ica la mancanza del r iguardo che una signo- ra deve a sè, pr ima di tutto. Si ricor- di che Dante stesso venne ripreso dal Maest ro: « chè voler ciò udire è bassa vo. [glia.,. '. E' vero che si t r a t t ava di dannat i: ma creda, quando due popolane l i t iga- no, siano di Venez ia la dolce o di Bre- scia la forte, o di Pa l e rmo le regale, vien sempre fuori del la roba «s t i le dannati », e voler udir quel la roba è «bas sa vog l i a». Fiorentina al mare. — L'odore del pesce, così f resco a f r i do appet i toso quando il pesce, appena usc i to dal mare, o g iù di lì, gui zza ancora nel le còrbe dei pescatori, è ant ipat i c i ss ima quando ci r imane nel le mani, nei mo- mento non sempre piacevole del la pre- parazione. Dopo var ii tentat ivi (da quelli più faci li a immag inar si ma costosi del- l ' acqua di colonia, a quel li meno c ra- devoli che consistono nel l avarsi le mani a più riprese con l imone o con aceto, meno gradevoli perchè poi ri- mane il probl ema di togl iersi dal le mani... l 'odore del pesce e quello del- l 'aceto), ho t rova to che i fondi di ca f - f è servono benissimo e rapidamente a f a r spar i re dalle di ta ogni tracciai sgradevole al l 'ol fatto. Lei non può im- mag inar si quante cose belle si possa- no fare, coi fondi di caf fè. P r ima di tutto... ci si f a il caf fè una seconda volta, facendoli ribol l ire nel l 'acqua a cui si agg iungerà, tanto per dare un po' di aroma, un cucchiaino di ca f fè nuovo, mac inato di fresco. Poi , si pos- sono pul ire le ampol l ine da olio, che, quando si portano in tavola, sono così brut te a vedersi, se hanno in fondo quel sedimento che anche l 'olio più raf f inato finisce sempre per fare. Bi- sogna ag i tare violentemente rampo l l i, na, e poi r i sc iacquar la ad acqua f red- da. Poi, si possono ut i l izzare i fondi di ca f fè come fert i l izzant i, get tandoli nei vasi da fiori in cui le piante cre- scono un po' stentate. Leonetta - (Cagl iar i ). — La ma c . chie di thè, di conserve, di succhi di f rut ta, (anche lampone, more, ribes, etc.) si l avano fac i lmente, dalle stof fe bianche, con acqua e sapone. Per le stof fe colorate bi sogna me t t er 10 goc- ce di ac ido sol forico in un bicchiere di acqua, e l avare con quel la soluzio- ne, badando poi di r i sciacquare ad ac- qua f resca. Se si t ra t ta di macchie ant iche, che sono più difficili a el iminarsi, Lei può adoperare i vapori dì zol fo, bruc i ando alcuni fiammiferi di legno sotto la macchia. Rimane, sul la stof fa, una co- lorazione rosea, che si può f a re spari- re lavando il tessuto con la soluzione al l 'acido sol forico, poi con acqua con- tenente un po' di ammoniaca, e quin- di ancora con la soluzione al l ' ac ida solforico. Questo t rat tamento è possi- bi le però sol tanto per stof fe bianche!! 1 colori non reggono al la azione corro» s iva dello zol fo. Badi però di adoperare soluzioni mol to tenui, Se no, come di ceva quei c iar latano in piazza. « ii pezzo parte ma la macchia re- sta». Pe r chè resta un buco. i ìÉFFi ! :; NINA
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