LA CUCINA ITALIANA 1936
10 ti A CUCINA ITALIANA 1» Ot tobre 1936-XIV Consigli a Ho sella Sia benedetta l'uva... - Rose t ta m riacconta che stamani, ment re ez-a da plizzicagnolo, è en - t ra ta i nbot tega una signora. .. — ...una bel la s ignora anz i ana coi capel li plat inati e l abocca t inta, che ha domandato a lcommesso dove avrebbe potuto procacciarsi una bot- t igl i et ta d'una cer ta sal sa forestie- r a dal nome lungo e st rasc i cante ab- bastanza. .. ostrogoto! Pa re — m i spiega Rose t ta — che s tirat ti d'una special i tà a base d pì imento e d ipa- pr i ka e dal tri ingredienti de geine- re, mischiati con l 'aceto. E, siccome i lcommesso confessa- v a candidamente l apropria igno- ranza I nproposito, l as ignora s en e mos t rava cont rar i ata! — Un saal sa s t raordinar ia: ma - gnifica! . .. — Sai — prosegue Roset ta, scom- pigl iandosi l azazzer ina co gnesto nervoso — i ol e avrei det to volen- t ieri: — Scus i! O non c en esono t nI - tal ia salsihe appet i tose e per tut ti gus t i? L epare una cosa ben fat ta, per una donna i tal iana ch he a i n di to i l cerchiet to ant lsanzionista. struggersi tanto per u nprodotto ga- stronomico s t rani ero? — L al ingua m pirudeva — ri - prende l afocosa biondina dopo una breve pausa. — Ha, p° nron met- termi i nevidenza, sono stata zitta E forse ho ' fat to male. Non biso- gnerebbe mai lasciarsi s fugg i re l 'oc castone d di are una mer i tata lezion c ina a cer te persone d icorta me - moria, che sembrano g ià essersi ¡c Í mest icate' d iquanto è capi tato a noial tri Ital iani tra Novembre e Lu- gl io! H roag ione? — Pi cùh reagione. Conosco a n ch' io qualcuno che, a sanzioni fin) te, h amanda to un sospiro d isolile vo: — Ora basta con l econtrizioni' Come s el a fine del l 'assedio econo ittico avesse segnato quel la del la lot ta pe l ra emancipazione ec.noi.u~.» del nostro Pae s e! M sa ipuò dire che si appena cominciata, quella lot ta! Tut te l enuove industrie ch e si s tanno at t rezzando co pnrontez za meravigl iosa e con sacri f ici enor mi — e sono appunto l eindustrie per l equa l i , fino a dor aeravamo soggetti al l 'estero, come prosperereb- bero, s egl Iital iani non riconosces- sero l anecessi tà d aicqui stare solo e sempre prodot ti i ta l iani? Prefer i- re i lprodotto estero no snigni f ica forse ar recare u nvant agg io econo mico a qua l cuna d qiuel le nazioni che c iavevano chiusi nel l 'assedio e - conomico, con l ' intenzione inef fabi le di farci mor ir tutti d if ame? Rose t ta approva calorosamente. — E questo — proseguo — a ipuò diment i care? Ri cordare per medi tare vendet te e pe sraturarsi d'odio è ingeneroso: sta bene. Ma quando dal r icordo esce i lmoni to: quando, pe ' ricordo, s ir avv i va l 'ansia d idifen- dersi d au npericolo s -mpre incom- bente, oh al,lora bi sogna tenere : » memor ia svegl ia, e risvegliarla i n chi d àprova d' aver la intorpidi ta! — Come l abel la signora dal le chiome platinate. .. — .. d. el la quale, i ndue parole, le f acc io l apsicologia. Quella, vede, è una snob. — Ci oè? — Uno d qi uegli esseri che, rite- nendosi f a t ti d'una pasta speciale, non t ralasc iano nessuna occasione per dimos t rare l aloro superiorità su gl ailtri meschini mortal i, e di - sdegnano l esoddisfazioni delle qua li l agente modesta s iappaga. Le i ed lo. Roset ta, d aquelle povere or - crhesucce che slamo, c is icontente- rebbe d ai ccompagnare l acarne con una buona salsetta piccante, fat ta coi nostri capperi e co lne nostre ac - ciughe. L asignora che era dal piz- zicagnolo sogna, invece, una salsa 4 L eccezione, e l acerca, co dlesiderio almeno, oltre l af ront iera. Forse n e a v r à sent i to f a l 'relogio d aun'ami- ca più snob d liei, e non av rà pace fino a che non sarà i ngrado d sier-» v l r la ag l i amici, convi tati al la su a mensa. Tut to ciò che s ad iesotismo, anche nel servizio del la tavola, con- fer i sce a una padrona d ciasa una cer ta preziosità. E d aquesta tendenza a scimmieg- giare l eusanze straniere è certo na- ta f r nao l 'iabitudine de tèl... , — Non l epiace, i lt è ? — Non m pilace n èm di ispiace. MI lasc ia indi f ferente. E ' una bevanda igienica, che i me- dici prescrivono come « al imento ner- vino». S di eve bere? Beviamola. E ' una cosa scicche of f r i re a una data ora una tazza d ti éa iconoscenti, o andare a farse la of f r i re i n casa d' al tr i? Segui amo pure questa ari - stocrat ica usanza. Ma che noial tri i - taliani, abi tuati al la pienezza d isa - pore del la nostra f rut ta, della no - st ra uva e dei nostri vini, s ipossa andare i nsol lucchero per quel la pal- lida Infusione da salpore equivoco, mi pare impossibile. — Lei — dice sorridendo Rose t ta -<- preferisce i lmio passito... — E come s el opre f er i sco? La bi r ichina al lude a un cer to vi - no l iquoroso che l ozio del Chianti le h aInviato e che, nel l ' intenzione del vecchio campagnolo, deve ser - vi re anche per f a r r inf rescare v ia v ia la « signora vicina », dei suoi nipoti. Na tura lmente Rose t ta non chiede di megl io che « f armi r inf rescare ». Ed i oaccet to d icuore, d abuona campagnola memore de telmpo i n cui, a duna signora I nvisi ta, s ipo- t eva offrire, senza paura d'offenderla, un dito d viino come quel lo! Tut te l evol te che Rose t ta me l 'of- fre, m isembra d tirovargli un meri- to nuovo. L oguardo contro luce, me l oporto alle nari... E m, entre mi domando s ei nauel goccet to d i passito non sia racchiuso un po' del- l 'oro del nostro sole e del profumo dei fiori del la nostra Terra, mormo- ro con soddisfazione pi ùd' Ital iana che d ibuongus ta i a: — Si baenedet ta l 'uva d ieu lse t f»Ho' p p j nA THE i SALICE «presso V A C H E R À ) MAGGIO O T T O B RE C U ER S A L S O I OED I C H (Bugni Fanghi ' Inalazioni) C U ER S O L F OER O S Consulenti : " rOlivio Pr. Calamlda e Pr. Mantegazza Diratt. Sanit. Dr. Comm. E Divisai j
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