LA CUCINA ITALIANA 1936

1» Ot tobre 1936-XIV LA CUCINA ITALIANA 21 Poesia cucinaria L e buone v i vande, la cuc i na lucci- cante d'i r ami e di smal to, la cuoca luc ida e rubi conda, lo spiedo che canta sot to il camino, sono tut te fon- ti di produz ioni poet i che, che incon- t r iamo, scor rendo le opere dei poeti i tal iani di tut ti i tempi. Int eres sant i s s ima sarebbe un' anto- l og ia del le mi g l iori poesie d ' argomen- to cucinar io. Ac c an to ai quaderni di ricette, ai manua l i di cuc ina, un vo- lume t to r ipieno di ghiot te cose poe- t iche, a iuterebbe a f a r scorrere più in f r e t ta il tempo, nel l ' at tesa del la compl e ta co t t ura di una v i vanda o di un dolce. Se ne l eggerebbe un poco oggi, un poco domani, e ques to compl i cato no- stro lavor io per la buona r iusc i ta dei pranzi, avrebbe un commento poeti- co, con f or t ante e piacevole. Ques to s t a vo pensando da t empo quando, ce r cando a l t ra mat er i a, co- me di sol i to avv i ene, m' incont rai con due poesie di cent ' anni f a, pubbl i ca- t e in due a lmana c chi tor ines i: T l Serto Poetico e il Raccoglitore Poe- tico. L a pr ima c an ta Le glorie della Pa- della ed è dovuta ad un poeta ber- niesco lombardo che si nasconde sot- to lo pseudonimo di Ac idaspe. Ec co- ne a l cuni f r ammen t i: Le g b r i e del la pade l la Di t i r ambo L a mi a se r va ebra-balorda Che il serbato io Del le v i vande Di s e r r ar non si r i corda, E d incolpa poi la g a t ta S' io le dico che el la è ma t t a; Ques ta s e r va brodingorda L ' a l t ro g iorno ordinava un reggi- [mento Di f r i t te l le f a t te a vento. I o l eggeva in quel l ' istante, Sc r i t ta da Giovena le L a t raged ia del mi sero Se j ano; Quando il popolo Romano Sot to il crude le imper io De l l ' as tuto Tiber io, A l superbo cor t i g i ano Die l ' est remo ur to f a t a l e; E sì g r ande f u il t racol lo Che si ruppe in cader l 'osso del [collo. Nè qui r istet te il popolar f ur o r e: I s imul acri a l zati L a f ama ad eternar del favor i to, Fu r ono al suol ge t t a t i; E col metal delle inf rante Imma- [glnl • Pe c er tante s a r t ag l n! Che in buon l inguagg io ch i aman ti [padel le. Al l ora il mio pens iero Tu t to r ipien di f ant as ie novel le Ag i t ommi la mente, e di sse: i n [vera Ques to me t a l lo nuovamente f uso Non pot eva cang i ar si in migl ior' [uso. I Or le f r i t te le a vento, Che s imbol i che e oa co l mi o cervel lo, M' i nfuse ro il ta l ento Di g ir spedi to, e snel lo (Sebben mi r i conosco inet to e [ s t rambo) Sul le lubr i che vie del Di t i rambo. E il t r ag i co r ac conto Mi o f f r i f ac i le e pronto I l ghiot to cuc ini l are argomento. Onde senza Av e r obbl igo e r i gua rdo A l l a Crus ca di Fiorenza. D a Lomba r do In rozza, cant e rò pi ana f ave l l a, Le glor ie de l la nobi le Pade l l a. Pa t e l l a ri eccelsi De i, - » i Beni gni, pacat i, Pi acevo li e grat i, Qua veni te in c inque o in sei E mi ass i s tete Nel g r an v i agg io, Quando a v rò se t e; Ond' io poi compar i s ca abi le esagg! Ond'ioi poi c ompa r i s ca abi le e sagg i o, E d in st il pade l l i forme e degno Di voi io ademp ia il g i à int rapreso [ impegno. Vi- promet to e f ac c io vo to Di sac rarvi una f r i t t a ta O rognosa, o Imbut i rrata, O condi ta d'erbe amare, Ben capace a satol lare L a vos t ra arc i f r i gg ibi le Br i ga t a. • • • • • • • - » . . Voi o Cuochi, Cucinier i, Guat t er i, Pa s t i c c e r i, Di spens ier i, Credenz i er i, Bot t igl i er i, Voi bevonl Epu l oni Crapuloni, Leccardoni, Pa r as i t i , Sibar i ti Dei convi t i, Tut t i uni ti • Col le grasse, lordi ss ime ma s s a je Ben rubiconde e ga j e, Ven i te ad onorare Questo, che vi presento, Pade l lunto f r ug ì f e ro i strumento. DIABETICI Il Laboratorio Chimico Gugliel- mo Sertepa, che da molti anni pre- para Discoidi di saccarina, oramai da tutti preferita per la pronta so- lubilità e la accurata preparazione, comunica che ha messo in vendita flaconcini doppi, contenenti 200 di- scoidi, che si vendono in ogni far- macia al prezzo di L. 7,50 il flaco- ne. Naturalmente, l'acquisto deve essere, come sempre, presocritto medico. L a glor iosa, L a s t repi tosa L a poderosa L' arc i i famosa Pade l la intanto, Come sul gusto, anche sili nos t ro [ ingegno S t enda il suo regno. • ' i l i La Pade l la è il mi g l ior mobi la Che in cuc ina t enga posto: E la pentola è men nobi le, L a p i gna t ta è assai più ignobi le, E lo spiedo, e il menarros to. L a Pade l la è la reg ina, L a g r a t ug g ia el la è più umi le k Con lo sce t t ro a lei s ' inchina I l mor t a j o, e s embra vi le A Lei cede ogni a l t ro arnese Che si pr a t i ca in cuc i na; Ed in questo a lmo paese L a Pade l la è la reg ina. E d i nf a t ti se un ant i co Buon ami co V i en da lunge, E d in ora g i unge De l la cena, Tu t t a è in pena, E d in pens iero L a f ami g l i a, Che bi sbigl ia, E d ognuno pensa, Se del pranzo S i a in di spensa Qua l che avanzo; Ma il r egg i t ore P e r f a r onore A l forest iero, Po s to da banda " ' ' I Compl imenti Insuss i s t enti Tos to c omanda Che si a g g i unga al la cena una v l- [vanda. Ed a l la s e r va imbrog l i a ta Di c e: Su presto Fiat una f r i t t a t a: Ed ecco la Pade l la a l lora in mo t o; Ne l l ' improvv i so evento A l l a mensa f r ug ai dà compimento. L a Pade l la in ogni cosa Compar i s ce por t entosa; A tut to agg i unge pregio, a t u t to è [ comoda: Sia grassa, sia mag r a, Sia mi sta, sia pura, Sia mol le, s ia dura, Sia dolce, oppur agra, Ogni v i vanda el la condisce, e acco- E sempre è la medes ima [moda; Nel l ' opre sue ammi r ande O sia di Carneva l e, o di Quares ima. A l pross imo numero la Ricetta per ben fare il consomé, in poesia, invia- t a da don Ciccio Po lpe t ta, a l la Con- tessa d 'Angui l l ara, nel 1831. A, M. PROLO Leggete IL GIORNALE DELLA DOMENICA

RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=