LA CUCINA ITALIANA 1936
Per prepararsi alle nozze... 1» Nav&mfare 19S6-XV BA CUCINA ITALIANA Signor i l i tà ..uiLau»» Giuspa, ordinato e comperato il cor- redo di casa, ha segui to un corso di pediatr ìa in un istituto f asc i s ta spe- cial izzato; sei ore ogni giorno, t re giorni per set t imana, sei mesi con- secutivi. Avu to il suo bravo diploma, accompagna sua cogna ta Mat i lde — che è dama di S. Vincenzo —• a f a re qualche v i s i ta di car i tà, e si oc- cupa e si preoccupa specialmente del- la. salute dei piccol ini. Adesso segui- rà. uri breve corso di cuc ina in uh istituto di economia domestica. .. ma pensa che pot rà megl io che al trove imparare a casa, dal la cognata che, benché giovane, ha una grande espe- r i enza ed un grande amore per tut to quanto concerne l ' andamento prat i co giornal iero. Propr io oggi Roset ta, la domest ica à tut to servizio che è in casa da sei mesi, ha chiesto a l la sua padrona un aumento di salario, e Mat i lde le ha risposto: — Se te lo meri t i, te So darò volent ier i; andi amo insieme in cuc ina a giudicarne. In questa ulti- ma set t imana, dovendo cercar la ca-1 sa per la s ignor ina Giuspa, non ho • potuto sorvegl iare tutto, come mia ! abitudine... j — Ma t roverà tut to perfetto, slgno-} ra — risponde la ragazza, aprendo la porta del la cucina. » j —- Guardati in giro, Giuspa — pro- pone Mat i lde — f a r ai un piccolo cor- so di col tura prat i ca domestica. Vedi qualcosa che non v a? Io ne vedo pa- recchie... L a giovane fidanzata va su e giti e si dichiara soddisfatta. Mat i lde prende in mano l a grande borsa di pesant issimo incerato con cui Rose t ta va a f are la spesa, la ri- vol ta facendone uscire delle goccie appiccicai iccie e agg iunge: — Oh, che odore di muffa! . .. Roset ta, tu hai di ment icato che ogni mat t ina, tornando dal l 'aver fat to la spesa, devi vol tare la borsa, r i sciacquar la nell ' interno, met ter la ad asc iugare appesa sul bal- cone. L' uva, i pomodori lasciano sem- pre delle goccie, delle traccie che fa- ci lmente ammuf f iscono, che rovinano la borsa, che danno cat t ivo odore ecc. Fal lo subito, da brava... ' Rose t ta diventa rossa ed obbedisce; intanto Mat i lde le f a notare che lo scopetto, con cui lava il vasel lame, è messo in un angolo del l 'acquaio e . non, come suo ordine, appeso al l 'ap- posito chiodo sul balconcino, al sole, perchè ha rotto lo spago che serviva appunto per appenderlo, j — Mai devi dimenticarlo!. .. L ' ar ia asc iuga e il sole disinfetta. .. Conti- nuiamo... A che t i deve servi re quel | l i tro di latte che è sui davanza l e? | — Mezzo l itro per f a rne il budino di riso dolce, mezzo pel signor pa- drone che usc i rà domat t ina prestis- simo. j —- L ' hai f a t to bol l ire? I — Veramente no; non f a più tanto caldo e non v a a male. — Abb i amo la piccola ghiacc iaia e dovevi riporlo là... Ma, poi, quando ar r i va in casa la bott igl ia del latte, una brava massaia lo « t ravasa » sur bi to nel recipiente dove deve f ar lo bollire... — Pe r chè? — domanda Giuspa in- teressata. — Per chè i! lat te deposita sul vetro del la bott igl ia la sua par te più grassa e migl iore; non bisogna lasciargl iene tempo... Tu, poi, Rose t ta dovevi sen- z 'al tro cuocere il riso pel budino, sta- mat t ina, ment re ci preparavi il desi- nare. Così, per quando tornavi in cu- cina per la cena, l 'avresti t rovato g ià f reddo e inzuccherato e pronto per uni rvi l 'uovo (col l 'albume a neve), i pignoli, l 'uvetta, il cioccolato e per met terlo una mezz 'oret ta nel forno. Sarebbe stato un guadagnare tempo, cosa ut i l issima sempre... Rose t ta f a un' al zat ina di epalleu — Ra g a z za mi a — le osserva Ma- tilde con f e rma dolcezza — tu hai troppa sicurezza nel la tua bravura! Vogl io dimostrarti che noh sei (nè potresti esserlo, a l la t ua giovane età) una per f et ta domest ica. Adesso che lo constati con i tuoi occhi, r icevi con umi l tà e con r iconoscenza i miei con- sigli. — E poi il resto va bene — la, consola Giuspa. — Oh no, vi è dell 'altro!... La lam-
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