LA CUCINA ITALIANA 1936

4 T LA CUCINA ITALIANA 1 ° Dicembre 1936-XV ignori i l i t à PER PREPARARSI ALLE NOZZE I l fidanzato di Giuapa ha avuto, dall'ente di cui è funzionario, un in- carico simpatico ed onorifico, ma che lo terrà un mese lontano dalla sede e dalla sua fidanzata. Giuspa e Ma- tilde sono andate a passare quel m- se dai rispettivi genitori e suoceri, che abitano in un brosso borgo dell'alta Italia, e Matilde, con la sua solita praticità, ha saputo fare cambiare — per la giovanotta — quel perio- do di dolorosa separazione in un pe- riodo di gioiosa preparazione alla vita domestica. Appena giunta, è andata con lei da Mast-o Luigi, un bel vecchietto dall'aria intelligente e cortese, e gli ha tenuto questo discorso: — Voi, Gigi, non siete soltanto un bravo falegname, ma siete uno di quei ma- gnifici artigiani di razza italiana, che sanno fare un po' di tutto. Al- l'estero, per esempio, un falegname fa soltanto il falegname, il tappez- ziere fa soltanto il tappezziere Hanno, come si può dire?... una sola chiave per la loro serratura... Da noi è diverso; voi, per esem- plo, sapete fare cento cose, cento la- vori... E dovete insegnarcene qual- cuno, venendo naturalmente compen- sato del vostro disturbo. A Roma, dove abitiamo, non c'è abbondanza dì bravi operai e que pochi bravi ' si fanno pagare un occhio della testa, — Molto bene, molto bene — e il vecchietto, ringalluzzito, combina- to che le due eleganti signore si sa- rebbero recate, il giorno successivo, nella sua bottega. Là, Matilde e Giu- spa hanno indossato sul loro vesti- to due camici bianchi (quelli che Matilde aveva fat to mettere nel cor- redo di Giuspa, da servire in caso di una malattia o di un'assistenza famigliare) e si sono pos te . al lavo- ro Anzitutto hanno imparato a ri- mettere, a stucco, il vetro di una finestra, poi a sciogliere sul fuoco la colla da falegname e ad incollare bene, con esattezza, dei pezzi di un tavolino e, con la resina indiana, dei vecchi piat ti Tornate a casa soddisfatte, hanno incominciata una visita al solaio, hanno trovato vecchie mensole rotte, vecchi vasi buttati e li hanno por- tati in una stanza accanto alla ser- ra, che hanno trasformata in labo- ratorio, stabilendo che il mattino sa- rebbero andate ad imparare e che, nel pomeriggio, avrebbero applicato, a casa, gli insegnamenti ricevuti I l babbo di Giuspa, che dapprima rideva, ha, poi, preso la cosa sul se- rio ed ha subito mandato a compe- rare due vetri per serra, che le due signore hanno rimesso a posto a re- gola d'arte... guadagnandosi, per compenso, due magnifiche scatole di sigarette fini- l i giorno successivo, impararono a rilegare, nel modo così detto « all'in- glese », fotografie e stampe; presero un vetro dall'esattissima misura, ta- gliarono un cartone dell'esattissima misura e unirono fotografia, vetro a cartone mediante un nastro di seta vera, o di pelle, o c i omipelle. .. co- sa facile, ma che richiede piratica ed esattezza, ed a cui Giuspa dovet- te lavorare tre o quattro giorni uri- ma di riuscire. A casa altro rovistare In vecchi cassetti, altre legature; questa volta il regalo fu di quattro antichi figu- rini del 1830, che la fidanzata prepa- rò, con un filetto scuro, pel suo fu- turo salottino. Arsa di sacro zelo, Giuspa voleva mettersi anche a costruire onalcha mobiletto, ma la saggia cognata l'ha sconsigliata: « Perderesti un tempo prezioso, giacche nella tua futura casa non avrai il modo e lo spazio per questi genere di lavori... Impa- ra, invece, a preparare il legno per la laccatura ed impara ad eseguire a rosola d'arte la laccatura. Così fu fatto... e la casa del ge- nitori si arricchì di mensole, di un armadietto per la farmacia, di ta- volini per toeletta rinnovati e l a» cati con con vivaci colori, oppure tutti di una tinta, filettati con una tinta diversa. Poi Gigi insegnò alle sua attente ed improvvisate allieva a ricoprire di stoffa un mobilino — scansia ed a ri fare un paravento». Fece dapprima togliere alla scan- sia la vecchia stoffa, fece pulire be' ne il legno con la car ta vetrata, ed Insegnò che la nuova stoffa poteva venire incollata o imbullettata; nel «aso che debba venire incollata, bi- sogna fare in modo che non vi resti sotto nessuna bollicina d'aria. Il giorno seguente le 4 u e signore fece- ro portare nel loro laboratorio un vecchio elastico, fecero chiamare un tappezziere e vollero che insegnasse loro a disfarlo, a rimetter a posto le molle, la stoppa, a ricoprirne la parta superióre con della lana ed a ricoprirlo tutto con stoffa nuova « robusta. Giuspa era al settimo cielo nel ve- dere come quelle cose — che le «Ura- no sembrate tanto difficili da lonta- no — fossero invece semplici e fa- cili... e si sentiva molto accresciu- t a ne' la sua stima. Siccome la mamma sua doveva ri- fare (come va bene fat to ogni dus anni) i materassi, così ella tagliò e parò delle fodere nuove, assistette all'operazione della scardatura della lana (operazione a cui è sempre be- ne che la padrona di casa assista, altrimenti viene fat ta troppo alla buona...) e imparò a imbottire bene cuscini e capezzali, saldando la lana interna con dei punti e dei fiocchet- ti di cotone, come una provetta peraia. Quando poi ebbe imparato a ten- dere la stoffa di un paravento e an- che a disporla a pieghe regolari, si sentì talmente abile che voleva rifaro nientemeno che una vecchia poltro- na stile rococò!... Fu Matilde ad opporvisl con 11 -uo solit i buon senso, j — Senti, Giuspa; ricorda quello : che ti dissi, a proposito delle lezio-

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