LA CUCINA ITALIANA 1936

N. 3 - Anno v i l i - i . Febbraio 1936-XIV ROMA -5 Palazzo Sciaira — ROMA TELEFONI: N. 62041, 62042, 62043, 62044 BSCB H, x» D'OGNI MESE Abbonamento annuo . . • L. 5,30 > » Estero > 10.— INSERZIONI: iv 4 AL, MILK-METRO RIVOLGERSI AMMINISTRAZIONE GIORNALE D'ITALIA SETTANTASEI GIORNI DOPO LA CUCINA Giorneal deell famigeli e deell donen italiaen : per la resisteanz JL t t < la vittoari ! 18 NOVEMBRE XIV) j Inizio dell'assedio eco* 5 Donne ital iane in linea Si allevano i conigli da pelliccia... Questo numero della Cucina I- taliana si pubblica 76 giorni dopa l'inizio delle inique sanzioni. Pos- siamo ricapitolare brevemente quello che è avvenuto nel nostro campo, da allora ad oggi: tutte le dònne italiane si son messe in li- nea, e ci sono rimaste: modesta- mente ma fieramente, senza fra- casso ma senza tentennamenti. E nessuno ha sofferto, nelle nostre case, la menoma privazione, il più piccolo sconforto. Bisogna dire in verità che il nostro compito è stato troppo facile. Le provvidenze go- vernative, quelle del Partito e quel- le degli enti corporativi, hanno im- pedito ogni odioso accaparramen- to e ogni artificioso rialzo dei prez- Alcuni generi, invece, hanno! subito una diminuzione notevole: come per esempio la frutta, di cui gli italiani dovrebbero fare un uso ancora più vasto, poiché essa rap- presenta la salute, la forza, il be- nessere — e sostituisce con le sue vitamine, coi suoi sali e le sue so- stanze zuccherine e acidule tanti e tanti cibi. La maggior disciplina ha regnato in ogni campo: gli ap- provigionamenti si sono seguitati a svolgere senza ridicoli allarmi, senza contrazioni, senza nervosi- smi ingiustificati: insomma se non ci dicessero che siamo in tem- po di sanzioni, e se non sapessimo che il martedì e il mercoledì non si deve comprare carne di manzo 0 di vitella, nessuna di noi si ac- corgerebbe che da settantasei gior- ni 52 Nazioni obbedienti all'egoi- smo monopolizzatore di coloro che 1 nostri padri e i nostri mariti han- no salvato col loro sangue, strin- gono l'Italia di un infame assedio economico, le vietano i rifornimen- ti, le chiudono i commerci e gli scambi. Il nostro compito, sicché, è sta- to veramente facile e dolce. Tut- tavia, noi eravamo e siamo e sa- remo ili linea, pronte anche a sof- frire, pronte a sacrificarci. Non abbiamo potuto dare che il nostro oro, il nostro entusiasmo, la nostra disciplina. Ma se occor- resse daremmo la vita. Per lo meno, però, possiamo es - ser liete dell'atmosfera di fervore silenzioso ma sincero che anche noi, nel nostro umile campo, siamo riuscite a creare. Un giornalista- tedesco, che per conto dell'Angriff ha compiuto una inchiesta in Ita- lia, così riassume, in una corrì- spondeza da Firenze, il suo giudi- zio sulle donne italiane: « Noi ammiriamo sinceramente . . .Si preparano 1 futuri pollai... Ogni numero Cent. 50 F O f i D A T l * l C E : DELIA NOTAHI le dorme italiane, le donne che por- tano con fierezza l'anello matrimo- niale di ferro, che sanno amman- nire dei pasti sani e nutrienti, ri- spettando rigorosamente le dispo- sizioni circa il consumo della car- ne, che facendo i loro acquisti nei negozi controllano la marca di fabbrica per sincerarsi che non si tratti di merci provenienti da Pas- si sanzionisti, che ai loro bimbi mostrano con affettuosa grazia i soldati della difesa coloniale, nel- la medesima divisa che il babbo porta da alcuni mesi in Eritrea o in Somalia; le donne italiane, ri- servate e austere come le romane dei tempi eroici della Repubblica, col pensiero rivolto unicamente al loro, caro lontano ehe combatte in

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