LA CUCINA ITALIANA 1936
1. Febbraio 1936-XIV 30 LA CUCINA ITALIANA Consigli a Rosetta FIORI E ORTAGGI Rosetta ed io abbiamo preso la risoluzione di coltivare ad orto i no- stri giardinetti. Dove prima fiorivano gerani, mar- gherite e bocche di leone e poche al- tre di quelle piante senza pretesa che, per prosperare chiedono solo al buon Dio il .conforto d'un pò di ru- giada, ora vegeteranno gli ortaggi più utili per il consumo d'una fami- glia. Abbiamo già fatto seminare i piselli e il radicchio, f ra pochi giorni pianteremo cavoli cipolle ed insalata, nell'attesa di piantare i pomodori che ci daranno la parte più cospicua del raccolto. A ogni specie d'erbaggio è già stato assegnato il posto. Ro- setta ha idealmente sezionata la terra che abbiamo disponibile. Nel suo pen- siero le piccole prode si stringono l'u- na all'altra senza respiro. La mia vi- cina vuole che nemmeno una zolla rimanga infruttuosa. I lavori li di- rige lei. Sua è stata l'idea di sostitui- re gli erbaggi ai fiori. Tutta presa da un nobile fervore patriottico, essa intende di svolgere con questa iniziativa agricola in mi- niatura, un suo personale programma di resistenza alle sanzioni. — Produrre, bisogna — mi disse quando venne a sottoporre alla mia approvazione il progetto che tanto l'ap passionava: — Produrre, sia pure in misura minima pur di dare una, par- tecipazione concreta al controsanzio- nismo. Lei ed io, non potendo fare altro, chiederemo a queste due strisce di terreno tutto il frutto che possono darci. Pianteremo cavoli ed insalate per sottrarre meno ortaggio che sia possibile al consumo comune. E que- sto sia il nostro modo di protestare contro l'assedio economico. Ad una proposta fatta in questi termini non potevo rispondere con un rifiuto. Presi subito con Rosetta i primi accordi. Non mancai, però, di farle osservare che, per star dietro all'orto, avremmo dovuto lavorare mol to più del consueto. E lei, pronta. — Lavoreremo. — Ci sarà da annaffiare.... — Annaff ieremo! — Da lottare coi bruci che ci man- geranno i cavoli... — Li stermineremo! — ... e contro i passerotti che ci beccheranno i piselli... — Faremo uno spauracchio. Mette- remo un fantoccione con le braccia spalancate a guardia dei solchi. E rise. — Lo so — riprese subito con ac- cento di convinziohe — lo so, non dubiti, che anche poche piante di ca- voli e di pomodori hanno bisogno di assistenza continua. Che importa? L'i- dea di poter dare nel mio piccolo un esempio di disciplina patriottica, rad- doppierà le mie forze. Perchè, si ca- pisce, quella che lavorerà di più sarò io. Mentre farò l'ortolana, lei si coc- colerà il mio Folco: è contenta? — Contentissima! Ed ora quella cara donnina è piena di fervore. Si direbbe che, invece di accingersi a coltivare l'orto di Petruz- zo, si prepari a un'impresa agricola in grande stile Con una serietà che mi fa sorridere parla di semente, di luna crescente e calante e di concimi. L'uomo che ha vangato le zolle ha detto che il ter- reno è magro: e lei ha subito por- tato a sette il numero delle sue gal- line, sulle quali f a assegnamento per concimare l'orto. E tanto ha fatto, tanto ha detto che ho finito per met- ter su anch'io due belle galline briz- zolate le quali divorano, coscienziosa- mente, tutti i residui della cucina e dei nostri pasti. Ed io mi stupisco che ciò che prima andava a finire nella pattumiera sia quasi sufficiente al mantenimento di quelle due bestiole produttive, che hanno già comincia- to a far l'uovo. Dicevo stamani a Rosetta: — Che scuola d'economia è il con- trosanzionismo per noialtre massaie. Io credevo che alla mia esperienza di donna di casa non fosse mia sfuggita la più insignificante ragione di ri- sparmio. Ora, invece, che questo an- sioso bisogno di controllo delle neces- sità della vita mi porta a riconoscere utile anche quello che prima mi pa- reva inutile, mi avvedo d'aver fatto nel passato tanti piccoli sperperi dei quali provo rammarico. Rosetta ha preso un'aria sorniona. — E' sicura di non fare più sperpe- ri? L'ho interrogata con lo sguardo. — Per esempio — ha ripreso im- perterrita — Lei sta per buttar via codeste bucce di patate che fareb- bero la gioia d'un paio di coniglio- lini. E, vedendomi perplessa, è scoppia- ta in una risata. — Cara Signora: se vogliamo avere a portata di mano il concime neces- sario per ingrassare il nostro terreno, bisogna pur risolversi a metter su una piccola Arca di Noè! FRIDA. R ecensione MATILDE ACCINETXI, Ricordi di viag- gio e cenni biografici. Rievocando, in questo nitido opuscolo, ! suoi più vibranti ricordi di viaggi, VA. ci presenta, in luce suggestivamente rea- listica, i luoghi da lei ammirati, con anima d'artista, in Italia o all'estero. Essa dà inoltre, con mano agile e si- cura, un particolare rilievo a qualche figura femminile che, attraverso la sto- ria, rimane nel tempo come simbolo di grazia e di fierezza, o di dolore. Dotata di una sensibilità squisita. Ma tilde Accinelli si esprime con una sem- plicità piena di poesia che spiritualizza l'opera e ne rende la lettura interessan- te « cara. FRIDA U S A T E SOLO P R O D O T T I NA Z I ONA LI Brevetto Beale I l \ f f l 8 Fornitrice Pontificia h h b B W W • m&m Prodotto italianissimo, prepara 'brodi eccellenti, minestre e paste asciutte gustosissime sostituendo con grande vantaggio tutti gli estratti di carne di provenienza estera: prescritto dai Signori Medici perchè ricco di vitamine, nutrientissimo ed evita i disturbi provocati dall'uso continuato di carne. 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