LA CUCINA ITALIANA 1936
1. Febbraio 1936-XIV; LA CUCINA ITALIANA 13 PICCOLA POSTA GIANNINA. — vuol sapete come mi me? óh Dio, se si ««ta di U ^ P ^ o l a correre Se è veramente scortese, prendo note ostensibilmente del numero che ha sul b ^ t t o e sul bavero e faccio una c r c onSS i a ta denuncia al capo.del P i - soliate. Viceversa, due 0 .tre volte m cu, salita in tram, m'accorsi d a-ver astato a casa il portamonete, e trovai tanta cortesia nel tranviere che mi consegno egualmente il biglietto, scrissi ! miei «lo. T » capo del personale ed inviai al framviere (di cui avevo chiesto l'indi- ™ « P«=o d c l biglietto... almeno quintuplicato. RACHELINA C. R. - Il ^ V t S suocero ha la stessa durata del lutto del padre... almeno in teoria... 6 mesi di nero opaco, con velo ricadente da un lato del cappello, sei mesi di nero-lu- c*do o di bianco. A lei non toccò io sorte l'agenda. . ROSA C. — Grazie a lei (ed a tante gentilissime abbonate) degli auguri ai miei combattenti. . . L I L L I NA — Comp r endo ben i s s imo co- me l a nonna non dia più. un ba l lo in onore dei suoi v en t ' anm, i l 20 marzo . .. e dia i nvece un r i c ev imen to int imo. Questo è il momento di serietà, di ri- flessione e di economia. Consiglio a lei un vaporoso vestito di tulle bianco, o di crespo bianco. GIGLIOLA. — Sopra la fede di ac- ciaio porti pure i soliti anelli. In questo momento sarebbe di pessimo gusto lo sfoggiarne molti. Invece di balli, orga- nizzi per le sue figliole una recita be- nefica. Il recitare va tornando di moda... ed è giusto che la gioventù si diverta-. NUCCI e PUCCI. _ Si, vi ricordo be- ne « non sono punto seccata se anche quest'anno volete che vi insegni una pic- cola preghiera! Eccola: « Cuor di Gesù tu vedi Cuor di Gesù tu sai, Cuor di Gesù tu puoi, Cuor di Gesù tu provvedi alle nostre necessità ». Vorrei che tutti i bimbi ed i fratellini delle abbonate la recitassero, chiedendo a Dio di protegge- re la patria nostra! Vi abbraccio. SECONDINO C. — Quanto mi fece piacere la sua lettera e quanto godo sa- perla così appassionata di lettura e cosi giovane, malgrado i suoi 71 anni! Ven- go qualche volta nel Biellese, nella me- ravellosissima villa Malpenga e verrò e trovarla. M. PALAZZOTTO. — Affettuosamente ricambio. GIACINTA F. — Ai maestri di scuoia mai spettò il titolo di professore; la pri- mogenita del nostro Re si chiama uffi- cialmente « S. E. la contessa Calvi di Bergolo, principessa di Savoia». Se un giovane sposa in giacca nera (fra paren- tesi, denota cattivo gusto! se la sposa non è in bianco egli vesta in color gri- gio o turchino!) metta una camicia di seta col collo rivoltato, una cravatta scu- ra che si accordi col fazzoletto che porta al taschino. Molti saluti. ANNA MARIA B. — Come ti ricordo affettuosamente! Peccato che il tempo, sia stato così poco romano e cosi fero-_ cernente nordico! Di alla mamma, a cui piace tanto la lepre, che ho scoperta una vecchia ricetta, magnifica! ADA S. (Milano). — A chi viene da loro, dono cena ad ascoltare la radio, offra del marsala or>r>iire un "osolio. non biscotteria. Se papà ha una biblioteca di vecchi vini, niente di meglio che go- derli con glj amici. ADA S. (Genova). — Ricordo con quanto piacere ia conobbi nel lieto gioi- no in cui, alla presenza di S. M- il Re, fui madrina della « colonnella » dei gra- natieri in congedo, e sono contenta di saperla abbonata. A tavola si mette il pane a destra; si prepara, poi, sul ta- volo di servizio, un piatto, una cesti- na, un'alzata con il pane, tagliato a pet. zi regolari, o con i panini. Quando la persona che serve a tavola si accorge che qualcuno ha mangiato il suo pane, gli si avvicina con il piatto, la cestina o l'alzata, prende il pane con un cuc- chiaio e glielo mette accanto, sempre a destra. La data nelle lettere si mette in alto, a destra, dopo 1'eeatto indirizzo. Si met- te in fondo soltanto nelle istanze o nei documenti; si scrive la j», la a», la 3*, la 4» facciata di un solito foglietto e non la i 2 -, la 3 a , la 2®, la 4* come spesso si vede. Dappertutto si 1- -eia alla persona più anziana e più ragguardevole il lato del marciapiede. Cordiali saluti. MARIA S. P. — Una ragazza eoe va sola per via, deve avere un vestire sem- plice e corretto (sempre una signora ve- ramente distinta, è quella che non si fa distinguere per mode stravaganti!), deve camminare tranquillamente senza voltar- si, senza fissare i passanti e le passan- ti, deve salire in tram quando esso non sia affollatissimo, deve cedere il suo po- sto alle signore anziane, deve tenere la destra sul marciapiedi, deve avere, in una parola, quel contegno che si chiama « impersonale ». Così nessuno la seguirà o le darà comunque noia, anche se fosse bellissima. Creda che, chi trova avven- ture, le cerca! E' vero che ci sono de- gli -uomini sfacciati e volgari, ma essi si accorgono subito quando il pane non è per i loro denti... Quando una signo- rina è con un'amica, l'etenda che an- che l'amica abbia lo stesso contegno, non rida forte con lei, non attiri in nessun modo l'attenzione. Sia, in tutti i momen- ti, modesta, semplice, seria e carina... come deve essere la figliola d'una mam- ma come lei... MINNINA G. (Perugia! e LUCREZIA M — Io abito in via Filippo Cesini 10 Roma (114). Filippo Cesini è stato un garibaldino morto eroicamente a 2$ an- ni; qui al Gianicolo tutte le strade han- no il nome di eroi garibaldini. ERNESTO ROMAGNOLI (Rapallo). — Sono ben lieta elle ella voglia aprire a Genova una scuola di cucina per pa- drone e per domestiche, dividendo l'in- segnamento in corsi per padrone e per domestiche. Consiglio tutte le abbonate di questa rivista d'incoraggiarlo... tanto che poi possa venire a fare un corso a Roma, dove moltissime padrone man- derebbero le loro cuoche... improvvisate a diventare cuoche vere! Trovo anche buona l'idea di cedere alle signore un piatto a prezzo di costo. Auguri sinceri alla sua ottima iniziativa. DONNA ANITA DE BALTRAN RIC- CI - VALENCIA. — Già le risposi, ma voglio metterle qui un cordiale saluto da'la « sua » Italia, della Direttrice e mio. MILANESINA. __ Trovo anch'io co- me lei che i dolci fatti a freddo, in Leggete il f> Gioernal daell Domaenic ' BftV.Ji- casa, sono di sicura riuscita e cerco sempre delle ricette da dare alle ami- che, che non hanno una cuoca specia- lizzata. Voi lombardi che avete del ma- gnifico mascarpone, potete avere una co- sa molto fine sbattendo del mascarpone con un tuorlo d'uovo tresco, dello zuc- chero, un bicchierino di strega, un po' di cioccolato, mettendo il composto su de: savoiardi imbevuti di liquore e mettendo a gelare. GIORGETTA. — Mi vie» da ridere pensando ad un innamorato elle passeg- g i ! nel vento e nella pioggia sotto le sue finestre nell'anno 1936-XIVn Sia pietosa; s'informi delle sue intenzioni, de! suo temperamento, della sua posi- zione sociale e poi lo ammetta in casa. Se le piacerà... mi chieda suggerimenti pel suo corredo nuziale; se non le pia- cerà, glielo dica francamente e... ami- ci come prima!... Ma non gli faccia «rendere una polmonite, per amor di Dio! ABBONATA 49750. — Penso che i cor- ridoi lunghi ed abbastanza larghi (che si possono chiamare « gallerie») siano una risorsa per un appartamento, ne au- mentano la signorilità e siano così co- modi quando si riceve! Metta accanto alle pareti comò antichi, cassnpanche, tavoli; attacchi alle pareti quadri, stam- pe. incisioni, specchi, li renda gai con piante e con fiori e con una ben stu- diata illuminazione indiretta. Il così detto « bisquit » si può fare in un modo molto semplice, unendo un litro di latte ad un etto di burro, di zucchero, di farina doppio zero e di cioccolato e facendo bollire cinque mi- nuti il tutto. Quando il composto è freddo, bisogna unirvi qualche po' di frutta candita tagliuzzata minutamente e della panna montata senza zucchero. Quest'ultima va unita con molta deli- catezza. Empia del composto le tazzine di porcellana e metta in ghiaccio. LORENZA. — Rifletta un momento con me, cara. Ella non mi dà il suo indi- rizzo mentre mi chiede un serio e com- plesso programma di studi (noto che sempre le abbonate che più chiedono, vogliono risposta sulla P. P. !), un ora- rio, ecc., mentre confessa che da due anni ha lasciato la scuola e non ha più aperto un libro! Ecco il consiglio: pren- da in mano i testi scolastici dalla quar- ta iti poi e li studi regolarmente. ABB. PUGLIESE- — Per colazione sì adoperano generalmente tovaglie colora- te, in canapa od in lino; basta che pen- dano trenta centimetri da ogni Iato del- la _ tavola. Confesso che non approvo chi ha una l-el!a stanza e ne copre let- to, serT'e, poltrone per non sciuparla! Tu ogni modo, non consiglio mp* di ri- camare fodere! Ma che cosa fa lei in camera stia? Tutti noi vi dormiamo rol- tanto; quindi, quando abbiamo cura che il sole non rovini la stoffa, chiudendo un po' !e r- estre. non abbiamo preoc- /M.finrifmi npr tino sciupio, ELENA MOROZZO DELLA ROCCA
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=