LA CUCINA ITALIANA 1936
30 LA CUCINA ITALIANA 1. Febbraio 1936-XIV Anche ai non naturisti l'attuale necessaria limitazione del consumo della car. 3 fa rivolgere sguardi di rinnovata e accresciuta simpatia agli orti pingui di erbaggi. Ma in questo momento bisogna ricordare a tutti che anche fuor degli orti e dei colti- vati in genere ci son tante deliziose erbette commestibili, che ora è più che mai necessario tenere in consi derazione. Voglio j erciò tesser l'elo- gio di quelle umili pianticelle che la Natura ha disseminato dappertutto, nelle prode dei campi, negli incolti e lungo le vie, misconosciute dai più e note a pochi come « insalatina di campo » o « mesticanza », ma spesso per averle soltanto vedute sui ban- chi del mercato. Sono tanto buone a mangiarsi quanto piacevoli a vedersi e a rac- cogliersi, e, siccome madre Natura la mette a disposizione di tutti, bi- sogna andare a prendercele da noi, unendo l'utile al dilettevole, nell'o- ra della passeggiata quotidiana. Se- gnatamente il cittadino troverà un gran benessere se lascierà gli avve- lenati marciapiedi per raggiungere balze e prati della periferia, dove, specialmente nelle radiose giornate di sole dell'inverno, vedrà che non c'è cosa più allegra e riposante che mettersi a cercare queste simpatiche erbette. Ne segnalo specialmente due, emi- nenti per la loro abbondanza e per la fresca bontà: la deorbita, o cre- spigno (Sonchus oleraceus L.), co- munissima in tutta Italia, e il terra- crepolo, o lattughinu, o caccialepre (Reichardia picroides Roth.), copio- sissimo nell'Italia peninsulare, am- bedue appartenenti alla famigl ia del- le composte. Son formate ambeaue da una ro- setta di foglie incise, prostrate al suolo, a lobi appuntiti nella cicerbi- ta, arrotondati nel terracrepolo; e sono grassette, quasi vetrose, di co- lor verde-glauco, talora rosseggiane nella cicerbita. Nel raccoglierle via, via sul posto con un semplice tem- perino, le priv< ete dell.- terra e dei residui di radice, e, arrivando a ca- -- " W%l^/H»llUIIIUIMlJI.IIIJIW»lM»i|HMMJ.iJLjmiUl sa con l e tasche ben fornite di que- ste rosette, con una sola sciacquati- na a due o tre acque avrete la cena già pronta. Non amare (come altre confami- gliari commestibili), tenere ai dente e succose, costituiscono una delle più gradevoli insalat i le che madre Na- tura ci abbia largito. Condite con poco sale e con olio naturale (rifug- gite dagli olii raffinati, elaborati, In- dustrializzati e... rincarati, che non hann 0 sapore, e , prendete quel deli- zioso olio verdastro o giallo d'oro che cola dai frantoi, fragrante di verginità e carico di aromi squisiti!), formano una pietanza impareggiabi- le, a cui è legata anche la piacevo- le impressione di un'ora di sole al- l'aperto e la legittima soddisfazione dell'...autoapprovvigionamento. Raccomando sopratutto il terrai crepolo. E' una pianta perenne che proprio ora si trova in pieno rigo- glio, specialmente nelle fessure dei terreni pietrosi o smossi e gli argl- nelli delle strade. Le piantine nuove (quelle cioè nate dai semi di que- st'anno), che formano rosette isolate e tenerissime, sono naturalmente ie migliori; ma anche le piante annose sono utilizzabili in pieno perchè dal- le radici nascono ora una quantità di nuove rosette laterali, che si tro- vano in generale densamente stipate attorno ad una centrale che è fiori- ta (a capolini gialli) e che si tra- scura. Si deve anzi ricordare di ta- gliare solo le rosette nuov e senza ledere la radice, perchè la pianta possa seguitare a vivere, essendo inutile e dannoso distruggerla. Il terracrepolo si riconosce facilmente per la caratteristica delle foglie in- tensamente glauche, cosparse di macchiette nerastre. Tanto il terracrepolo che la cicer- bita hanno, nel piccioli e nelle foglie SELVEATICH più giovani, degli strani peli bianchi, vetrosi; quelli del terracrepolo, che copron 0 talora tutto il centro della rosetta, portano all'apice delle glan- dole perfettamente sferiche, che paiono granuli di farina. Se non di- sdegnate penetrare aneh e un po' nel- l'architettura segreta della Natura, appoggiate una forte lente sul quel- le foglioline Increspate coperte di glandole e vedrete uno strano spet- tacolo, come di un campo stipato di tanti curiosissimi, bianchi palloncini di vetro; mentre gustate l'insalatina, DIABÈTICI Il Laboratorio Chimico Gugliel- mo Senepa, che da molti anni pre- para Discoidi di saccarina, oramai da tutti preferita per la pronta so- lubilità e la accurata preparazione, comunica che ha messo in vendita flaconcini doppi, contenenti 200 di- scoidi, che si vendono in ogni far- macia al prezzo di L. 7,50 il flaco- ne. Naturalmente, l'acquisto de- ve essere, come sempre, prescritto dal medico. potete divertirvi a Immaginare quale sarà mai lo scopo biologico di que- ste glandole. Cosa chiedereste di più a queste umili pianticelle? La gioia della rac- colta, il gusto sano della loro fre- schezza, e la ricreazione dell'occhio e dello spirito! Lasciate le tossiche carni, e tra le verdure di c i i ora* più che mai dobbiamo nutrirci (cru- de s'intende!!) non dimenticate la cicerbita e il terracrepolo, che Ma- donna Flora coltiva per noi in così gran quantità. Dott. G. MONTBLUCCI (Da l'Idea Naturista). Di grato sapore - di c o n t ro la tos se ed Pastiglie ROBUS SCATOLA L. 3,50 s i cura e f f i c a c ia il mal di go la alla conserva di more BUSTINE L. 1
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