LA CUCINA ITALIANA 1936

1. M T arzo 1936-XIV LA CUCINA ITALIANA 3 LA POSTA DI NINA ABBONATA 51.127 - Tripoli — Grazie delle sue espressioni gentili. La accon- tento subito. Empia un recipiente d'ac- qua, e vi immerga l'uovo della cui fre- schezza vuole accertarsi. Se esso prende la posizione verticale, e sta a fondo, è fresco. Se incomincia a prendere una po- sizione incèrta, è meno fresco. Se poi si corica sul fianco, e viene a galla... vuol dire che la gallina lo ha fatto molto tempo fa. ALMA — Lei parla di sentimento > ma- terno ad una madre: si immagini se non la comprendo. Non c'è sacrificio, non c'è rinuncia, non c'è sofferenza che non sem- brino soavi a una mamma. Tuttavia, lasci che io le consigli di non trascurare, per ciò, la sua grazia personale, e suo ma- rito. Uno dei principali difetti di tante sposine, anche vezzose, e quello di consi- derare « chiusa »' la loro vita, esaurita la loro funzione femminile, quando sono riu- scite a trovare un marito, e a generare dei figli. Allora si dedicano appassiona- tamente ai figliuoli, li curano, li alleva- no li nutrono, e trascurano se stesse; non controllano più la loro igiene per- sonale e la loro bellezza; diventano tra- scurate nella persona, sciatte, prive di ogni eleganza e di ogni raffinatezza. E' allora ohe i mariti incominciano a... vene- rare la moglie, ma a corteggiare le altre. Quando un marito incomincia a conside- rare la moglie come una specie l i essere privo di sesso, perchè privo di grazia e di eleganza, la pace domestica e vicina ad andarsene — con scapito, anche, del- l'educazione e della tranquillità della prole. E' un argomento, questo, che mi riserbo di svolgere più diffusamente, un giorno. A lei solo dico; dedichi tutta se stessa ai figli, li ami, li protegga, li nu- tra, ma non trascuri di apparire dinnanzi al marito bella, pulita, ravviata, piacente. E curi anche la sua casa. Che essa sia lieta, fresca,' serenai ABBONATA 1 1518 - Torino — Se la tavola sarà apparecchiata col suo gusto personale, mia cara signora, nulla potrà stonare. Peccato ch'ella non abbia dei piccoli centri di pizzo, quadrati, rotondi, ovali! Io vidi qualcosa di simile in una festa familiare.' Il vasellame era di cera- mica antica a fiori; nel centro della ta- vola un ciuffo dì fiori bianchi compariva da un vaso basso pure in ceramica. Alle spalliere delle sedie erano appesi con un nastro bianco dei graziosi cappellini di paglia di Firenze Colmi di fiori pure bianchi. Quello era il dono-ricordo che il bimbo offriva in quel_ giorno, insieme ai confetti che egli stesso porgeva ai convi- tati, passando con un gran vassoio d'ar- gento (ed un bel cucchiaione). Era In tutto questo molta grazia e molta gen- tilezza. A. M. - Palermo — Il mio consiglio spassionato? O rinunzl a comprare un lampadario cosi ricco per un salottino che non ha stile, o cambi il salottino con uno di stile veneziano. Allora il bel lampadario di Murano farà un figurone! Veramente il Murano va su tutti gli stili. Ma occorre, se la lumiera fi grande, una vasta, stanza e molta sontuosità. Po- trebbe anche, sopprimendo il lampadario, illuminare questo salotto con delle lam- pade invisibili ai quattro lati del sof- fitto. ABBONATO 12417 — Per igiene e au- rata è preferibile una materassa di lana. La iana è. eteriju, e 1 si può lavare con acqua fredda. LI costo attuale della iana è di L. 25 al kg. Per una materassa da un letto, verrà a spendere L. 330 circa. Il « kapok » è di ottimo effetto e costa molto meno della lana. Con L. 160 com- presa la fodera farà una buona materas- sa. che non av"à però la resistenza delia lana e non si potrà lavare. Col tempo il «kapok» si ammassa in pallottoline e conviene spesso batterlo per restituirgli la morbidezza originai«.. M. PI. R. _ vedo già if viso che tara i l suo professore quando ella gli chie- derà l 'autografo 1 Niente paura, se' lei vi metterà un po' di dolce insistenza non potrà certo rifiutarle una cosa che fa tanto piacere. Grazie per l'interessamen- to per la « Cucina Italiana ». D'ora in- nanzi sarò io a ispirare al suo timido cuore un po' di fiducia. Spero non le di- spiacerà. Aspetto le altre domande. ABBONATA R. G. - Milano — L'abito da Indossare al teatro cambia a seconda Sei genere della rappresentazione e dei posto che si occupa. Se lei va ad una rappresentazione di gran gala, onorata dalla presenza di alti personaggi, o va in palco o in poltrona o alla «Sca l a» sono di rigore il «deffollété» per le signore e l'abito da società per gli uomini; pel- chi si rechi in altri posti meta) di lusso basterà l'abito da passeggio. Mettersi l'a- bito da sera per una rappresentazione normale di prosa in un teatro qualun- que, anche se si va in palco, è un'esage- razione di cattivo gusto. G. P. - Napoli — Mi domanda se per uscire un minuto ad impostare una let- tera occorre vestirsi di tutto punto? Ma naturale! Una persona bene educata non scende mai in strada se non vestita di tutto punto; nè deroga da questa abi- tudine neppure per impostare una lettera a cinque passi dall'uscio di casa. Non di rado, anche in questi brevi istanti, si possono fare incontri che ci indurrebbero a pentirci amar--lente della trascuràggt- ne commessa. FLORIDA — Ecco le risposte in stile telegrafico: 1. Se le macchie di vernice sono recenti, si tolgono con la benzina o con essenza di trementina, poi con sa- pone; se vecchie, vanno prima ammor- bidite con olio d'oliva o di ricino. La benzina serve poi per levare la vernice... e l'olio. 2. l i raso bianco si può pulire 0R .V.ÍS' con polvere di gesso finissima (gesso, scagliola). Si colloca il tessuto sopra un tavolo sul quale sia distesa una coperta di lana, si spolverizza man mano sfre- gando con una spazzola di flanella. Con mollica di pane gli si rende la primitiva freschezza. 3. Le scarpe di raso ripren- dono la loro freschezza strofinandole con una pezzuola imbevuta di alcool. Si s f re- ga, poi si asciuga con un tampone di ovatta asciutta. Quando lo spirito non basta, si passa una spazzola insaponata. DOLOHES - Non c'è bisogno di ben- zina per pulire i guanti di pelle. Si pon- gono su un piatto e si stropicciano con una spazzola piuttosto dura, con un mi- scuglio di argilla e di allume in polvere fittissima. Si battono e poi si spolverano con un altro miscuglio di crusca e bianco di Spagna, che si toglie ancora battendo. Questo, serve per guanti di qualsiasi co- lore. MASSAIA, MODENESE — Quando f a i fagiuoli lessi, coll'acqua nei quali i fa- giuoli sono stati cotti può farci la zuppa. Però, un- pochino di quel brodo lo ado- peri per lavare la maglieria è le calze nere nonché le stoffe di mussola. Vedrit come ritornano nuove. , N I NA Il bucato io casa Massaie, eccovi una ricetta Lavate la propria biancheria e . cer - care di conservarla bella, « di non sciu- parla af fatto tenendola pél' alini ed an- si* come fosse nuova è i',' vanto di ogni padrona di casa. Qtiiiidi mi saw.nnc gra-> te le lettrici se io darò qui . qùa.ch -e norma per insegnar ¡ore il me»do di aver sempre i loro lini e le '.'oro tele come se - fossero appena usciti dal ne- gozio o, dalla fabbrica.. Prima di tutto non si d e . per la intesa. -¿bonomia e delir'c di lésa puli- zia e mancanza d'ordine e rispetto ver- so se stessi e la propria casa, tenere la biancheria finché sia sudicia. Questo è nocivo perchè ci vuol poi più tempo forza e fatica e materiale di bucato per pulirla, quindi, si rovina maggiormente. Quante volte avrete sentito dire: «Cam- bi i tovaglioli? Le lenzuola, le federe.. Ma soou tutti puliti! ». H avrete sen- tito rispondere: «Non sono sudici ma sono sciupatili! ' !». Quello era dunque il momento esatto di' dar loro il cambio. Poi bisogna lavar bene la propria biancherìa Finché prenda quel buon odore di bucato ehe dà un così gradito senso di freschezza a ehi lo sente Sti- rarla bene, con ferro non troppo caldo perchè non serbi la più piccola trac- cia. li riporta negli armadi con ogni cura affinchè non sia in Italia della pol- vere. ìi dare il canili!' spesso nerrlv non sia sempre la medesima quella clic si: lava -e quindi si consumi meno e duri di più. Com'è bello un ¡armadio dove la bian- cheria si .allinea ili file ben ordinate, suddivise, legate da cordoncini o nastri colorati. Come dà un' impressione di casa ben tenuta, di massaia avveduta, di ricchezza, , anche I Ed ora veniamo alla ricetta, che vi ho promessa. Eccola: Fa te bollire in una pentola d'acqua di circa cinque o ' sei litri grammi 500 di sapone tagliato fine. Quando avrà spiccato- il bollore rovesciate la sapona- ta in un recipiente che contenga l itri 50 di aequa calda. Unite allora 30 grammi di olio di trementina e grammi 30 d'ammoniaca, mischiate il tutto e sbattete -e formate una bella schiuma. Immergete capo pel- capo la biancheria e lasciatela per 74 ore. Toglietela allora dalia pentola, sciacquatela bene e stendetela ad asciti- ' gare. Vedrete, che ottimo risultato. B I N A S I MO N E T TA 'RARA PELLICCERIE PELLETTERIE Lucrezio Caro 4 5 - 4 7 - 4 9 — ROMA —

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