LA CUCINA ITALIANA 1937

1» Gennaio 193-7-XV LA CUCINA ITALIANA 11 Le castagne di nonno Vincenzo Quando a tavola, uno o l 'altro dei ragazzi f a c e va una smorf iet ta davan- t i ad un cibo che non era di suo gra- dimento, il papà ammoni va: « ricor- dati delle cas tagne di nonno Vincen- zo ». Quel la frase, divenuta prover- biale in famigl ia, ot teneva quasi sem- pre un buon successo. Nonno Vincenzo l ' aveva raccontato quell 'episodio, pr ima ai figli e poi ai nipoti, sorridendo e r icordando la propria gioventù, ormai lontana. E r a mol to giovane al lora, ed un giorno di novembre, al la vigi l ia del la sua par tenza per Genova ove f re- quentava l 'Universi tà, quale studente in legge, era andato a salutare gli amici e, con questi, si era recato al- l 'unico ca f fè del paese. Giocando a bigl iardo e fissando come posta una tazza di ca f fè od un bicchierino di vermouth, il tempo era passato alle- gramente e veloce. Ma quando lo stu- dente si diresse verso casa, passando vicino al la Chiesa, l 'orologio del vec- chio campani le suonò le ore e, solo allora, si avv ide che sarebbe ar r i vato tardi per la cena. I l papà era mol to severo e non c ' era più la mamma per scusarlo. Che f a r e? In al t re occasio- ni avrebbe a f f rontato con coragg io la immancabi le romanz ina e mang i ato tutto f reddo come f ece d'Azegl io; ma pensando che il giorno dopo doveva part ire, era certo che quel r i tardo gli avrebbe procurato, come cast igo, di f ar st r ingere ancora di più i cor- doni del la borsa del padre. « Bel gu- sto ci sarebbe stato dare dei denari ad un figliuolo che se 11 spendeva al gioco ed in di ver t iment i !». Vincenzo, oppresso da questi pensieri cammi- nava assorto, t i tubante, se andare o ho a casa, quando si -enti salutare da una nota voce: «Oh! Andr ea — esclamò il giovane che ebbe, come un lampo,» un' idea — f a t emi un piacere. Ho diment i cato dei libri a Bel s i to e domani devo part ire per Genova. Vi Prego andate a casa e dite a mio pa- dre che mi sono recato lassù. Dovre- ste anche agg i ungere che mi avete incontrato oggi, nel pomeriggio, non a quest 'ora». « H o capito — fece il buon uomo — stia tranquillo, vado subito dal signor Francesco e buona... passeggiata ». i é PILLDLEd5 . F05CM • dEL plQVRNQ M 200 U N SONO IL PURGANTE K JUPERABiU' ANTEMORROIDALI TONICHE DIGESTIVE Un «al l iccino di 6 pillole L . 0 . 6 0 ! fctodarb olle Farmacie locali j Uno sediolo di 5 0 pillole L . 5 . 1 S J presso ogni Imperlante Farmacia • sviando «aglio 4l 1 . 4 allo FiRMÀCliPDNCi VENEZIA S.FOSCfi ' « Graz ie Andrea, conto su di voi. Buona notte ». Il giovane, come sol levato da un gran peso, s' inoltrò in vicoletti quasi bui, che in breve lo condussero fuori del paese, in aper ta campagna. E r a una serata meravigl iosa; at tra- verso i rami degli ul ivi la luna dise- gnava arabeschi sul sent iero: Vin- cenzo conosceva quel sent iero palmo h palmo, perciò sal iva rapido provan- do una grande dolcezza in quel la se- rena pace. La sua bel la giovinezza gli vantava nel cuore, pensava al la gran- de c i t tà che l ' at tendeva e dove avreb- be studiato sì, ma passato delle ore di a l l egr ìa con i suoi compagni anche Je il borsel l ino era poco forni to. Al- iora ci si contentava di poco e quel poco bas t ava per divert i re molto. G-iunse, quasi senza accorgersene, al- ia Casina di campagna dove, nell 'au- tunno, passavano qualche set t imana per dedicarsi al la caccia, e dove il papà sal iva qualche vol ta per la dire- zione dei lavori campestri. Pr e sa la chiave da un noto nascondigl io, aper- se e se ne andò difi lato in cucina. -Accese una lucernina ad olio e si fe- ce subi to un bel fuoco nel l 'ampio camino. Ma al lora il suo stomaco gli ricordò che non a v e va cenato! La lunga passegg i ata aveva t ras forma to il suo appet i to in vera f ame. Si mise tosto a f ruga re in ogni cassetto, negli armadi, come novel lo Robinson, al la ricerca magari di un pezzo di pane. Dopo tanto rovistare gli venne f r a le mani un pacco, che aperse con an- sia: erano cas tagne secche. Veramen- te Vincenzo non aveva mol ta simpa- tia per le castagne, ma in quel mo- mento erano una manna provviden- ziale. Pe rò bi sognava cuocer le: prese un secchio, andò a r iempi r lo a l la fontana che era poco distante, vuotò un poco d' acqua in una pentola che mise sul fuoco. Doveva but tar le g iù con tut ta quel la pe lur ia? non sapeva proprio. Cercò nei suoi ricordi d'in- fanz ia e gli vennero in mente quelle serate d' inverno quando, finita la ce- na, lo zio Don Sebast iano prendeva il suo breviar io per reci tare l 'uffizio, mentre il papà s ' immergeva nel la let- tura dei suoi libri prefer i ti di storia. E r a un ardente patriota e si v i veva al lora nel fervido periodo del nostro Ri sorgimento. Per non disturbarli la vecchia Cleofe conduceva i tre bimbi in cuc ina — la mamma l ' avevano perduta presto — e davanti al cami- no, ove crepi tava un bel fuoco, rac- contava loro le fiabe e, qualche vol- ta, cuoceva le cas tagne che piaceva- no tanto ai suoi fratel l i. Ora ricor- dava come fosse stato ieri. Le met- teva in una cat inel la, lavandole bene ion acqua tiepida, poi le but tava nel- a pentola ove bolliva l 'acqua aggiun- Tendo un poco di sale. Il piccolo Nino voleva che invece del sale met- tesse dello zucchero ma la Cleofe ass i curava che il sale vi c ino al le ca- stagne di venta zucchero! !! Vincenzo f e c e a punt ino come a v e va veduto fare al la vecchia domest ica; e, men- tre at t endeva che cuocessero, senti un passo avv i c inarsi al la casa, poi bussare al la porta e chiedere: « Si può entrare ». « Avan t i », rispose Vin- cenzo un poco contrariato. E r a un contadino che entrato in cuc ina escla- mò: «Ah ! è lei signor Vincenzo? pas- sando di l agg iù nel sent iero per an- dare a casa ho veduto il lume e son venuto a vedere chi c ' era ». « Son sa- lito per prendere dei libri che aveva dimenticato, perchè domani devo par- tire per Genova ». « Ma a v r à cenato cer tamente pr ima di sal ire ». « Oh! sì certo... — mormorò il g iovane confu- so —. « llora — proseguì l 'uomo se- dendosi —r se permet te le f acc io un poco di compagnia ». Ri empì la pipa di tabacco e l 'accese con una brace che prese con le sue di ta cal lose e poi si mise a chiacchierare. Ogni tan- to met teva l egna sul fuoco, sotto la pentola e Vincenzo ogni vol ta pensa- va sgomento; «Pove re mie castagne, finiranno col bruciarsi », ma non di- ceva niente. Fina lmente il contadino si decise ad andarsene e Vincenzo, chiusa la por ta corse in cuc ina e, con precauzione, rovesciò il contenu- to del la pentola in un piatto, ma ahimè! al riflesso del la fiamma egli vide parecchie cas tagne at taccate al fondo del la pentola e dal colore del la ful iggine; con un cucchiaio le staccò e le fece scendere nel piatto insieme al le altre. Eh! sì, erano proprio bru- ciate!... «Paz i enza — mormorò il gio- vane con un sospiro — prenderò quel- le mangiabi li ». Cominciò a scegl iere, ma... scegli, scegl i, non r imasero che quel le bruciate. L'appet i to era sempre grande, perciò finì col mang i are an- che quel le!! Nonno Vincenzo t erminava sempre il suo racconto così: «Pos so dire che mai più nessun dolce, per quanto fine e delicato, mi è sembrato saporito, come quelle castagne bruciate. ORSOLETTA DIABETICI Il Laboratorio Chimico Gugliel- mo Senepa, che da molti anni pre- para Discoidi di saccarina, oramai dq tutti preferita per la pronta so- lubilità e la accurata preparazione, comunica che ha messo in vendita flaconcini doppi, contenenti 200 di- scoidi, che si vendono in ogni far- macia al prezzc di L. 7,50 il flaco- ne. Naturalmente, l'acauisto deve essere, come sempre, presocritto medico.

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