LA CUCINA ITALIANA 1937
1' Aprile 1937-XV LA CUCINA I T A L I ANA cantare senz.a t i rar fuori il fiato. Ad ogni modo, rieccomi al la stira- tura a lucido dei colletti, polsini ecc. Sciogl iere da 20 o 40 grammi di ami- do in un poco d'acqua f redda: get- tarli in un litro d' acqua a bollire. Dopo pochi minuti, si r i t i ra la pen- tola dal fuoco e si agg iunge il borato, nel la proporzione del 10% dell 'amido impiegato (quindi da 2 a 4 grammi per ogni litro di acqua). Si immergano in questa soluzione colli e polsi, per cinque minut i; poi si tolgono, si strizzano, si lasciano asciugare a freddo, incli si spruzzano inumidendoli d'acqua e si stirano pri- ma con un ferro ordinario caldissi- mo, poi con un ferro speciale, pic- colo e convesso, che si passa e si ri- passa sul collo finché non si sia otte- nuto l 'effetto desiderato. Non c'è al tro: il resto è prat ica, esperienza, maniera, e... resistenza al- la fat ica, se i col letti sono molti. Fedele abbonata. — La signora che mi scrive è stata colpita da gravi lutti recenti, per i quali le presento, a nome della Cucina, le più cordiali condogl ianze. Ora, essa dovrà recar- si ad abi tare in un vecchio palazzo cinquecentesco, ant ico possesso fami- liare, e mi domanda come potrebbe sistemare, nello stile, una comoda," ra- zionale cucina. Io mi son f a t ta concedere, dall'e- ditore Brogi di Firenze, il permesso cortese di riproduzione di questa magni f ica fotograf ia, che ra f f i gura .'a cucina dello storico - Castel lo di Vili- cigl iata E ' evidente il sof f i t to. a volta, in mattoni, il focolare alto, monumen- tale, in pietra, con incisi sul fron- tale gii stemmi della famigl ia. I grandi alari di ferro e gli accessori tutti, che non si vedono sul la fo- tograf ia, sono naturalmente del più puro 500. L'acquaio, o megl io la pa- rete dietro l 'acquaio, suggerisce l'i- dea di un edificio gotico. Ampi scaf- fal i di vecchio scurissimo castagno ricorrono lungo le pareti, e conten- gono utensi li e stoviglie dell'epoca. In un'al tra cucina che ho visto, il sof f i t to era a tavolato, e vi pende- vano gli uncini in ferro battuto, per appendervi i salumi. La vas ta tavola scura, il camino ampio e solenne, gli sgabelli, gli utensili, i rami, tutto era intonato all 'epoca. Se la fedele abbonata vuol f are una cucina cinquecentesca, natural- mente non può decorarla con mat- tonelle, non può mettere lavandini o acquai di maiol ica, non può adope- rare armadi di legno compensato. E tut to il resto di cui lai parla, l a si- gnora, compreso il gas, stride come un fischio di locomot iva in un con- certo di violini. Io direi, poiché la cucina ha la fòirtuna (ma forse la cucina non sen- te questa gioia) di avere due stan- ze attigue, di adibire una di queste a dispensa, l 'altra a sbriga-tutto, ossia a stanza da rigovernare, etc. E nul- CONTtORNI DI F I R E N ZE — Cuc ina del Castel lo di la vieta di mettere qui lavandini mo- derni, una cuoinetta elettrica o a gas, per i casi urgenti, e degli arma-» di entro cui serbare le stovigl ie u- suali, la biancheria da cucina (to- vàgl ia, tovagl ioli per la servitù, ca- novacci Qtc.) e questa stanza può essere decorata con mattonel le, ave- re tavolo di marmo; etc. La cuc ina vera e propria, invece, abbia le pa- reti dipinte a olio, il camino ampio e sobrio di linee, r.lente vasche in cemento, un acquaio in pietra grigia, tavolo in leigno, sgabelli pure in le- gno. Se occorreranno al tre spiega- zioni, sono naturalmente a disposi- zione. * * • Abbonata 22617 - Tolentino. — Ho già risposto poco sopra ad al tra ab- bonata. Decisamente il problema dello st irare a lucido appassiona la piti gran parte delle lettrici. Ne sono lieta, perchè è questo un sintomo della passione con cui , l e donne ita- l iane intendono tutti i loro doveri fami l iari, compreso quello... dell'eco- nomia. Rinunc io a ripetere quanto ho già detto: aggiungo solo che se il ferro è pulitissimo, e il colletto appena inumidito, non c'è pericolo di sporcare la tela. Cordial ità. Fedele abbonata romagnola. — Graz ie per la sua cortesia... e per la sua fedel tà. E grazie per il con- sigl iò che t rascr ivo pari pari, per fac i l i tare il lavoro al le mie care let- trici, ohe vogl iano f a re i passatel li al brodo. «Appena fat to il composto, si .la- scia la pasta sul tagl iere, si pren- de il f er ro da passatel li, che è la nota lastra bucherel lata, e si pigia sulla pasta. Man mano che at tra- verso i buchi i passatelli... passano, si tagl iano con un coltello, e si get- tano nel brodo che sarà intanto a bollore sul fuoco. Esaur i ta la pasta, si cuopre la pentola dei passatel li e si lasciano cuocere ». » * » E ora vorrei dare un consigl io al le lettrici. La Cucina Italiana ha mes- so a loro disposizione i 12 volumet ti della bibl iotechina gastronomica: 12 gioielli, che trat tano della tavola del fanciul lo, dei dolci, della massaia, etc. Costano, per le nostre abbonate, una lira il volume, f ranco domicilio. Ce ne sono ancora, mi dice l 'ammi- nistratore, poche migl iaia. Poi non ce ne saranno più, perchè r istampa- re quei 12 volumi costerebbe troppo caro- Abbonata avvisata.. NINA CAELZ E P©r VE NEI VAR I COSE ^ t u r ^ r i p a r a Z i • Iabbi l i, m o r b k K f i > I Ì veramente curative, NON DANNO MAI NOIA. Vendita difettai ™ ' T f f « S l T l 0 " 8 a r a , , z i a d i adattabilità perfetta e durata! S f j } , I S m n i M 7 l m i i n j i LOGO N. 27, OPU S COLO S U L L E ? vAR!CI, INDICAZIONI P ER P R ENDE RE LE MISURC. ECC. Fab &rìca G. F. ROSSI • S. MARGHERITA LIGUREI
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